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martedì 27 aprile 2010

Perdere l'umore

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 27/04/2010

Si è appreso da fonte certa (certissima, eh) che l'arbitro che ha negato il rigore-scudetto alla Roma è un interista. Dell'arbitro che aveva fatto uno sgarbo all'Inter si era invece scoperto che tifava Milan, al punto da sfoggiare un cappellino rossonero durante gli allenamenti. E' la teoria del capro espiatorio, immortalata da Pennac nel personaggio di Malaussène. Quando la tua squadra gioca bene e perde, non puoi prendertela con i tuoi eroi, quindi non ti resta che l'arbitro. Lo hanno messo lì apposta: per fornire un movente a qualcosa che altrimenti sarebbe illogico e dunque inaccettabile. Ah, se esistesse un arbitro a cui poter dare la colpa di ogni ingiustizia sociale, di ogni morte precoce, di ogni umiliazione immeritata! All'improvviso le sconfitte esistenziali assumerebbero un senso. Una volta c'era il governo, il famoso governo ladro, a svolgere il ruolo di parafulmine, ma da quando anch'esso ha cominciato a fare la vittima, accusando gli arbitri in toga di qualsiasi nefandezza, siamo rimasti spiazzati e scoperti.

Eppure stavolta ci troviamo oltre Malaussène. Stavolta gli sconfitti trasferiscono sul capro i propri sentimenti, immaginando che un arbitro professionista possa danneggiare una squadra per ragioni di tifo, anziché di soldi o di carriera. Pur di resistere dentro la grande illusione del calcio affaristico, noi tifosi siamo rimasti gli unici a credere che gli attori dello show provino le nostre stesse emozioni. Un mio amico interista è convinto che Balotelli giochi svogliato perché è tifoso del Milan, mica perché è Balotelli.

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