Cerca nel blog

giovedì 8 aprile 2010

Oba, mah

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 08/04/2010

Il Presidente degli Stati Uniti ha autorizzato la Cia a uccidere un cittadino americano di religione islamica che fa parte della «cupola» di Al Qaeda ed è nascosto presumibilmente sulle montagne dello Yemen. Una decisione di impeccabile realismo politico: presa da un Bush o anche da un Clinton non avrebbe suscitato stupore. Ma a mettere la firma presidenziale sotto una condanna a morte in contumacia è stato il cavaliere dell’ideale, il comandante delle forze del bene, il premio Nobel per la pace. Barack Obama, insomma, quello che nei comizi invoca il disarmo atomico e negli ordini alle truppe intensifica il bombardamento dei droni che falcidiano le popolazioni afghana e pakistana.

Non è l'inizio di una delusione, ma la fine di un’illusione. Obama non può essere Gandhi. E’ un uomo politico che fa gli interessi del suo Paese. Si batte per degli ideali, e questo lo distingue dai politicanti attratti esclusivamente dal potere. Ma del potere conosce bene le regole, compresa la mancanza di scrupoli con cui chi lo detiene è costretto a esercitarlo, se non vuol esserne travolto. Con buona pace delle generazioni che l’hanno sopravvalutata, la politica rimane una cosa sporca, anche quando è fatta a fin di bene. E Obama è un politico. Non un profeta. Il tentativo di trasformarlo in un capo spirituale rivela il nostro bisogno disperato di credere in qualcosa di puro e di grande che la politica non ci potrà mai dare. Essa è l'arte del governo degli uomini. Non del loro miglioramento. Per quello bisogna rivolgersi altrove. In fondo a se stessi, per esempio.

Nessun commento:

Posta un commento