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mercoledì 17 novembre 2010

Ex destra, ex sinistra

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 17/11/2010

Gli elenchi declinati da Fini e Bersani in tv non erano elenchi ma frasi fatte. Invitati a usare il linguaggio evocativo delle «classifiche», i due hanno tracimato nel comizietto, confermandosi politici di un altro secolo. Destra e sinistra sono termini ormai pigri per definire quel che ci succede. Le ideologie da cui prendono le mosse si suicidarono entrambe nel Novecento. Quando, dopo aver conquistato il potere con l’obiettivo di cambiare l’essere umano, lo condussero nei lager e nei gulag. Da allora destra e sinistra hanno rinunciato a qualsiasi velleità di palingenesi. Non puntano più a migliorare l’individuo, stimolandolo a essere più responsabile (la destra) e più spirituale (la sinistra). E di fronte allo sconquasso del mondo - con la ricchezza che abbandona l’Europa e gli Usa per spostarsi altrove - si limitano a narrazioni consolatorie dell’esistente.

L’ex destra, che da noi è berluscoleghista (Fini rischia la fine del vecchio Pri, che piaceva a tutti ma votavano in pochi), invita gli elettori ad andare orgogliosi di ciò che la destra detestava: l’aggiramento delle regole e il disprezzo della cultura, sinonimo di snobismo improduttivo. L’ex sinistra continua a raccontarsi la favola che l’italiano medio sia vittima di Berlusconi, mentre l’italiano medio è Berlusconi, solo più povero. Così si ritorna al punto di partenza: la società non cambia se vince un leader o un altro. Cambia se cambiano gli individui. Ma è un lavoro duro: più comodo continuare a scornarsi fra destra e sinistra, illudendosi che esistano ancora.

martedì 16 novembre 2010

Nun te reggae più

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 16/11/2010

L’elettore di destra non li vuole, è naturale. Ma non li vuole neanche l’elettore moderato, quello che dice «B. mi ha stufato e sarei disposto a cambiare, però come faccio a votare quelli là?». Soprattutto non li vuole l’elettore di centrosinistra, che alle «primarie» si schiera sempre con il candidato non sponsorizzato dal Pd. Lo si è appena visto a Milano dove l’architetto Boeri era favorito, poi gli è piombato fra capo e collo il sostegno di Bersani e addio. Ma quindi chi li vuole ancora, questi capi e capetti democratici che invano Nanni Moretti licenziò in tronco a piazza Navona, ormai quasi dieci anni fa? La risposta è semplice: nessuno, tranne gli amici intimi e l’apparato di partito. I pentiti del centrodestra non si fidano di loro perché vengono per lo più dalla segreteria del Pci. E il popolo di sinistra li percepisce come piccoli Breznev che siedono da troppi lustri sul palco delle autorità. Prima che la politica, il problema riguarda la psicanalisi: è un rifiuto mentale, un fastidio fisico, il convincimento radicato che una classe dirigente di amministratori di Palazzo, senza un nuovo progetto di società né l’energia per realizzarlo, sia la meno adatta a scuotere questo Paese dal cinismo e dall’abulia.

In un clima del genere, la loro unica speranza di sopravvivenza è la dissociazione da se stessi. Fassino potrebbe fare il sindaco di Torino solo se Fassino gli togliesse pubblicamente il suo appoggio. E per ottenere l’investitura a candidato premier, Bersani dovrà mettere molto bene in chiaro che lui e D’Alema sostengono Vendola.

lunedì 15 novembre 2010

Due nuove gallerie

Oggi altre due gallerie di immagini da boston.com

La prima ci mostra la cerimonia di apertura della 16esima edizione dei giochi asiatici che si tengono in Cina e vedranno coinvolti più di 14.000 atleti di 45 paesi sino al 27 novembre.


La seconda ci porta negli Stati Uniti per il giorno della commemorazione dei veterani o "Giorno dell'armistizio" che ricorda la fine delle ostilità sul fronte orientale del 1918.

venerdì 12 novembre 2010

Vanity Fair

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 12/11/2010

Nell’ultimo numero di «Vanity Fair» c’è la foto di Biagio Antonacci completamente nudo in copertina. Pelato come un lombrico, solo con un lp a coprirgli il walter. Manco un cd. Un 33 giri di quelli grossi. Se pensi che ad alcuni basterebbe un bottone... Dice che a 47 anni si sente finalmente libero di fare qualcosa che la gente da lui non si aspetta. Ma guarda Biagio che avevi anche altre opzioni. Per esempio, potevi affittare un Tir, andare a Napoli e portarti via qualche tonnellata di spazzatura. Per dire. Oppure non so, tuffarti in una piscina di pastiglie Valda, stabilire il record di maggior numero di aghi di pino mangiati in dieci minuti. Tante, tante cose potevi fare per sentirti libero a 47 anni, non era necessario piantarti nudo e a gambe larghe sulla copertina di «Vanity Fair». Poi non so se avete notato ma quelli che si fan fotografare nudi son sempre unti... ma perché? Li devi mica friggere... Te li devi portare a letto. E poi uno così vuncio ti fa subito l’alone sulle lenzuola. Cosa ne fai? Prima di coricarti lo impani?

Comunque, l’uomo che si spoglia davanti alla donna rimane da sempre uno spettacolo della natura, è come vedere un gatto che cade nella tazza del cesso. Fa ridere e tenerezza insieme. Allora: finché c’è da levarsi camicia o t-shirt se la cavano tutti. Sembra che nuotino nella polenta, ma ne vengono a capo senza infamia. E soprattutto senza lode. Tranne i pirla che provano a levarsi la camicia senza sbottonare i polsini. Op op, tric trac, un attimo e restano ammanettati da soli. E’ quando tocca alla parte sotto che vengono a galla i problemi. E lì ci sono diverse tipologie di maschio. C’è quello che non sta mica tanto lì. Se vede che c’è del chupa in arrivo fa che calarsi braghe e mutande fino alle caviglie. Trac. Si pela da solo come una banana. Devo dirti che subito l’effetto è bello. Peccato solo che sotto le caviglie si forma un cocktail di mutande jeans scarpe e calze tutto saldato insieme dal quale lui non ne viene mai più fuori. Una specie di piedistallo. Tu resti marmorizzata a guardarlo, come l’allodola ipnotizzata dal serpente, e lui comincia a saltellare come quelli che fanno la corsa nei sacchi. Un giocatore di Subbuteo. Passa da superfigo a supercretino in un nanosecondo. Poi c’è quello che per metà è preso dalla foia, e per metà conserva un minimo di cervello. E cosa fa? Si leva una scarpa. Una sola. Sfila un pantalone, la mutanda la leva via da una parte, e così con una gamba è libero di muoversi, ma l’altra si porta dietro tutta una zavorra di scarpa pantalone e mutanda, che lui cerca di togliersi scalciando come i muli quando li ferrano. E poi c’è il posa-piano. Il precisino. Mister Calmini. Che si leva con ordine le scarpe, le mette vicine, si leva i pantaloni, li piega, toglie le mutande e tiene i calzini. E di solito lo Zar, che prima se ne stava impettito come l’imperatore quando saluta l’esercito, è già tornato alle dimensioni del kiwi. Corto pelosetto e verde di paura.

Signori? Sappiatelo. L'uomo nudo coi calzini sotto il ginocchio fa senso quasi quanto vedere un coccodrillo che mangia una zebra. Il primo stilista che mette il velcro ai vestiti da uomo lo faccio santo. Chiuso il capitolo.
Da spinoza.it

Governo a un passo dalla crisi, la mediazione in mano a Bossi. Grazie al cielo.

(Berlusconi va a Seul e Bossi resta a mediare. Che è come partire per le vacanze lasciando aperto il gas)

Bossi: “Fini mi ha ripetuto le cose dette a Perugia”. Più volte e lentamente.

Fini a Berlusconi: “Dimettiti!”. Berlusconi: “Votami contro!”. L’Italia: “Ditemi che sono una porca!”.

“Gli uomini passano, le idee restano” ha detto un tale citando qualcun altro.

Fini: “Evitare logiche mercantili”. Berlusconi: “E tu in cambio cosa mi dai?”.

“La vitalità della sinistra viene dai fallimenti del Pdl”, ha detto Fini minimizzando i fallimenti del Pdl.

Per Fini è tempo di bilanci: “Se volgiamo lo sguardo indietro, possiamo dire di essere soddisfatti”. È tanta e ancora fumante.

Fini: “Sull’immigrazione nessuno è arretrato come il Pdl a rimorchio della Lega”. Prendete ad esempio la legge Bossi-tizio.

Il partito dei finiani sarà battezzato ufficialmente a gennaio. Mi chiedo come faranno, senza padrino.

Bersani: “Temo il gioco del cerino”. Anch’io, se avessi la coda di paglia.

Montecitorio, vertice a due tra Fini e Casini. Presente anche Rutelli.

Al termine dell’incontro Casini non ha rilasciato dichiarazioni. Sarebbe stata turbativa d’asta.

Veneto, gli alluvionati riceveranno trecento milioni di euro. Uno per ogni bestemmia.

Birmania al voto dopo vent’anni. Sono elezioni anticipate.

Si avvicina la data del voto in Birmania. La comunità internazionale guarda al paese asiatico con rinnovato disinteresse.

Secondo Obama “il voto in Birmania non è né libero, né giusto”. Ora può dirsi una democrazia.

Califano chiede l’assegno di Stato. Possibilmente già arrotolato.

(Vecchi puttanieri che sfruttano le istituzioni per risolvere i loro guai personali. Dove l’ho già sentita?)

115 anni fa venivano scoperti i raggi x. Sarebbe anche ora di dargli un nome.

* * *

autori: mix, serena gandhi, smarks, gabbbbro, demerzelev, puccio di luce, edelman, milingopapa, misterdonnie, il professor morte, serena gandhi, frandiben, fed-ex e genio78.

Campionati mondiali di scherma 2010

Oggi boston.com ci riporta una serie di immagini spettacolari dei campionati del mondo di scherma 2010 che si sono tenuti, dal 4 all'11 novembre, a Parigi e che hanno visto le atlete italiane dominare ancora una volta la specialità

Chi ci farà stare buoni

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 12/11/2010

Una multinazionale finanziaria è nei guai perché gli impiegati della sede di Dublino hanno stilato la classifica delle dieci colleghe più carine. A coloro che si indignano, e pare siano tanti, non serve dire che si tratta di una pratica diffusa negli uffici più o meno da quando uomini e donne hanno cominciato a lavorare insieme. Prima però le classifiche erano pezzi di carta che giravano di mano in mano (confesso di aver partecipato anch'io, vent'anni fa, a quella sulle giornaliste di Montecitorio), alimentando le viscere di una cerchia ristretta. Mentre adesso c'è la posta elettronica e i verdetti dei giurati di Dublino sono ovunque la Rete allunghi i suoi subitanei tentacoli, trasformando un gioco forse di cattivo gusto, ma sostanzialmente innocuo, in uno scandalo.

Sarà dunque il computer a costringerci a rigare diritti, come non riesce più alla Chiesa, alla scuola, alla famiglia, a nessuna autorità morale? La tecnologia ci ha riempito la vita di «scatole nere» che fissano per sempre i nostri peccati. Una parola, un messaggio, un gesto compromettente non evaporano più nell'atmosfera complice di una stanza chiusa, ma vengono immortalati da uno schermo e da lì proiettati in ogni orecchio e occhio affamati di curiosità malevola. Non c'è scampo, non c'è redenzione: le macchine non rimuovono il dolore come noi. Lo diffondono soltanto. Rispetto al passato, è cambiata la paura del castigo: invece dell'inferno, lo sputtanamento universale. Ma anche questo è in linea coi tempi, più interessati alla reputazione di un attimo che alla vita eterna.

giovedì 11 novembre 2010

Delega al posacenere

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 11/11/2010

Quando era soltanto un leghista, Roberto Cota poteva reggere il posacenere di Bossi o sostituirsi a esso con mani d’amianto. Poteva persino sventagliare la nuca del suo signore come uno schiavo nubiano. Ma da alcuni mesi Cota è alla testa di una Regione italiana di una qualche importanza: il Piemonte.

Questo significa che, qualsiasi cosa faccia, non è più il leghista che la fa, ma il governatore del Piemonte. E Cavour non combinò tutto quell’ambaradan perché i suoi eredi finissero a reggere il posacenere del pronipote di Alberto da Giussano in una prefettura di Vicenza dove tra l’altro sarebbe pure vietato fumare.

È legittimo che Cota nutra per il suo futuro progetti ambiziosi, come reggere il posacenere al prossimo presidente della Repubblica Padana. Però, nell’attesa che più alti destini si compiano, dovrebbe almeno far finta di rappresentare la Regione che lo ha votato. Per quanto possa sembrargli strano, Cota incarna un’istituzione. Quindi via le camicie, le cravatte, i fazzolettini verdi. E i posacenere, per favore, sul tavolino.

mercoledì 10 novembre 2010

Due nuove gallerie

Altre due nuove gallerie da boston.com

La prima ci mostra un reportage dell'eruzione del vulcano Merapi in Indonesia.


La seconda ci mostra una serie di immagini relativa alle grandi migrazioni.

Babbo Natale esiste

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 10/11/2010

La pubblicità francese di una banca mostra un padre che annuncia al figlio cresciutello: «Ho una brutta notizia da darti: Babbo Natale non esiste». Si tratta, immagino, di una denuncia ironica dei «bamboccioni». L’ironia è diventata il lasciapassare di qualsiasi bischerata. Se mostri una donna con un filo interdentale al posto della gonna sei volgare. Ma se la mostri spiegando che si tratta di una rivisitazione ironica della volgarità altrui, allora qualcuno ti considererà un genio. Purtroppo o per fortuna i bambini non conoscono l’ironia, frutto del disincanto. Si nutrono di sogni e di certezze: per loro Babbo Natale, che diamine, è Babbo Natale. E lo spot negazionista li ha sconvolti, provocando crisi di pianto in tutta la Francia, con conseguenti arrabbiature dei genitori nei confronti della tv cinica e bara.

Inutile dire che hanno ragione. Babbo Natale esiste. Lui e la Befana sono gli unici baluardi di meritocrazia in questa società che non riesce più a premiare e a punire nessuno. Solamente nel mondo vero, quello echeggiato dai miti, la giustizia funziona ancora. Sei stato bravo? Regali. Cattivo? Carbone. Senza favoritismi, ripescaggi, raccomandazioni. Anziché tolte ai piccoli, certe sicurezze andrebbero restituite ai grandi. Magari la tv ci trattasse da bambini. Invece ci tratta da deficienti. Con una mano nasconde le questioni sociali e con l’altra irride gli archetipi universali. Babbo Natale galoppa con le sue renne in un angolo dei nostri cuori, ma è un vecchietto fragile: per ucciderlo, a volte, basta una battuta.

martedì 9 novembre 2010

Cosce mafiose

Da spinoza.it

Semplificazione normativa a Venezia: l’acqua alta passa alla regione.

Il Veneto finisce sott’acqua. Confermando la vocazione al sommerso.

(Ma guardiamo il lato buffo: un sacco di leghisti sui gommoni)

Il maltempo è stato così devastante che i telegiornali hanno dovuto alleggerire con un servizio sui morti sul lavoro.

Il Veneto ha risposto all’emergenza usando le procedure standard: squadre di cittadini girano per le strade gridando alle acque di tornarsene a casa loro.

Si indaga sulle responsabilità delle istituzioni: pare che abbiano montato il Mose al contrario.

Vicenza allagata. I gatti girano già in umido.

La Protezione civile presidia la città mentre il suono delle ambulanze echeggia per le vie: è il loro modo di festeggiare un altro affare concluso.

Ora il Veneto chiede aiuto. Ma nessuno lo capisce.

Esondazioni anche in Calabria: colpiti due quartieri di Gioia Tauro, eccetto i negozianti in regola coi pagamenti.

Berlusconi a Fini: “È maggiorenne e incensurata. È la mia ultima offerta”.

Il premier: “La mafia vuole colpirmi”. Com’è noto, anche a Falcone riempirono la casa di mignotte.

Secondo il premier, gli scandali sarebbero una vendetta della mafia. In pratica si tratta di ammutinamento.

“Fango e menzogne non mi fermeranno”. Sono amici di vecchia data.

Ruby si racconta: “Ricordo ancora le frustate sulla schiena di mio padre”. Non credevo che la accompagnasse alle feste.

Berlusconi lamenta: “La stampa non dà risalto a ciò che davvero fa il governo”. Tranne forse Penthouse.

Draghi: “I precari vanno stabilizzati”. Potrebbero cadere dai tetti.

Cgil, una donna alla guida. Inevitabili gli scontri.

* * *

autori: dr. tarr, nemidan, arresto del carlino, demerzelev, lorberto, il professor morte, cityman, gabbbbro, misterdonnie, edelman, archi il leone, cicciorà, giga e fed-ex.

Tutto il resto è gioia

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 09/11/2010

Signor Franco Califano, ho appena saputo che lei è un anziano povero e solo, tanto da essersi appellato alla legge Bacchelli che garantisce un sussidio statale agli artisti in disgrazia. Non mi scandalizza l’attenzione mediatica riservata al suo caso, mentre della povertà e solitudine degli anziani ignoti non importa un fico secco a nessuno. E non punterò il dito sui milioni da lei sperperati nel corso della vita in amorazzi, fuoriserie e sostanze assortite: fatti suoi. Ma le canzoni no, sono fatti anche nostri. Una in particolare: «Tutto il resto è noia». Ha idea dei disastri causati da quel manifesto della superficialità umana, che esalta le emozioni a scapito dei sentimenti e considera «noia» qualsiasi cosa non produca una scarica di adrenalina?

Eugenio Finardi provò a metterci una pezza («l’amore è fatto di gioia ma anche di noia») e un Franco più spirituale di lei, Battiato, cercò «un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente», ma ormai era troppo tardi: i materialisti avevano trovato l’inno a cui appoggiarsi per giustificare il loro sfarfallio esistenziale privo di senso, salvo ritrovarsi alla fine della giostra isolati e depressi. Perché quella che lei chiama «noia», Califano, è la vita vera. E non è affatto così noiosa. Noiosi, e un po’ patetici, sono i settantenni che continuano ad abitare il mondo come ragazzini. Da contribuente sono disposto a finanziare la sua vecchiaia, ma a una condizione: se proprio non vuol cambiare registro, cambi almeno il testo.

venerdì 5 novembre 2010

Dies Iraq

Da spinoza.it

Serie di attentati esplosivi devasta Baghdad. È il loro piano regolatore.

Un’ondata impressionante di attentati combinati getta il popolo iracheno nel terrore. Proprio adesso che se la godevano.

La capitale irachena è stata colpita da 16 esplosioni. Una in più avrebbe portato male.

Numerose autobombe sono esplose nei maggiori punti di ritrovo della città, ma come esci dal centro è un mortorio.

Colpiti soprattutto bar e locali notturni. E meno male che i musulmani non possono bere B52.

Fonti della polizia parlano di 100 vittime e 200 feriti. Così possiamo ricordarcelo facilmente.

(100 morti e 200 feriti. La solitudine dei numeri tondi)

Cordoglio unanime per le numerose vittime, che ora non potranno ringraziare gli americani per aver liberato il loro paese.

Già da mesi gli Usa avevano proclamato la fine delle ostilità in Iraq. È scandaloso come questi guerriglieri siano così disinformati.

Si pensa che il numero di morti sia destinato a crescere. In compenso diminuirà quello dei feriti.

I quartieri colpiti: Sadr city, Shùla, Shaab, Huseiniyah, Bayà, Saydiyah, Kadhimiyah, Abu Dsheer, il distretto di Amel e Yarmouk. Scommetto che se ci mettevo l’Eur non ve ne accorgevate.

Le zone colpite erano a maggioranza sciita. Erano.

Gli ospedali hanno diffuso una richiesta urgente di donazioni di sangue. Non è facile grattarlo via dalle macerie.

Uno dei razzi è caduto su un funerale. Il tempo di un aggiornamento e il corteo è ripartito.

(“Il razzo ha colpito un funerale”. Ormai è una delle frasi esempio sulle grammatiche di arabo)

Festini del Pdl, anche Brunetta coinvolto. Nelle gare di limbo è imbattibile.

Una giovane escort rivela di essersi rivolta al ministro per una questione riguardante il figlio. Che voleva un amichetto.

“Meglio guardare le belle ragazze che essere gay”, ha detto Berlusconi il 2 novembre, mentre commemorava la sua dignità.

Poi tenta di recuperare: “Che comunque è meglio che essere negri”.

La Carfagna prende le distanze dal premier dopo la battuta sugli omosessuali. Non è carino scherzare sulle malattie.

Rissa al concorso per notai. C’era una monetina per terra.

* * *

autori: mix, serena gandhi, il professor morte, puccio di luce, waxen, gabbbbro, fed-ex, demerzelev, negus, faberbros, misterdonnie, benze, lorberto, giga e figliodiprozac.

Torniamo a parlare di scudi

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 05/11/2010

E torniamo a parlare di scudi. Alf, il ministro Alfano, che abbrevio in Alf apposta per non chiamarlo col finale Ano, bene Alf, sta smarmigando ancora con ’sto Lodo Berlu. Adesso si discute sulla reiterabilità. Cioè ci si domanda se questo scudo possa valere anche se Berlu smette di fare il presidente del Consiglio. Frattini ha proposto lo scudo automatico. Che appena Berlu fa un cazzata ecco che si apre l’ombrello. Io proporrei già che ci siamo il paraballe giudiziario. Berlu lo indossa e si para dai colpi bassi dei giudici nani che gli arrivano all’altezza dei gioielli. Eventualmente anche il «guscio anti caduta» come quelli dei telecomandi. Secondo me, Alfy, se alla fine gli fate un guscio Meliconi su misura è la cosa migliore.

Ma cambiamo genere e spostiamoci nel mondo dei contraccettivi femminili. Grandi novità. Gli inventori del prodotto sono un po’ come quelli degli assorbenti. Stakanovisti. Non si fermano mai. Farebbero la gioia di Marchionne. E adesso dopo la pillola, il cerotto, l’anello, le spirali e mai più finito, è spuntata la crema. La nuova cremina anticoncezionale. Basta spalmarsela addosso e lei rilascia poco a poco un ormone progestinico che blocca l’ovulazione. Funziona esattamente come il cerotto, solo che non si stacca e non rischi di trovartelo appiccato alla fronte dopo una notte agitata. Ci saranno vari gradi di protezione? Tipo che se una va a letto col marito basta la crema pasticciera, ma se va a letto con... Ligabue per esempio, ci vuole il fattore di protezione 26? Con Russell Crowe che è maschio all’ennesima potenza devi dare la prima mano, aspettare che asciughi, dare una seconda, passare la carta seppia e alla fine fare anche le rifiniture.E alle volte filtra lo stesso. E poi dove te la spalmi? Vicino alla yolanda farà più effetto? Se la stendi lì intorno, nella zona calda diciamo, là dove la festa impazza, il walter arriva al galoppo. Secondo me però fai una boiata perché metti sulla strada giusta lo spermatozoo. Meglio darsela sotto le ascelle per depistare. Non troppo lontana dal punto utile, però, se no non fa in tempo. Tipo che se per esempio te la spalmi sulle orecchie secondo me prima che arrivi all’utero sei già incinta di due gemelli... Ne basta pochissima, dicono. Sì, ma non per me. Io mi conosco, io sono paranoica. Io se devo dipendere da una crema per non restare incinta mela spalmo un tubo per volta, mi faccio il bikini di crema, che un eventuale walter in visita scivolerebbe come le anguille di Comacchio prima di centrare il bersaglio. E poi, se sbaglio tubetto? Se credo di mettermi l’anticoncezionale e invece mi ungo con l'autoabbronzante? Mi ritrovo nera come Eto’o e oltretutto incinta.

Conoscendo i maschi vedrai che, sperimenta che ti sperimenta, faranno una crema che oltre a essere anticoncezionale avrà anche un effetto anticellulite e idratante. Così che passerà il concetto che più fai l’amore e più usi la crema, più ti va via la cellulite. Così se il tuo lui ti becca in bagno che ti spalmi la crema ti vola sulle piume pensando ecco che ci siamo. E invece tu magari ti stavi solo facendo la ceretta a caldo e lui si ustiona il walter.

Avanti il prossimo

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 05/11/2010

E così, con le elezioni di Midterm, ci siamo giocati anche Obama. Magari si rifarà fra due anni, ma intanto ha perso l’aureola del messia che gli abitanti del pianeta Terra, non solo gli americani, gli avevano ansiosamente attribuito, obbedendo come sempre a un’emozione intensa ma superficiale, destinata a evaporare alle prime difficoltà. La tipica emozione di un mondo di individualisti che si ciba d’immagini, procede per suggestioni - la pelle nera, Yes We Can - e non crede più nei partiti e nei gruppi sociali, ma soltanto nel leader salvifico. Tanti uomini soli mettono un uomo solo al comando che in realtà non comanda quasi su niente. Cosa potrà mai fare una persona, anche di qualità eccelse, dentro un sistema economico che si muove per conto proprio, secondo dinamiche che la politica riesce appena a scalfire? La sala dei bottoni non ha più bottoni o forse ne ha troppi perché dall’altra parte risponda ancora qualcuno.

I cittadini non hanno smesso di sognare il cambiamento. Ma in assenza di un sistema organico di valori lo hanno delegato a singoli ambasciatori di un’emozione collettiva, caricandoli di responsabilità insopportabili e alimentando speranze che durano lo spazio di una campagna elettorale. Anche in Italia non ti chiedono più quali idee hai, ma se stai con Casini, con Vendola, con Berlusconi. Una biografia in cui ci si possa identificare per sentirsi migliori, una faccia alla quale appendere desideri confusi per poi ritrovarsi ogni volta disillusi, traditi. Avanti il prossimo.

giovedì 4 novembre 2010

Quattro gallerie

Oggi, per rimediare ad un periodo di latitanza inserisco quattro gallerie da boston.com

La prima ci mostra la situazione di Haiti a 10 mesi dagli eventi che sconvolsero questa magnifica isola.

La seconda ci riporta il solito report fotografico mensile, per il mese di ottobre, dall'Afghanista.

La terza ci mostra le cerimonie di commemorazione dell'ex presidente argentino Nestor Kirchner.

La quarta, ed ultima, ci porta in un tour a spasso per l'Islanda.

Giovinezza ciao

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 04/11/2010

Davvero fosforica l’idea concepita dal Festival di Sanremo per i 150 anni dell’Italia unita: eseguire sul palco «Bella ciao» e «Giovinezza», rispettivamente colonna sonora della Resistenza e dei pestaggi squadristi. Erano italiani anche quelli, no? Come l’olio d’oliva e l'olio di ricino, la Costituzione e le leggi razziali. Ah, le forzature della par condicio! Perché le due canzoni non sono proprio la stessa cosa. «Bella ciao» è la torva nenia dei partigiani rossi ed evoca cosacchi a San Pietro e santori ad Annozero. Invece «Giovinezza» trasuda ottimismo spensierato: ti mette subito voglia di afferrare un manganello e scendere in strada a sgranchirti un po’. Come dite, organizzatori del Festival dell’Ipocrisia? «Giovinezza era l’inno della goliardia toscana del primo Novecento». Ma certo. E' per questo che è famosa. E’ per questo che volete trasmetterla in eurovisione. Per rendere omaggio a quel fenomeno ingiustamente sottovalutato che fu la goliardia toscana del primo Novecento. E «Faccetta nera» allora, era lo slogan di una crema abbronzante?

Peccato che tanti italiani saliti in montagna o internati in Germania dopo l'8 settembre non siano più qui a commentare questo gemellaggio ardito (in ogni senso): vi avrebbero spiegato la differenza fra «Bella ciao» e «Giovinezza» meglio di me, anche se con toni meno ilari. Provo a condensare il loro pensiero: il fascismo è stato un regime dittatoriale precipitato in catastrofe, non può essere banalizzato in questo modo. In nessun modo. Vi sembrerà incredibile, ma non tutto fa spettacolo nella vita.

mercoledì 3 novembre 2010

Garrone senza Cuore

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 03/11/2010

Sollecitato da alcuni colleghi, in questo articolo mi accingevo a cantare le lodi del presidente della Sampdoria, il petroliere Garrone, che con un gesto d’altri tempi ha chiesto la rescissione del contratto di Cassano, suo insultatore personale, rinunciando a un mare di soldi in nome dei principi: il rispetto dei ruoli, la responsabilità nei comportamenti, la buona educazione. Prima però ho commesso l’imprudenza di parlarne con diversi conoscenti, tutte persone stimatissime, e di andare a curiosare fra i blog che si occupano della vicenda. Ecco una sintesi della mia ricerca. «Ha rinunciato ai soldi in nome di un principio? Sai che sforzo, è miliardario!». «Aumenterà il prezzo della benzina, così la sua nobiltà d’animo la pagheremo noi». «In realtà risparmia sull’ingaggio». «Se Cassano gli ha chiesto scusa, perché lui non lo perdona? Il Garrone di Cuore lo avrebbe fatto». «C’è ancora qualcuno che crede a queste pagliacciate? Quei due sono d’accordo». «Ho saputo da fonte certa che Cassano sarà ceduto al Napoli». «Qualcuno sa dirmi se viene alla Juve? Lo vedrei bene nel 4-4-2». «Secondo me lo prende l’Inter». «Dopo gli scudetti vogliono rubare anche Cassano!». «Che m’importa se sputa, rutta e insulta. Basta faccia un paio di assist a partita». «Per me Garrone gli ha teso una trappola». «Ma siete proprio sicuri che lo abbia insultato?».

Tutto ciò letto e considerato, rassegno nelle vostre mani le mie dimissioni da moralista per mancanza di materia prima. Ormai «la morale» è un errore di stampa: fra la «l» e la «a» ci vuole l’apostrofo.

martedì 2 novembre 2010

L'uomo del mezzo secolo

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 02/11/2010

Se la lunga festa (finita) dell’Occidente ha avuto un simbolo, per me quel simbolo è stato Maradona, che non è neanche occidentale in senso stretto e proprio oggi compie mezzo secolo: auguri. Ebbi la ventura di dedicarmi a lui per un campionato intero: a Napoli, mattina dopo mattina e mattana dopo mattana, con l’entusiasmo spregiudicato dei suoi e miei vent’anni. Ho spiato da dietro una siepe il bagno affollatissimo della sua casa di Posillipo. Ho sbirciato foto ricattatorie che lo ritraevano in situazioni che voi umani, eccetera. L’ho inseguito mille volte per carpirgli una battuta, quasi sempre un insulto, fino a quando un inviato di lungo corso non mi trattenne per un braccio: «Lascia correre gli altri, tu conserva le energie per la macchina da scrivere».

Era Vittorio Feltri. Ogni sera, trasmesso l’articolo dove Maradona attaccava briga con qualche potente, disertava l’allenamento o finiva nei guai per una ragazza, mi domandavo: cosa potrà ancora inventarsi domani per non venire a noia? Ma era un esercizio ginnico della mia fantasia, che il giorno dopo veniva oltrepassata dalla realtà. Solo in seguito avrei capito che Maradona faceva sempre notizia perché era l’emblema inconsapevole di un’epoca, la nostra: emotiva, ossessionata dalla trasgressione, prodiga nel dilapidare talenti senza preoccuparsi del futuro. Quando infine si ritirò, tutti fummo concordi nel dire che un fenomeno mediatico come lui non ci sarebbe più stato. E invece ci sbagliavamo. Bunga bunga se ci sbagliavamo.