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lunedì 31 maggio 2010

Afghanistan, maggio 2010

In questi giorni il conflitto in Afghanistan è divenuto la guerra più lunga che abbia mai coinvolto le forze statunitensi. Più della guerra del Vietnam, della seconda guerra mondiale, della guerra di indipendenza e della guerra civile.
In questa galleria di boston.com una serie di immagini che ci mostrano il giorno del ricordo di tutte le vittime che sono morte svolgendo il loro servizio militare dalla guerra civile in poi.

Mou e mai più

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 29/05/2010

Mi permetto di dissentire da Aldo Grasso, che sul «Corriere della Sera» ha appiccicato il bollino blu del traditore su quella faccia da schiaffi di José Mourinho, che mentre sollevava la coppa dell’Inter parlava già da allenatore del Real Madrid. Mou non è affatto un traditore, ma un uomo del suo tempo. Un tempo che non concepisce più il tradimento, perché ha smesso di concepire il futuro. Se nel calcio, e altrove, esistesse ancora il futuro, allora sì che la toccata e fuga del divo portoghese sarebbe stata un gesto inconcepibile. In un mondo dotato di futuro, l’eroe vittorioso non scappa dal castello un attimo dopo averlo espugnato. Se lo gode, e cerca di ampliarlo, un mattone sopra l’altro.

Ma il nostro mondo ha espulso dal suo orizzonte il domani: è un’epoca precaria e miope, che giudica le persone dai risultati immediati e, avendo cancellato la pazienza, non può certo aspettarsi la gratitudine. Come tutti i capitalisti moderni, Moratti non ha chiesto al suo manager di pianificare con calma i risultati, ma di raggiungerli subito, pena il licenziamento. Mourinho ha fatto ciò che gli era stato ordinato e ora andrà a rifarlo altrove, perché è uomo di emozioni e non di sentimenti. Le emozioni sono violente e brevi, evaporano in fretta: un momento piangi avvinghiato a Materazzi, e il momento successivo tratti col presidente uno sconto sulla rescissione del contratto. I sentimenti, invece, sono lenti e profondi, anche un po’ noiosi. Sarà per questo che vanno così poco di moda. A differenza di Mou.

Più leggero dell'aria

Riempite un materiale leggero con aria calda, elio o idrogeno ed otterrete un vascello che volerà più leggero dell'aria. Persone in giro per il mondo usa palloni, mongolfiere ed aeronavi per trasporto, ricerca, trasporto messaggi, protesta e, la maggior parte, divertimento.
Da boston.com ecco una serie di immagini che ci mostrano palloni di ogni tipo, dimensione e utilizzo.

venerdì 28 maggio 2010

Si è alzato il vento delle primavere

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 28/05/2010

Mi sa che si è alzato il vento delle primavere che alza le gonne e fa mostrare le pere. Eh già, perché ogni due per tre fotografano una con il seno di fuori. E la Ilary, e la Hunziker, e la Anderson… in ogni rotocalco che si rispetti c'è sempre una foto con su scritto: «Inconveniente alla serata di gala: capezzolo fa capolino dal décolleté». Posso dire? Inconveniente una mazza. Se la tetta sta in un contenitore adatto, non esce. Ve lo garantisco. Certo che se ti metti una scollatura larga come il delta del Niger, allora può capitare. Se pretendi di contenere due dirigibili della Goodyear dentro una scollatura che va dalle clavicole all'ombelico, è dura. Anche stando immobile, la massa freme. Se poi addirittura balli, alè.

O ti fissi il vestito con l'Attack, ma poi levarlo è un casino, oppure devi farti dare due punti di sutura dal chirurgo. Poi, più tette c'hai, più rischi. Se sei piatta come uno schermo a cristalli liquidi, puoi anche metterti solo due bretelle che non esce niente, se invece c'hai una terza si scucchiaiano come palle di gelato, strusciano fuori come serpi… Ma ragiona, amica. Se sei Rocco Siffredi, non ti metti un costume a francobollo quando vai al mare, perché basta che ti alzi dalla sdraio che ti scappa l'arrosto, no? Chiedo almeno la cortesia di non cadere dal pero. No, perché a me fa poi venire i nervi leggere le interviste di queste minne vaganti che dichiarano: «Uhh…ma davvero mi è uscito il seno mentre saltavo sul tappeto elastico? Eppure avevo un reggiseno di carta velina grosso come un bicchierino per il prelievo delle urine! Come può essere capitato?». Amore? Avevi un reggiseno grosso come una benda sull’occhio del corsaro, e ti stupisci che due chili di roba siano tracimati? Le donne lo sanno che le tette van sempre un po’ dove vogliono loro, sono anarchiche, son come i vostri amici di Maria che mica stan lì fermi come le ruote di un cannone…perché li chiamate balle? Perché ballano! E le tette pure. Ci son quelle che ce le hanno molli come due sacchetti di seirass, o toste come le mozzarelle dentro il nylon, che cerchi di prenderle e loro si spostano: ma mai fisse come paracarri.

E se ti sdrai non puoi pretendere che loro stian lì ferme come due sassi di Matera. Si muovono. Come due crème caramel che quando il cameriere te li porta continuano a dondolare anche quando son già sul tavolo. Ma quello che mi manda ai matti sono quelle che fan finta di non accorgersene. Ma come? Ti salta fuori dal vestito una bombola del gas e tu non te ne accorgi? «Sì, ogni tanto sentivo, durante il balletto, che qualcosa mi sbatteva sull’occhio, ma non ci facevo caso». Ragazze? Ma prima di fare un balletto vi fanno l’epidurale!? Ve le anestetizzano? Che poi sono le stesse che in mezzo al casino di una festa si accorgono se si smaglia la calza a rete di mezzo centimetro, invece se salta fuori un melone non sentono niente. Secondo me lo fanno apposta. Anzi. Ti dirò di più. Si organizzano: «Bene… stasera devo ballare la lambada…. adesso mi metto un reggiseno di pelle d'anguilla di due taglie più piccolo e per sicurezza mi ungo le bocce con l'olio di giogioba. Così volano via che è una meraviglia». Se continuiamo così, per forza che poi tutti pensano che noi donne siam cretine

Il provinciale

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 28/05/2010

Se ho capito bene, il governo ha deciso di sopprimere le province con meno di 220 mila abitanti, escluse quelle che confinano con Stati esteri o che, nello sfortunato caso in cui non confinino, si trovano in una regione a Statuto Speciale (come la sarda e tentacolare Ogliastra, 58.389 abitanti), oppure hanno un ministro amico del presidente della provincia, oppure si estendono per un numero di chilometri inferiore alla metà della circonferenza della pancia del segretario provinciale moltiplicato pi greco. Se ho capito bene, la provincia di Rieti si è già cautelata, chiedendo a quella di Roma di cederle una parte della Sabina (acquisita ai tempi del famoso ratto) così da rientrare nei requisiti di sopravvivenza. Se ho capito bene, con la soppressione della provincia di Isernia, la provincia di Campobasso coinciderà con l’intero Molise, che potrebbe quindi essere soppresso in una reazione a catena che costringerà il molisano Di Pietro a chiedere asilo politico al parco dell’Abruzzo. Se ho capito bene, la provincia di Massa Carrara, abolita nonostante l’opposizione dell’unica opposizione rimasta in Italia, il portiere carrarese Buffon, si gemellerà con quella di Lucca, ripristinando i confini sanciti da Napoleone. Se ho capito bene, la norma sulla soppressione delle province è stata annunciata e poi smentita e poi infarcita di deroghe e infine rimandata a un decreto attuativo che le salverà tutte.

Ma forse non ho capito bene. Perdonatemi, sono un provinciale.

giovedì 27 maggio 2010

Parole che dici umane

da spinoza.it

Intercettazioni, primo sì alla legge bavaglio. A quanto risulta dalle telefonate.

Il disegno di legge sulle intercettazioni verso l’approvazione definitiva. Resterà permessa la mimica facciale.

Ecco un estratto della nuova legge: “Se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, è mai realmente caduto?”

La legge prevista è così restrittiva che il Tg1 resterà esattamente uguale.

Per adeguarsi al provvedimento, il Pd è rimasto senza parole.

(Questa legge ci voleva proprio. Finalmente la mafia tornerà a non esistere)

Secondo la Santanchè, registrare i colloqui tra i boss e i loro familiari significa violarne la privacy. Per non parlare di quando li arresti.

Grazie alla nuova legge, per non essere accusati basterà parlare dei reati in forma ipotetica: “E se ti corrompessi?” “Accetterei”.

Si complica l’iter per dare il via alle intercettazioni: per i giudici sarà necessario inoltrare un’apposita richiesta a Emilio Fede.

Gli ascolti non potranno superare i 75 giorni. Trascorsi i quali gli inquirenti saranno autorizzati a trascrivere quel che ricordano.

(Le intercettazioni avranno una durata limitata. Sennò a trovare il colpevole sono capaci tutti)

Diventerà impossibile riportare le intercettazioni. Massima attenzione quando ti dettano gli editoriali.

Saranno vietate anche le cimici. Berlusconi dovrà inventarsi di essere stato spiato in qualche altro modo.

Se questa legge fosse già in vigore, non avremmo mai saputo molte cose. Ad esempio Scajola non avrebbe mai scoperto che casa sua era stata pagata da altri.

(Non capisco perché il ddl sulle intercettazioni venga chiamato “legge bavaglio” quando il suo scopo è garantire di poter dire in santa pace il cazzo che ti pare)

Roberto Saviano: “Con questa legge non avrei mai scritto Gomorra”. Potremmo pensare a una legge per fermare Moccia?

“Questa legge non è incostituzionale”, ha dichiarato Alfano. E anche questa è fatta.

* * *
autori: milingopapa, blepiro, deadnature, ministry, borges, demerzelev, faberbros, uomomordecane, serjoka, bojafauss, alexfor, trovatarli, starrynight e the genius.

Mi illumino d'incenso

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 27/05/2010

La virtù cristiana dell’umiltà è entrata improvvisamente in sciopero a Salerno, dove l’arcivescovo ha inaugurato una statua che lo raffigura. Monsignor Pierro ha voluto pensare ai fedeli più miopi, adoperandosi affinché la scultura fosse alta almeno quattro metri. L’opera che tramanda ai posteri le fattezze di questo servo del Signore è stata eretta nel Seminario metropolitano, là dove i sacerdoti sono soliti svolgere gli esercizi spirituali. Ne trarranno ispirazione per riflettere sulle miserie della natura umana, fra le quali l’ego espanso è in fondo una delle più innocue. Anche delle più diffuse, però: un altro monsignore, a Vallo della Lucania, si è fatto ritrarre in un affresco alla destra di Gesù.

Siamo convinti che il vescovo di Salerno raccolga schiere di devoti che lo vorrebbero santo subito e immortalato nella Cappella Sistina accanto ad Adamo. Eppure nemmeno a loro dispiacerebbe sapere con quali denari Sua Eminenza ha commissionato il capolavoro che fissa i suoi nobili lineamenti nel marmo di Carrara. Non ricordo che la scultura venisse citata nella pubblicità dell’otto per mille. Mentre mi pare di ricordare che il monsignore andrà presto a giudizio, con l’accusa d’aver attinto ai fondi pubblici per ristrutturare una colonia per bambini bisognosi che un miracolo ha successivamente trasformato in albergo a cinque stelle. Di sicuro sono storie come questa che inducono a credere nell’origine divina della Chiesa: non si capirebbe, altrimenti, come possa sopravvivere da duemila anni a certi preti.

I profughi dello yacht

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 26/05/2010

Ai lettori che vivono con preoccupazione la crisi economica vorremmo segnalare un dramma nel dramma. Quello di Elisabetta Gregoraci, moglie di Flavio Briatore e mamma del di lui erede, Falco Nathan. «Al mio piccolo manca lo yacht», è il grido di dolore che la donna ha affidato a un settimanale. «Da quando siamo stati costretti ad abbandonare la barca, il bambino piange spesso, non è più sereno come prima». Segue un racconto dettagliato e crudele: dopo la nascita del pargolo, la famiglia Briatore è costretta ad accamparsi su uno yacht con 12 persone di equipaggio e 63 metri di parquet. Una sistemazione di fortuna, in attesa che finiscano i lavori della nuova abitazione, che sorgerà in località defilata: Montecarlo. Ma ecco sopraggiungere i finanzieri a sirene spiegate, con l’accusa di contrabbando e frode fiscale. I profughi dello yacht devono scendere a terra e riparare in un attico di Londra, dove il clima è meno mite e il pavimento neanche ondeggia.

Siamo sicuri che milioni di donne si immedesimeranno nell’incubo della signora Briatore. È tale il terrore che i loro figli possano soffrire il trauma della perdita dello yacht che hanno preferito abituarli fin da subito a condizioni di vita meno precarie: una culla ricavata nella stanzetta della nonna. Da parte nostra - oltre a offrire al piccolo Falco Nathan la più incondizionata solidarietà per i decenni a venire - ci domandiamo se la sua mamma abbia una minima percezione della realtà che la circonda. Ma forse sullo yacht si captava soltanto il Tg1.

martedì 25 maggio 2010

Il paese dei balokki

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 25/05/2010

In replica alla proposta della maggioranza governativa di rinviare a ottobre l’inizio dell’anno scolastico, la Rete degli Studenti Medi - un’associazione che rappresenta gli iscritti ai licei e agli istituti superiori - ha diffuso un duro comunicato stampa che comincia così: «La Gelmini cerca di mettere delle pezze hai disastri che ha causato?». Bella domanda. Ne avremmo una anche noi. Ragazzi, non ci sarà un’acca di troppo? Piccola dritta: non è la seconda, nonostante in molte lettere, anche di adulti, ci sia spesso qualcuno che «à detto» o «à fatto» qualcosa.

Prima che mi tacciate di passatismo, vorrei fosse messo a verbale che non ho (ò?) nulla contro le innovazioni linguistiche. Nell’Ottocento i giornali scrivevano China e chinese. Poi quell’acca si è persa e molti si chiedevano dove fosse andata a finire. Ma ora che è rispuntata nel vostro comunicato siamo più tranquilli. Insomma, fino a un certo punto. Bisogna mettere delle pezze hai disastri: su questo havete ragione. E il disastro più disastroso è che la scuola habbia abdicato alla sua funzione di base: insegnarci a scrivere e a parlare in modo corretto. Mica per altro: è che chi parla e scrive male, pensa male. E’ come uno che esce di casa con le scarpe slacciate: magari cammina per qualche metro, però prima o poi cade. Su tutto il resto si può discutere. Ma se non ci mettiamo d’accordo almeno sull’alfabeto, finiremo col non capirci più un’acca.

lunedì 24 maggio 2010

Saluti da Saturno

Da boston.com una carrellata di immagini, inviate dalla sonda Cassini, che ci mostrano Saturno e le sue lune.

venerdì 21 maggio 2010

Calamite magiche

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 21/05/2010

Mi tocca. Torno al mio elemento. Torno al focolare, alla materia grassa, al fango primordiale della comicità svaccona, torno alla notizia idiota che, trattata da me, non può che peggiorare. Novità per tutti i walterini d’Italia. D’ora in avanti chi ha problemi di decollo dell’arnese, di consistenza dell’attrezzo, insomma chi non sa come far decollare il suo modellino miniaturizzato, c’è la calamita. Sì. La calamita da walter. E’ un nuovo ritrovato. Vi dico anche come si chiama. Segnatevelo. Che male c’è? Non è mica vergogna, se ti resta molle come una acciuga sott’olio... Si chiama Vigor. Più o meno come la marca dei cicles. Anche facile da ricordare. Se ce l’hai come un buble gum prendi Vigor. Di cosa si tratta. Spiego l’ambaradan. Tu, maschio che soffri di caduta libera, maschio che hai spesso il walter che fa bungee jumping, tu maschio che vorresti che ti saltasse fuori dalle mutande il lupo cattivo e invece si affaccia pollicino, basta che ti sistemi all’attaccatura delle orecchie due piccole calamite e per magia il walter ti diventa di ferro e si solleva. Come il ponte levatoio dei castelli. Senti anche il rumore: Sradadadadan...

Sì, perché pare che nell’orecchio ci siano dei punti magici che si possono stimolare per guarire da un sacco di malattie compreso lo smollacchiamento del joystick. Insomma, la calamita cosa fa? Attiva dei neurotrasmettitori che mandano l’impulso al Grande Fratello che entra in nomination. Si solleva come Polifemo quando lancia i massi a Ulisse. E tu maschio non dovrai mai più gridare alla tua donna: Buttati che è morbido! Però attenzione: non è che devi metterti la calamita prima di fare il ciupa dance, prima della performance... Anche perché non sarebbe carino. Tu inviti a cena una, lei vede le calamite e capisce subito che aria tira. Certo, le puoi sempre dire: «Amore per questa serata importante ho pensato di mettere gli orecchini di mia madre...», ma poi lei si preoccupa ancora di più. No, tu ti devi caricare prima. Come se fossi un telefonino. Ti metti in carica le orecchie come si fa per il cellulare. Minimo 20 minuti e ti dura 4 ore, massimo 60 minuti e l’effetto dura 14 ore. Giuro che è tutto vero. Nei casi più difficili ci vogliono due magneti da motore marino, che pesano sui quaranta chili l’uno. Ma scusa, mi chiedevo, se per far risorgere il geco albino ti metti i magneti nelle orecchie, per guarire dalla otite ti implacchi due calamite sugli amici di Maria? Vedrai che ci sarà gente che si farà fare delle calamite enormi.

Si, perché voi maschi siete così. Non vi basta mai. Dovete avere la macchina più lunga, l’orologio più grosso e le calamite più enormi. Peccato che poi ci andremo di mezzo sempre noi. Perché passeremo da un estremo all’altro. Dal nulla cosmico, alla tempesta magnetica. Capace che per strafare teniate poi i magneti in carica nelle orecchie per due settimane. Così poi dalle mutande vi parte un manico di rastrello che vi prende in fronte e andate giù come salami. Messi ko dal vostro stesso pralinato ducale.

Il prezzo della Mercedes

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 21/05/2010

Dopo aver strillato al complotto, alla truffa, al pericolo per la democrazia, Mercedes Bresso ha ritirato il ricorso contro la vittoria del suo rivale Roberto Cota nelle recenti elezioni del Piemonte. In cambio la Lega si è limitata a togliere il veto alla conferma della signora nel prestigioso incarico di presidente del Comitato delle Regioni europee. «Ho accettato la mediazione raggiunta per consentire a uno svelenimento dei rapporti nell’ottica di un reciproco riconoscimento», ha spiegato Bresso in una neo-lingua dai significati oscuri, eppure fin troppo chiari.

Abbiamo smesso da tempo di credere che chi fa politica sia dotato di una spina dorsale più solida di quella di noi comuni mortali. Ci accontenteremmo che appagasse le sue ambizioni personali senza sovrapporle ai destini della democrazia. Una precauzione che dovrebbe valere soprattutto per coloro che chiedono il voto agli elettori di sinistra, ergendosi a paladini degli ultimi. Mai visto Robin Hood mettersi d’accordo con lo sceriffo di Nottingham. Sarà anche vero che tutti hanno un prezzo, ma la presidenza di un comitato sembra un saldo di fine stagione. Una mancia, se paragonata per esempio alla liquidazione di Sant’Oro. La prossima volta che le toccherà di «consentire a uno svelenimento dei rapporti nell’ottica» suggeriremmo a Bresso di farsi assistere anche lei dal manager di Santoro e Paola Perego, Lucio Presta. Si tratterà di un «reciproco riconoscimento».

giovedì 20 maggio 2010

Professione fotoreporter

Ieri, 19 maggio, il fotoreporter italiano Fabio Polenghi è stato ucciso mentre riprendeva gli scontri fra i soldati della Thai Army ed i dimostranti anti governativi delle "Camicie Rosse". Ancora una volta un fotografo perde la vita per documentare e mostrare al Mondo quello che avviene in questi paesi. La galleria di boston.com ci mostra proprio la situazione in cui il nostro connazionale ha perso la vita.

mercoledì 19 maggio 2010

Dieci motivi per tifare Inter sabato sera (se tifi Juve)

Articolo tratto da Il Secolo XIX del 18/05/2010

Sabato prossimo l’Inter si gioca la finale di Champions, un evento che si potrà osservare guardando in direzione del proprio televisore tra le 20.45 e le 23 di sabato 22 maggio, meglio se con delle maschere da saldatore o qualche altro apposito strumento ottico per proteggere il cristallino, mentre vi ricordo che sono poco efficaci protezioni casalinghe come le lastre del vostro fegato o i negativi delle foto dell’ultima volta che in finale di Champions c’era la Juventus.

Di fronte a un simile strabiliante fenomeno, un tifoso juventino potrebbe finire preda del panico e avere la tentazione di espatriare, di sacrificare all’altare del barbecue la povera nonna per scongiurare ulteriori sventure di portata apocalittica o, peggio, di gufare. Non è bene.

Ci sono invece tante valide ragioni per godersi la partita davanti alla TV sostenendo i nerazzurri, e io ne voglio suggerire almeno dieci, perché va bene la rivalità sportiva e tutto quanto, ma alla fine non bisogna dimenticare che il calcio è soprattutto un gioco. Allora sabato sera noi tifosi bianconeri dovremo tifare Inter perché: uno, è una squadra italiana. Non tifare Inter solo perché in campo scenderanno undici giocatori stranieri allenati da un allenatore straniero che dice che il calcio italiano non gli piace e che in Italia non si sente a casa è solo una ridicola scusa.

Due, con la vittoria dell’Inter saliremmo nel Ranking Uefa ed eviteremmo di perdere un posto Champions, che è importante, visto che ultimamente arriviamo settimi. Se, per ipotesi, l’Inter dovesse vincere le prossime cinque o sei Champions, alla fine potremmo tornare a giocarla anche noi, forse, giusto in tempo per essere eliminati dal Górnik Zabrze.

Tre, se lo merita. Oh, sì, che se lo meriti è fuor di dubbio, lo dico senza ironia: l’Inter è la squadra più forte in circolazione, ha battuto i neocampioni d’Inghilterra e i neocampioni di Spagna nonché campioni d’Europa e del mondo, voglio dire, è un fatto. E chi sostiene che non meriti di meritarlo per via di certe telefonate dove anche loro chiedevano questo o quell’arbitro, be’, si sbaglia, perché non c’è niente di male nel chiedere un arbitro corretto, o macchiato, o espresso, come al bar giù all’angolo, e in questo l’Inter è italiana davvero. Quattro, loro tifavano per noi nel 1997 e nel 1998 e nel 2003, me lo ricordo bene perché, dopo, anche se abbiamo perso, i tifosi interisti sfilavano per le strade suonando i clacson e sventolando le bandiere, allestendo allegri caroselli al fine di consolarci. Ah, non ci fossero stati loro a tirarmi su il morale in quelle sere così tristi!

Cinque, se l’Inter vince, Mourinho se ne va al Real Madrid, e se Mourinho se ne va al Real Madrid c’è qualche possibilità che il ciclo-incubo dell’Inter finisca e, secondo i calcoli dei Maya, il prossimo ciclo-incubo dell’Inter è previsto per il 2050. Se l’Inter vince, Mourinho potrebbe anche restare per vincere la Coppa Intercontinentale, e se Mourinho resta (sei) noi ci divertiremo un mondo con le sue esilaranti battute e avremo un’altra occasione per non gufare l’Inter. Senza dimenticare che (sette) i viaggi intercontinentali sono molto lunghi, specie con le nubi dei vulcani preistorici di questi tempi. Otto, vi do un consiglio: scommettete tutto quello che avete in banca sulla vittoria dei nerazzurri e, credetemi, tiferete Inter come dei matti e scoprirete se nella vita conta di più il tifo o contano di più i soldi. E poi – nove – gufare non funziona, e la ragione è che quest’anno i tifosi bianconeri sono potentissimi catalizzatori di sfiga. Allora, prima che sia troppo tardi, proviamo a invertire i flussi. Infine, dieci, l’Inter che vince la Champions è un evento che nella vita di un uomo capita una volta sola, se capita. Come la cometa di Halley. Vale la pena esserci.

MAURO ZUCCONI è uno dei blogger più popolari e premiati. Il suo sito è http://chinaski77.splinder.com

Signorina Avidità

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 19/05/2010

Nonostante un ingaggio non proprio miserabile (15 milioni di dollari), Sarah Jessica Parker ha svaligiato i camerini di «Sex and the City 2», portandosi a casa scarpe e borsette firmate, persino un set di bicchieri di cristallo. È tale l’identificazione fra l’attrice e il suo personaggio che la notizia esce dal cerchio del pettegolezzo per assumere un significato simbolico. Quando si farà del revisionismo televisivo, bisognerà affrontare il caso di quella serie amatissima, dove quattro ragazze dotate di senso dell’umorismo parlavano di sesso senza pudori. Per i maschi della mia età fu una rivelazione. Per le femmine una liberazione. In Carrie e nelle sue amiche vedevamo il frutto maturo del femminismo: donne in carriera, indipendenti e autosufficienti, che sguazzavano nel sistema con la stessa disinvoltura e gli stessi desideri di un uomo. Era un frutto puramente materialista, ma lì per lì nessuno volle farci caso. Storditi dall’ebbrezza del cambiamento, non perdemmo tempo a chiederci se avesse anche un valore. E nessuno si accorse che le quattro newyorchesi erano le sorelle ideali dei finanzieri di Wall Street, a cui le accomunava un’identica spinta: l’avidità.

L’avidità non è un prodotto del consumismo. Semmai del turbo-consumismo: la versione esasperata, che consiste nel volere sempre di più e sempre più in fretta. Così, a furia di accumulare borsette, sono crollate le Borse. E sotto le macerie non è rimasta Carrie, ma quelle che sognavano di assomigliarle e ora devono pagarle il conto dello shopping.

martedì 18 maggio 2010

Non ho l'età

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 18/05/2010

Nel replicare in pubblico a Carla Fracci, che si era appena scagliata a indice sguainato contro di lui dandogli del farabutto, il sindaco Alemanno ha spiegato che la direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma ha fatto il suo tempo ed è giunto il momento di dare spazio ai giovani. Forse ignorava che il teatro di cui è presidente ha designato come successore della Fracci il coreografo belga Micha van Hoecke, che di anni ne ha 66. Ma forse non lo ignorava affatto. E 66 anni, in quest’Europa ingrigita, rappresentano l’età giusta per uscire finalmente allo scoperto, così come i 74 della signora Fracci non frenano le ambizioni e le indignazioni dell’interessata (d’altronde l’ex presidente delle Generali se n’è andato sbattendo la porta a 85).

Se la scienza promette di tenerci su questo pianeta fino a cent’anni, è inevitabile che tutte le altre tappe esistenziali debbano essere ritarate. Sta già succedendo: in silenzio, come nelle vere rivoluzioni. In giro si vedono adolescenti che non si avventurano ad attraversare la strada senza il sostegno rassicurante dei genitori. Precari rugosi che si trascinano da un lavoro all’altro, da un amore all’altro, chiedendosi cosa potranno fare da grandi. E signore obiettivamente anziane ma ancora figlie che gridano nel telefonino: «Mamma, ti ho già detto che non posso accompagnarti dal parrucchiere». Ci auguriamo che il sessantaseienne van Hoecke non debba pagare un prezzo troppo alto alla sua inesperienza.

Trent'anni fa un altro vulcano

Ultimamente un vulcano, dal nome impronunciabile, in Islanda sta provocando non pochi problemi alla vecchia Europa. Trent'anni fa un altro vulcano, Monte S. Elena nello stato di Washington, ebbe un'eruzione esplosiva di pari livello. Grazie a boston.com ecco una serie di immagini che ce la ricordano.

lunedì 17 maggio 2010

L'arma disarmante

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 15/05/2010

La settimana scorsa, la maestra napoletana Maria Marcello si era tuffata in una zuffa di bambini per separarli ed era stata colpita da un calcio che le aveva fracassato la milza. Al risveglio dall’operazione, le sue prime parole erano state irrituali: voleva rivedere il piccolo che l’aveva mandata all’ospedale e perdonarlo. Ieri il bambino le ha spedito una lettera di scuse, un mazzo di fiori e il vangelo della sua prima comunione. Libro Cuore? Può darsi.

Per me quella maestra è una rivoluzionaria e ha raccolto il frutto di un gesto non buonista, ma anticonformista. Esiste oggi qualcosa di più banale che vendicarsi delle offese subìte? Pare sia rimasta l’unica regola morale accettata da tutti: ogni torto va riequilibrato con un’offesa di segno uguale e contrario. Centinaia di film gialli e di curve ultrà non fanno che ripetercelo di continuo: l’onore, la giustizia e il rispetto si ottengono soltanto con la ritorsione. Un bambino ti spacca la milza? Che sia cacciato dal consesso urbano, umiliato lui e la sua famiglia. Così il bimbo crescerà avvelenato contro il mondo, in preda a un astio vittimista che i familiari non mancheranno di alimentare. Poi arriva una maestra da 1100 euro al mese che dice: «Ti perdono». E lo scenario di colpo si ribalta. Perché come fai a sentirti ancora vittima della società, quando la «tua» vittima ti chiede di stringerle la mano?
Il perdono è l’arma disarmante. Non puoi farci nulla: ti vince, ti conquista, ti redime. Ed è una medicina che alleggerisce il cuore di chi lo riceve, ma ancor più quello di chi lo offre.

L'ultimo lancio

Nell'ottobre del 1985 lo Space Shuttle Atlantis veniva lanciato per la prima volta nello spazio. A 25 anni di distanza parte per la sua 32esima ed ultima missione. Da boston.com ecco una galleria per ricordare le sue ultime missioni prima del pensionamento.

venerdì 14 maggio 2010

Una preghiera

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 14/05/2010

Oggi vorrei elevare al cielo una preghiera. Una supplica accorata. Una prece. Mi rivolgo agli scarpari. A tutti i geppetti del cuoio, agli artisti della tomaia, ai profeti del decoltè. Io vi prego con tutto il cuore. Quando fate le scarpe da donna, potete fare per favore anche i 34 e 35 per noi minipony? Per noi diversamente abili di piede? Zampe di criceto? Io non dico di non fare i 38, i 40 e le barche a vela del 44 per carità... Volete fare un 47 tacco dodici color pera per le drag queen? Sono io la prima a dire bravi. Ma poi, magari con i ritagli di pelle di scarto, con i pezzi di pelle di vitello sbirgoli ricavati dalle orecchie e dal tondino della coda della mucca, potete fare per cortesia qualche scarpa in più del 35? Che sono stufa di andare in giro con le scarpe dei clown 3 numeri più lunghe? Mettetevi una mano sulla coscienza e una sulla tomaia, vi prego. Tutti lì che camminano in una Valle Verde e noi chi siamo? Le figlie della serva?

Ma guardatevi intorno: non ci sono solo stangone alte uno e ottanta, ci son tanti bei donnini di un metro e mezzo che c’hanno i piedi monchi anche se non se li fasciano nella culla come le cinesi. Cosa devono portare, ’ste disgraziate, ai piedi, due baguette, due sci? Io ho 45 anni, Reverendi. Non ne posso più di andare in giro con le Lelli Kelly, le scarpe di panno con le stelle alpine, e le Geox col velcro come all’asilo. Son stufa di entrare da Bambi a comprarmi le scarpe con stampati i Pokemon. Se il seno perfetto sta in una coppa di champagne, il piede ideale deve stare nella bottiglia da un quarto delle osterie. Fine. Prendete la misura così. Che non ne posso più di sentirmi dire: «Guardi, avevamo un 35 ma l'abbiamo venduto...». Sì, perché se lo fanno, ne fanno uno. Come la Gioconda. Finito quello ciao. Oppure ci son quelli che fanno il 35 bastardo. Finto. Un 35 però pianta larga. Una piastrella di cuoio. Ma siete cretini? Non è che se hai il piede corto per pareggiare ce l’hai largo. Noi basse non abbiamo le zampe del pastore tedesco, maestro della concia... Guarda. Fate una linea a nome mio. Vi do il permesso. La linea «Littizzetto, piede corto da nanetto». No, perché se continua così noi zampe di gatto andiamo giù di testa. Prendiamo poi a sberle i commessi quando ti dicono: «Guardi il 35 non c’è. Prenda il 36 e ci mette un po’ di cotone sulla punta». Ma mettilo te il cotone sulla punta... Quando ti metti in costume da bagno e sembra che sia vuoto davanti mettici il pluriball. Pezzo di babbeo. Prova, ad andare in giro tutto il giorno con un gnocco d’ovatta nella scarpa: la sera ce l’hai mummificato, il piede, la sera ti levi la scarpa e salta fuori la pietra filosofale. Un sasso di Matera. Idiota. Oppure ti dicono: «Metta una soletta». Minchia e straminchia. Allora. La soletta non è che allunga il piede, lo alza... maledizione... così invece di uscirti da dietro ti esce dall’alto... Mettitela tu la soletta. Pirla. Prova. Se ce l’hai corto mettiti la soletta. Prova. Vedi un po’ se ti si allunga. La soletta te lo alza magari fino al mento ma non te lo allunga. La lunghezza della tua pochezza resta quella. Imbecille.

Annunciazioni

da spinoza.it

Scajola non andrà a Perugia. A meno che non gli comprino un’auto.

Bersani: “Costringerò il governo a rispondere sugli appalti. Fosse la prima cosa che faccio”.

“Il governo risponda o lo facciamo rispondere noi” ha detto Bersani chiamando l’ora esatta.

È Berlusconi il più amato dagli immigrati. Secondo un sondaggio della Scavolini.

Sembra che il 42% degli immigrati voterebbe Berlusconi. Ma è meglio non rischiare.

Moratti: “Gli immigrati irregolari normalmente delinquono”. Strano, con tutte quelle opportunità a disposizione.

(“I clandestini delinquono”. Anche chi li assume in nero)

Roma, ragazzo pestato da numerosi agenti di polizia. Era una delle prove del concorso.

Dopo Roma-Inter, Stefano Gugliotta è stato malmenato perché scambiato per un ultrà. Doveste imbattervi in dei poliziotti, vi conviene specificare subito cosa non siete.

(Io comunque li capisco: ne picchiano talmente tanti che un errore ci puo’ stare)

Durante il pestaggio, qualcuno dai palazzi urlava: “Siete in venti contro uno!”. Immediato l’arrivo dei rinforzi.

Il sofisticato identikit del tifoso ricercato indicava “Uno con la maglietta rossa”. Paperoga già si caga addosso.

Dopo il pestaggio, Gugliotta si è salvato grazie alla tempestiva assenza dei medici.

Un dente rotto, sei punti in testa e segni di numerose manganellate per uno scambio di persona. Pensate se era quello giusto.

Gugliotta è stato scarcerato, ma resta in piedi l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Cucchi ne uscì pulito.

Carla Bruni: “Ho fatto sesso con Sarkozy mentre un capo di stato aspettava”. Di poter uscire dall’armadio.

(Sesso prima di un incontro diplomatico. Mi ero fatto un’idea piú noiosa delle riunioni al G8)

Il Papa sulla pedofilia: “Il perdono non sostituisce la giustizia”. Tranquilli, nessuno vi ha perdonato.

“Le sofferenze per la pedofilia anticipate nel terzo segreto di Fatima”. E in quello di Pulcinella.

Topolino crocifisso in un megastore cinese. E vedeste cos’hanno fatto a Minni!

Le reazioni: “È un insulto a un’icona del mondo occidentale”. E anche a Cristo.

Lippi dirama la lista dei convocati per i mondiali. Parecchi i vivi.

Travaglio: “Ai mondiali non tiferò per l’Italia”. Sì, però ora non ci scrivere un libro.

* * *
autori: il barba, rfr, anziani, stanis delcuore, scienzedellevanghe, serena gandhi, faberbros, fedgross, astabada, il professor morte, castorovolante, bean, mancio1971, berse, richi selva, trovatarli, ansermo, mamadami, ghiro, ema_palazzi, dehihiho e gbona.

Le due code

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 14/05/2010

Centinaia di interisti sono già in coda davanti a una banca di Milano per acquistare i cinquemila biglietti della finalissima di Champions in vendita da sabato mattina alla modica cifra di 225 euro. Chi non ama il calcio scuoterà la testa, «o tempora o mores». Chi lo ama e non ha la sua squadra in finale di Champions, la scuoterà lo stesso, ma per altri motivi. Non c'è dubbio che affiora un mondo, in quella coda. Il primo a presentarsi con tenda e brandina è stato un disoccupato: categoria purtroppo emergente e dotata di tempo libero. Il secondo un cinese che vive in Olanda e va pazzo per l'Inter: quando si dice la globalizzazione. Il terzo un italiano di minoranza: ha stilato su un foglio la lista delle precedenze per evitare il classico effetto-serpentone di tutte le code nostrane, dove c'è sempre uno che ti passa davanti e poi dice: non mi ero accorto che ci fosse una fila.

Questa coda di sfollati mi sembra di gran lunga più dignitosa dell'altra, che la Casta sta srotolando da alcuni giorni con telefonate e messaggi a dirigenti e sponsor, per approdare a un biglietto gratuito o comunque acquistabile senza mescolarsi al volgo. Già si è scritto di consiglieri del Comune di Milano dotati di regolare tagliando per amici e congiunti. Chissà se esiste un Anemone interista che regala biglietti ai potenti in cambio di favori. Gira voce, ma si tratta sicuramente di una malignità, che un noto politico raggiungerà il Bernabeu con un elicottero della Protezione Civile per assistere alla finale a sua insaputa.

giovedì 13 maggio 2010

Acari alla frusta

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 13/05/2010

Esistono ancora notizie che anche un giornalista scafato scorre con le pupille a pallina da golf, continuando a ripetersi: «non può essere». Non può essere che alcuni furbastri importino degli aspirapolveri a trecento euro, li ribattezzino «presidio medico elettromedicale antiacaro» e li rivendano in nero a quattromila, pensando di farla franca. Non può essere che migliaia di persone, di quelle diffidenti che appena per strada si avvicina uno sconosciuto si mettono una mano sui glutei a protezione del portafogli, abbiano sborsato quattromila euro in nero per un «presidio medico elettromedicale antiacaro» senza mettersi a ridere. Non può essere che i furbastri abbiano assunto centraliniste e venditori porta a porta, caricandoli con canti, slogan e inno nazionale. Non può essere che questi ragazzi, i quali a casa si inalberano se la mamma non ha ancora stirato loro la camicia preferita, accettino di farsi prendere a frustate sulle gambe in sala mensa, come Fantozzi: pubblicamente umiliati se alla fine della settimana non avevano truffato abbastanza clienti.

Non può essere, eppure è. Accade a Incisa Valdarno, nella civilissima Toscana. Una storia molto italiana e gli ingredienti ci sono tutti: la furbizia, l’evasione fiscale, il rincoglionimento pubblicitario e la scopiazzatura grottesca dei modelli americani. Soprattutto la vera istituzione nazionale, la famigghia: i giovani venditori venivano convinti a piazzare i primi aspirapolveri presso i parenti. Assumere il figlio a frustate, per truffare i suoi genitori: è questa l'imprenditoria del nuovo medioevo italiano?

mercoledì 12 maggio 2010

L'importanza di un accento

Talento vietato

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 12/05/2010

Hai talento? Hai fantasia? Hai personalità? Allora resta a casa. La lista dei trenta calciatori fra cui il c.t. Lippi sceglierà i 23 che voleranno con lui in Sudafrica è una Nazionale che assomiglia alla Nazione. Abbondano i reduci e i bravi ragazzi, ma latitano disperatamente i numeri 10, quelli in grado di movimentare una conferenza-stampa e soprattutto una partita che si sta mettendo male. Quando devi recuperare lo svantaggio e azzardare la mossa del cavallo, facendo alzare dalla panchina il campione che sovverte gli schemi, inventa un gol o un assist, si procura un rigore. Noi ai Mondiali, con tutto il rispetto, dalla panchina faremo alzare Pepe o Cossu. E Mario Balotelli, fisico maestoso e tecnica straordinaria? Immaturo, e poi è così giovane. Totti? Vecchio, e poi è così immaturo. Del Piero? Lui maturo lo sarebbe, ma anche troppo vecchio. Cassano e Miccoli? Ah, quelli non si sa, perché il c.t. non ritiene di dover dare spiegazioni delle sue scelte al volgo. Solo una volta gli scappò detto che Cassano non si adattava al gruppo per ragioni «psicotattiche»: forse il barese e Miccoli soffrono di sonnambulismo o dicono troppe parolacce negli spogliatoi.

Intendiamoci. Anche Vittorio Pozzo, unico c.t. capace di bissare la vittoria mondiale, preferiva gli uomini solidi ai guitti.

Ma ebbe sempre cura di coltivare un paio di fenomeni nelle sue squadre. Inoltre, fra il trionfo del 1934 e quello del 1938, cambiò ben nove undicesimi della formazione titolare, lasciando in campo soltanto Ferrari e Meazza - come dire De Rossi e Pirlo al quadrato - mentre qui la lista dei reduci è sterminata. In compenso la grande Inter è assente (capitava già a quella di Herrera), nonostante Motta e Balotelli abbiano la cittadinanza italiana. E la Roma seconda in classifica ha meno convocati dell'Udinese, in lotta fin quasi all'ultimo per la salvezza. La parte del leone continuano a farla Juventus e Milan, che dominavano nel decennio scorso. E' proprio una Nazionale che assomiglia alla Nazione: voltata all'indietro, arroccata intorno a un capo che non ama le personalità altrui, vietata ai giovani e priva di rispetto per chi canta fuori dal coro. Quando chiesero a Vicente Feola - selezionatore del Brasile di Djalma Santos, Garrincha, Didì, Vavà e Pelé - con quale criterio facesse le convocazioni, lui rispose: «Prima chiamo tutti quelli che sanno giocare a calcio. Poi, nei ruoli rimasti liberi, metto gli altri».

Non conosceva la psicotattica, lui.

martedì 11 maggio 2010

Che giorno è?

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 11/05/2010

Alla ricerca dell’ultima foto di un cormorano imbrattato di petrolio, la nostra redazione ha ripescato dall’archivio un vecchio giornale. Sotto l’immagine straziante della povera bestia, il titolo d’apertura annunciava il disastro ecologico: settantamila tonnellate di greggio perse da una petroliera. Pensavamo che le affinità coi giorni nostri fossero finite lì, quando lo sguardo ci è caduto sul secondo titolo della prima pagina: «I veti incrociati gelano il dialogo sulla giustizia». Gli occhi di tutti sono corsi alla data: mercoledì 20 novembre 2002, quasi otto anni fa. Eppure il ministro Tremonti annunciava una manovra lacrime e sangue anche allora. E a pagina 5, non ci crederete, «Mezza Quercia prende le distanze da Fassino». Esattamente come oggi mezzo Pd, mentre l’altro mezzo le prende da Bersani. Dopo aver solcato con le pupille sbarrate «La Lega preme per il federalismo fiscale», una pagina monografica su Ciancimino e una sulla mancanza di pluralismo dell’informazione, siamo finalmente approdati agli Esteri: «Europa, la grande malata». Inseguiti dalle notizie zombi, abbiamo cercato rifugio negli Spettacoli, dove era in corso una polemica sull’eccesso di cattivo gusto in tv. Lo sport, invece, era dominato dalla protesta dei tifosi giallorossi. «Verso la Roma c’è malanimo».

La faccio breve. Per trovare qualche differenza fra il giornale del 2002 e quello di stamattina abbiamo dovuto cercare una foto di Berlusconi: gigioneggiava con Schroeder a pagina 10 ed era molto più vecchio.

lunedì 10 maggio 2010

Devo adeguarmi

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 07/05/2010

Devo adeguarmi. Devo promettere anch’io che farò lo spogliarello. Tutte le vamp del paese annunciano che se vince la loro squadra, si spogliano nude. Voglio sbiottarmi anch’io... Tranquilli. Ci sono pochissime probabilità che succeda, io sono della Juve. Sono condannata a stare vestita mi sa ancora per un bel po’. Melissa Satta ha detto che si spoglia se vince il Milan, la Francesca Fioretti si spoglia se vince il Napoli, persino la Ferilli ha detto che si rispoglia se vince la Roma. Già perché l’aveva già fatto una volta. Era rimasta con addosso uno strato di pelle di salsiccia... hai presente quando levi la pelle al polpo? Ecco, uguale. Potrebbe almeno fare qualcosa di diverso, non so, buttarsi con l'elastico da Ponte Milvio, quello dei lucchetti, passare in elicottero a far vedere le tette anche nelle periferie, affacciarsi all’Angelus insieme al Papa, con le scarpe rosse di Prada uguali alle sue. Per il Cagliari, per dire, chi si spoglierà? Cossiga? Se vince l’Inter si spoglia la Moratti?

Unaltro che si è spogliato è Roberto Bolle il ballerino, il Maradona della calzamaglia, il Pelé del sospensorio. Giorni fa ha debuttato al San Carlo di Napoli con una nuova versione della «Giselle» in cui balla nudo. Oltre al lato B ci mostra il lato A. Non che il lato B facesse schifo... C’ha delle natiche, Bolle, delle chiappe di goretex con dentro la materia di cui sono fatti i diamanti, sembrano incollate fra di loro con l’attak. Comunque, dicevo... Bolle, all’ultima scena, per la disperazione di vedere che Giselle è morta, si spoglia nudo e fa il plié e il plissé col walter déshabillé. Che tra tutte le cose che poteva fare quella era proprio l'ultima... Poteva farle la respirazione bocca bocca a ’sta Giselle, provare a risuscitarla con gli elettrodi come Frankenstein, poteva piangere a dirotto, strapparsi i capelli, prendersi a scudisciate. No. Lei è morta? Perfetto. Tiro fuori il pirillo. Mi metto a sventolare il corredo da bollito. Mati pare? Capirei se fosse stato il «Flauto magico» o «L'Uccello di fuoco »... Tra l'altro pensa come sarà contenta la ballerina, perché la protagonista di Giselle è Giselle, mica il principe? Lei che avrà studiato quindici anni, coi calli ai piedi, i sovraossi, finalmente la chiamano a fare Giselle, non gli piomba sui maroni Bolle che tira fuori il merlo rosa? E così guardan tutti lui? Ma certo. Perché poteva entrare Brunetta a fare la morte di Giselle bevendo il Solepiatti e non se ne accorgeva nessuno. Tra l’altro, pensavo, sarà anche difficile ballare con tutto ’sto ambaradan libero e bello... E’ come portarsi dietro un gatto in bici, dà più fastidio che aiuto. Non credo che se ne stia in elevasion... se ne starà lì morto come la morte del cigno... non lo puoi neanche usare per fare il jeté, le randonné, il pas de deux e il caprice des dieux. Fai una piroette e si mette a ruotare come la roulette... Gli amici di Maria uguale. Quelli ballano per conto loro... Lui balla da una parte, gli altri ballano dall'altra... Un balletto nel balletto. Comunque, nonostante quelli del teatro si fossero raccomandati di non fare riprese con telecamere, nel momento clou in cui Bolle ha fatto volteggiare nell’aria il croissant hanno tutti sfoderato il telefonino ed è partita una scarambola di flash che momenti l'acceca. L’aurora boreale. Le luci di Las Vegas. E adesso sarà pieno di trofie che avranno nel desktop del telefonino le balle di Bolle.

Cariatidi

da spinoza.it

Scajola si è dimesso. A sua insaputa.

“Forse la mia casa è stata pagata da altri”. Ma se li becco!

L’ex ministro ha dichiarato di provare “una grande sofferenza”. Ma la vista non è male.

Scajola: “Non sapevo che la mia casa l’avessero pagata altri”. Una scusa che si può usare anche per le troie.

A giorni Scajola sarà ascoltato come persona disinformata sui fatti.

Berlusconi prende l’interim. Bersani il Lexotan.

Denis Verdini indagato per corruzione. Anche secondo la questura.

Il coordinatore del Pdl ha respinto ogni addebito. Ma ha accettato ogni accredito.

Verdini: “Nella mia mentalità non ci sono le dimissioni”. Fai prima a dirci cosa c’è.

Dopo le dimissioni di Scajola, il premier teme l’effetto domino. Io spero nell’effetto strike.

Berlusconi: “Mai pronunciato la parola congiura. Neanche adesso”.

Crisi, scontri e violenze ad Atene: tre morti e una banca incendiata. Non svelatemi il finale, aspetto che esca in Italia.

(Tre persone sono morte soffocate. E dove, se non in una banca?)

I titoli greci sono così declassati che l’ultima valutazione è stata fatta da Ideal Standard.

La Grecia confida comunque nella ripresa: “Lo Stato non raggiungerà mai la bancarotta” ha dichiarato Zenone.

Moody’s conferma il rating dell’Italia. È sempre “Ah Ah Ah”.

(Nessun problema sui bond italiani: potete continuare a usarli per incartare i giornali)

Berlusconi: “Le agenzie di rating non sono credibili”. Ne ero convinto anch’io, ma adesso sono confuso.

Noemi Letizia festeggia i 19 anni: “Dimostrerò quanto valgo”. Vabbe’, la cosa non dovrebbe prendere molto tempo.

Stavolta Berlusconi non è intervenuto alla festa. Non ama le tardone.

Cina, trovato cadavere con un’anguilla nel sedere. Che sistema scomodo, per trovare cadaveri.

Elvis Presley morì di stitichezza. Love me Tenderly.

* * *
autori: alexfor, abulafia, starrynight, morvan, elorfin, ansermo, the genius, misterdonnie, faberbros, votafone, lorberto, venividiwc, lacaduta, waxen, francesco cocco, gbona, archi il leone, ghiro, pol1000, stark, pippobaccello e konti.

Due gallerie

La scorsa settimana, causa malattia, non ho postato. Per rimediare vi presento due gallerie da boston.com
La prima fa riferimento al 35° anniversario della fine della guerra del Vietnam.


La seconda ci mostra le immagini dell'alluvione che ha colpito, in questi giorni, lo stato del Tennessee.

martedì 4 maggio 2010

Casa e Chiesa

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 04/05/2010

Lo confesso: nel leggere le parole del cardinal Bagnasco sull’Unità d’Italia che «è un tesoro per tutti e non va bistrattata» mi sono commosso. Ho pensato al mio unico idolo politico, Cavour, morto gridando in faccia al suo confessore: «Frate, libera Chiesa in libero Stato!». Alle invettive di quel mangiapreti inguaribile di Garibaldi. Alle scomuniche di Pio IX contro Vittorio Emanuele «re di briganti». Al destino zoppo di un Paese nato dall’azione di un pugno di liberali e di massoni, nel disinteresse delle masse analfabete e con l’aperta ostilità della Chiesa, che fin dal Seicento impedì la nascita di uno Stato nazionale, evocando di volta in volta un protettore straniero per impedirla. C’è voluto del tempo, ma ora i nostri padri risorgimentali possono stropicciarsi gli occhi nell’aldilà, scorrendo le interviste patriottiche del cattolicissimo Andreotti e la ferma scelta di campo del capo dei vescovi. Quante lotte, sofferenze e inimicizie per arrivare a pensarla tutti alla stessa maniera. Non fosse che per questo, dobbiamo ringraziare la Lega, che con le sue sparate (l’ultima è il sito web con il rotolo di carta igienica bianco rosso e verde) mi ricorda un compagno delle elementari, il quale disegnava sul sussidiario un paio di corna sopra l’immagine di Garibaldi «che ci ha riempito il Nord di terroni», rivelando così per contrasto a tutti noi il fascino dell’Italia unita.

Già pregusto il Buongiorno che scriverò fra un secolo e mezzo, quando il pronipote di Calderoli inneggerà ai prefetti e al tricolore.