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mercoledì 31 marzo 2010

Uno scatto per lo sport

Partecipo a questo concorso online. Se a qualcuno di voi piacciono le mie foto ed ha voglia di perdere un po di tempo votandole l'aiuto è ben accetto. Le mie foto sono queste:

Tie break

da spinoza.it

Regionali, trionfo del Pdl. Il cancro ci rimane malissimo.

Berlusconi: “Ha vinto l’amore”. Che è cieco.

7 regioni al centrosinistra, 6 al centrodestra. La cosa più difficile è stata spiegare la vittoria a Gasparri.

In mattinata Fini ha telefonato a Berlusconi. Per riconoscere la sconfitta.

Dopo la vittoria elettorale il Premier ha chiamato Sarkozy. Per prenderlo per il culo.

Al Pd registrano dati positivi. Devono disporre di strumenti sensibilissimi.

I vertici del centrosinistra soddisfatti per la tenuta. Effettivamente in mutande si sta comodi.

Bersani: “Non è vero che il Pd ha fallito”. E poi è brutto parlare male degli assenti.

Per il segretario del Pd la sconfitta in Lazio “è un palo al 90° minuto”. Ma non ha detto dove.

Bersani: “C’è un’inversione di tendenza”. Sì, nel cammino evolutivo.

I confronti con il 2005 non si possono fare perché nel 2005 non c’era il Pd. Quindi si possono fare.

Il Pd trionfa comunque in Umbria, Marche e Basilicata. Prossimi obiettivi Liechtenstein e Andorra.

Ora la Lega dividerà l’Italia in tre macroregioni. E solo perché Renzo Bossi ha un’interrogazione di geografia.

La Polverini festeggia la vittoria in discoteca. Momenti di tensione all’ingresso: sembra che non fosse in lista.

Brunetta sconfitto a Venezia. L’unico a risentirne sarà il Carnevale.

Dopo questa tornata non si voterà più per tre anni. Se saremo fortunati.

* * *
autori: van deer gaz, levitas, waxen, faberbros, negus, batduccio, venividiwc, lorberto, alessioviola, batduccio, serena gandhi, ansermo, milingo e fedgross.

martedì 30 marzo 2010

L'ora per la Terra 2010

Il 27 marzo è stato il giorno di un'ora per la Terra. Questa iniziativa, partita tre anni fa dall'Australia, si è ora diffusa in molti paesi in tutto il mondo. Alle 20:30 locali di ogni paese aderente gli impianti di illuminazione dei monumenti e degli edifici di maggior interesse vengono spenti per consentire di "tornar a riveder le stelle". In questa galleria di boston.com possiamo vedere la differenza tra "acceso" e "spento" cliccando sulle singole fotografie.

Legionari

da spinoza.it

Regionali, cala l’affluenza alle urne. La crisi è così forte che molti voti sono rimasti invenduti.

(la manifestazione di piazza San Giovanni deve aver prosciugato i fondi)

In ribasso le percentuali nel Lazio. Ma tanto c’è tempo tutta la settimana per votare.

Ieri alle 12 aveva votato il 15% degli illusi.

Forti i sospetti di brogli: stamattina al seggio mi hanno dato una macchina fotografica.

Crolla l’affluenza a L’Aquila. Anche quella l’avevano costruita a cazzo di cane.

(Forse gli aquilani temevano di non reggere all’emozione di trovarsi in un luogo chiuso)

Di Pietro: “Gli elettori devono fare una scelta di campo”. In base al concime migliore.

Berlusconi valuta il dato sull’affluenza: è molto basso. E anche il dato.

Al seggio, Bersani è apparso sorridente e rilassato ai giornalisti che gli chiedevano chi fosse.

Il segretario del Pd è andato a votare con moglie e figlia. Per ricordarci che anche lui tiene famiglia.

Bersani: “Ho dormito benissimo”. E per tutta la campagna elettorale.

Bersani: “Abbiamo fatto quello che potevamo”. Niente.

La Polverini è andata a votare presto. Per paranoia.

Emma Bonino è arrivata al seggio da sola. Come da due mesi a questa parte.

La Bonino è andata a votare con la stessa giacca che indossa nei manifesti. Temeva di non riconoscersi.

Troppo spazio alla maggioranza, l’Agcom multa Tg1 e Tg5. Al Tg4 ormai ci ha rinunciato.

Il pagamento verrà bonificato dallo stesso conto.

Felipe Melo segna il gol decisivo della Juventus, Max Biaggi vince una gara in Superbike: la vittoria del Pd non sembra più così impossibile.

Polemiche sulla validità delle preferenze per politici non in lista. Rassegnatevi, Gramsci non lo potete votare.

Per vigilare sul voto, il Pdl schiera i gladiatori della libertà. 50 euro a foto.

Vittorio Sgarbi è ottimista sull’esito delle elezioni. Spera gli vengano assegnate le schede in cui sono scritti degli insulti.

Berlusconi si è trattenuto a lungo nel seggio. Voleva dargli un’ultima occhiata.

Berlusconi si è trattenuto a lungo nel seggio. Poi sono finite le schede.

Berlusconi si è trattenuto a lungo nel seggio. Non trovava lo sciacquone.

Berlusconi si è trattenuto a lungo nel seggio. Ogni volta devono rispiegargli tutto.

Berlusconi si è trattenuto a lungo nel seggio. Sappiamo quanto ami prendersela comoda davanti a una fessura.

Il premier è andato a votare tenendo in mano un ramoscello d’ulivo. In fiamme.

Nella notte la scheda depositata da Berlusconi ha tenuto sveglie tutte le altre.

* * *

autori: blepiro, cani & porci, venividiwc, bardx, faberbros, uomomordecane, docmax, misterdonnie, puccio di luce, alexfor, mestmuttèe, demerzelev, lorberto, giovanni cerro, stark, batduccio, van deer gaz e serena gandhi.

venerdì 26 marzo 2010

Non è la RAI

da spinoza.it

Il tuo browser non supporta gli iframe.

Santoro fa 12 minuti di introduzione. Peggio di un remix di Disco inferno.

Santoro: “Non siamo al fascismo”. Non ci sono abbastanza soldi per le villeggiature.

“Non voglio tirare Napolitano per la giacchetta”. Sennò sbava.

I fan di Berlusconi invitano Santoro ad andare a lavorare. Cazzeggiando in piazza.

L’inviato di Santoro insultato dai manifestanti del Pdl. Tutti e dieci.

Piovani: governo ladro.

La sigla di Annozero è suonata dal vivo. Dai musicisti licenziati dalle orchestre d’Italia.

Sul palco un comico che ha fatto fortuna con il tormentone “Povero Silvio”. Ma non è Ghedini.

L’apertura della serata affidata a Cornacchione. Poi dice che non c’è dietro il Pd.

(Cornacchione imita Berlusconi. Ma fa meno ridere)

Berlusconi manda affanculo tre volte al giorno. Siamo comunque ampiamente in vantaggio.

Gli ascoltatori di Travaglio riescono a guardare la luna invece del dito. Quello lo sentono.

Floris: “Tutto sta scendendo di livello”. Tranne la merda.

Parla Floris e il pubblico applaude. Ma forse ha segnato la Juve.

L’intervento di Floris è talmente banale che la sua faccia anonima sembra sincera.

La trasmissione fila via, liscia come l’ovvio.

Gad Lerner sembra più incisivo di Floris. Un crescendo che culminerà con Marzullo.

L’Agcom multa il Tg1. Per pubblicità ingannevole.

Barbara Serra: “Da Londra l’Italia è vista come un’anomalia”. E la vicinanza non migliora l’impressione.

Auguri ai Briatore

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 26/03/2010

Facciamo subito gli auguri ai Briatore perché dopouna gravidanza che pareva essere una delle più lunghe della storia, è nato finalmente il bambino. Falco.Unbel falco di 4 chili. Siccome il nome era impegnativo gliene hanno messo un secondo: Nathan. Ecco. E metterne un terzo? Magari una roba tipo: Cannocchiale. Vi do anche un’idea per il prossimo figlio. Se è maschio: Merlo Maria Pregiudizio, per una sorellina sarei più minimale: Pillola Galaverna Pistacchia. Oggi son così. Tachisa. Attaccabrighe. Eallora neapprofitto. Qualcunopuòmicafar qualcosa per i canali di musica classica alla radio? No, perché a me ogni tanto partono degli sturbi mai più finiti.

Prima cosa. Gli speaker. Gli annunciatori, che hanno una voce che sembra uscita da unalapide.Unatristezza cheviene dall’oceano. In programma quasi sempre brani di musicisti sconosciuti. Il 90% sono ignoti. Mozart, Beethoven, Ciaikosky non li senti. Senti gente tipo: Gino Magnaboschi, Alain Mezzogatto, Anselmo Catafrangoli, Ursula Murfing, Carlo Maria Maria... gente che io non ho mai sentito nominare... anzi, forse non esiste… E gli annunci fan più o meno così: «Dal Coro della radio uzbeka trasmettiamo di Aldebrando Piragna Sinfonia numero 32 bis... Adagio, allegro ma non troppo, giusto un filo, rabadan, minuetto, bagatella, tromba de mar… beleciuck ». «Trasmettiamo ora di Ennio Pescepalla, la sonatina in re minore “Inverno a San Pietroburgo” ». Poi parte un liuto e un triangolo. Plin plon trick track. Poi silenzio.

Che tu dici: Minchia, è già finito l'inverno a San Pietroburgo? Pensavo durasse di più. Poi riparte. Trick track sdadang. E avanti fino a che il cane si mette ad ululare...UUUUU... Robe stridulissime che ti senti fin le orecchie che s’allungano, come Pinocchio quando diventava ciuchino. Un conto se siamo alle 5 del pomeriggio, un conto se la senti alle 7 di mattina. All’alba avresti bisogno di qualcosa che ti tiri su, un Mozart per dire, non il plin prack di Pendereky. Mettimelo alla sera che tanto ho già le balle in giostra per conto mio? Al mattino manda Figaro qua Figarolà che devofareunsacco di cose.Oquando dicono: «Fuori programma»... che tu pensi: Oè una botta di vita... «Dall'opera “La Cigna” morta trasmettiamo l'aria “O mio bel pavon leva quella coda”. Registrazione del 1964, Montecatini. Sala degli specchi». Poi parte: FRRRRRRRRRRRR... un fruscio micidiale... che tu pensi ma non c’è più nessuno che l’ha suonata dopo st’aria?... mettimi un disco meno rigato. Ma scusa. Ci prendiamo il televisione digitale a 8 milioni di pollici e poi dobbiamo sentire alla radio la tempesta magnetica? Chiuderei conun pensiero solo alla «Marcia diRadetzky ». Quella del Concerto di Capodanno suRaiuno.

E’ possibile eliminarla una volta per tutte? Passi per il Bel Danubio Blu, ma la marcia di Radetzky dove tutti gli austriaci battono le mani a tempo e ridono no. I casi sono due: o i viennesi fumano cannoni di Capodanno lunghi come trombe tibetane o è una risata isterica di sollievo perché la marciaè l'ultimo pezzoe poivanno tutti acasa a mangiare krauti e Sachertorte. Cosa batti le mani cosa? Che poi Radetzky era anche un bastardo, non c'è tanto da battergli le mani... com’è questa abitudine che abbiamo adesso, che battiamo le mania tutti,da Radetzky a Di Girolamo?

Omertutti

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 25/03/2010

Il parroco che sa dov’è il cadavere della ragazza scomparsa e non lo dice. Il medico che sa chi lasciò morire in ospedale il detenuto drogato e non lo dice. L’appuntato che sa chi picchiò a morte in caserma l’altro carcerato e non lo dice. I ragazzi del bar che guardano il corpo rantolante di un ragazzo preso a botte da un teppista e non solo non fanno nulla per fermare l’aggressore, ma non si chinano nemmeno a prestare aiuto al ferito, continuando a bere e mangiare. La cronaca ci offre testimonianze di omertà a getto continuo. Pur nelle diverse gradazioni di responsabilità, ciò che unisce il parroco al medico, il medico all’appuntato e l’appuntato ai ragazzi del bar è il disprezzo per le leggi dello Stato in quanto provenienti, appunto, dallo Stato.

Un’entità che essi non riconoscono o comunque subordinano a un’altra molto più importante: la Chiesa, la corporazione, la famiglia, se stessi. Il proprio «particulare», come scriveva Guicciardini degli italiani già parecchi secoli fa. Questo è un Paese che da sempre non ha senso dello Stato perché lo Stato gli fa senso. Dai più viene percepito come un padrino insolente cui siamo costretti a versare il pizzo sotto forma di tasse e chiunque riesca a sottrarsi alla corvée è percepito quasi come un eroe. L’idea di appartenere a una comunità più vasta di una casta ci è sconosciuta. L’omertà di massa nasce da qui. Non tanto dalla mancanza di coraggio, ma da una compiaciuta ignoranza del proprio status di cittadini che dovrebbero avere una sola famiglia, lo Stato, e un solo confine, la legge.

giovedì 25 marzo 2010

Che fissa, le capre

da spinoza.it

In studio Vittorio Sgarbi. C’era il rischio che interrompesse anche la sigla di apertura.

Sgarbi: “Io aumento gli ascolti”. Come tutte le tragedie.

(forse si riferiva gli ascolti di Blob)

Tra gli ospiti in studio anche un cartonato della Serracchiani.

Debora Serracchiani è il volto giovane del centrosinistra. Così giovane che il Pd l’ha mandata a fare l’Erasmus.

(La Serracchiani è così giovane e piena di ideali che non vota nemmeno Pd)

Santoro ai microfoni di Tetris. Vogliamo ricordarlo così.

Santoro: “La sinistra ha un problema fondamentale”. La destra.

Sgarbi: “Un giornalista non è pagato per essere di parte”. Quello lo fa per piacere.

Regionali, si parla di partiti outsider. Tutti si chiedono se il Pd rispetterà gli accordi pre-elettorali con la maggioranza.

Franco Grillini: “Il centrosinistra deve essere plurale”. I centrosinistri.

Salvini legge Il Sole 24 Ore. Nello studio si diffonde puzza di pesce.

Salvini: “Parlerò solo dei problemi del paese”. Egocentrico.

(Salvini sottolinea come sia sempre in giro tra la gente. È perché in casa non lo vogliono)

Salvini: “La gente non mi parla di Santoro”. Non è mica negro.

Salvini sottolinea l’importanza di un ambulatorio veterinario. Dimostrandosi più che mai vicino al suo elettorato.

Il Pd non teme l’astensionismo. Ecco il lato positivo del non avere elettori.

Sgarbi: “Nel Lazio il Pdl è la più onesta delle proposte”. Pensate le altre.

Quagliariello: “Santoro non è nei pensieri di Berlusconi”. Non ha le tette.

(In effetti Santoro non è pensieri di Berlusconi. È nei suoi ordini)

Salvini: “La sanità lombarda è all’avanguardia”. Stanno già pensando a cosa curare dopo il cancro.

Grazie a Formigoni, negli ospedali lombardi domina Cl. Le altre malattie cominciano a protestare.

Sgarbi si è prima dimesso da sindaco di Salemi, poi ha revocato le dimissioni. La Sicilia è stufa di false speranze.

Berlusconi: “Sono anni che la sinistra dice di essere cambiata, ma non è vero”. È ancora incapace di fare opposizione.

Telese: “Berlusconi non segue i codici tradizionali”. Né quello civile né quello penale.

In onda un’intervista ai cassintegrati. Il momento in cui tutti gli ospiti possono fare un’espressione seria e pensare ad altro.

“I bambini sono il futuro”. Sai che dovrai cambiarli.

Barbara Serra: “Mia madre vota Lega”. Ed è sempre incinta.

Salvini beve l’acqua dal rubinetto a Milano. Si spiegano molte cose.

Salvini: “L’acqua di Milano è buonissima”. E si taglia con un grissino.

Vittorio Sgarbi è parso parecchio agitato. Non lo vedevo così dall’ultima volta che l’ho visto.

(Sgarbi ha urlato così forte che sono venuti a lamentarsi dal bar dove trasmettevano la Roma)

Le donne, in Italia, sono l’ultima ruota del carro. Però tirano più dei buoi.

Gita di classe

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 25/03/2010

Un istituto di Pordenone ha organizzato le vacanze-studio degli allievi sulla base del loro reddito: la fascia alta a Londra in un buon albergo, la fascia bassa a Monaco in una pensione abitata dai pidocchi. Faremo causa all’agenzia di viaggi, ha detto il preside, come se il problema fossero i pidocchi. Il problema è aver avuto l’idea di separare i ricchi dai poveri, riproducendo persino in una gita scolastica, emblema della comunità conviviale, quelle differenze sociali che all’interno della scuola semplicemente non devono esistere.

Ma cosa ci sta succedendo? In poco più di una generazione siamo passati dall’egualitarismo diseducativo del «sei politico» al calpestamento di ogni sensibilità e del significato stesso di scuola pubblica. Leggevo con gli occhi sbarrati le spiegazioni del sindaco e dell’assessore, entrambe donne ed entrambe giovani, di quel Comune vicentino che l’altro ieri non ha servito il pranzo a nove bimbi dell’asilo nido perché i genitori non pagano la retta. Mica possiamo darla vinta ai furbi, spiegavano le due amministratrici. Giustissimo, e allora denunciateli. Ma senza smettere di garantire ai figli dei furbi l’identico trattamento riservato ai loro compagni. Sono bambini, non divani pignorabili. Mi spaventa il pensiero di come cresceranno i discriminati di Vicenza e di Pordenone. Ma mi spaventa ancora di più come cresceranno i privilegiati: privi dei vincoli minimi di solidarietà umana, per insegnare i quali la scuola pubblica era nata.

mercoledì 24 marzo 2010

Appesi a un palloncino

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 24/03/2010

Sento l’esigenza di una boccata d’aria pura. Perciò, a chi se la fosse persa, vorrei raccontare la piccola storia di assoluta meraviglia che è apparsa nei giorni scorsi su «Specchio dei tempi». Comincia col funerale di Claudio, custode di una scuola materna di Torino, amatissimo da bambini e genitori per la sua disponibilità. Un italiano di quelli che piacciono a noi, che con un gesto o una parola di buon senso riescono a stemperare i problemi e a colmare i vuoti della struttura in cui lavorano. I bambini riempiono fogli di messaggi e disegni per Claudio. Poi, con la serietà di cui solo loro sono capaci, decidono di recapitarglieli. Come? Ma che domanda stupida, scusate. Attaccandoli a un palloncino in grado di volare fino a lui.

Detto fatto: il palloncino carico di corrispondenza viene liberato nel cielo di Torino. Per un paio di settimane non se ne sa più nulla. Quand’ecco che alla scuola materna arriva una lettera. «Sono una nonna di 70 anni e abito a Parma. Anch’io ho dei nipotini che vanno all’asilo. Volevo dirvi che il palloncino del vostro amico Claudio è arrivato. Caduto su un prato verde appena scoperto dalla neve. Io ho ricordato il vostro amico nelle mie preghiere, ma sono certa che da lassù sarà lui a proteggere voi, che siete stati capaci di un gesto così gentile».

La prima volta che l’ho letta mi sono venuti i lacrimoni. E anche adesso, insomma. Sarà l’età che avanza. O forse la consapevolezza che fin quando ci saranno persone come Claudio, come la nonna di Parma e come quei bambini, non proprio tutto è perduto.

martedì 23 marzo 2010

Giornata mondiale dell'acqua

Il 22 marzo è stata la giornata mondiale dell'acqua. Queste 43 immagini provenienti da boston.com ci mostrano questo elemento a noi così prezioso nei suoi vari aspetti, dai più spettacolari e rari a quelli a noi tutti più famigliari.


Il guaritore

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 23/03/2010

L’altra sera, girovagando fra i canali, mi sono imbattuto in un volto ispirato che, dal palco di una piazza, inneggiava all’amore e urlava: entro il 2013 vogliamo vincere il cancro. Giuro, diceva proprio così. Vo-glia-mo vin-ce-re il can-cro. Non la disoccupazione. E nemmeno lo scudetto. Il cancro, «che ogni anno colpisce 250 mila italiani». Sulle prime ho sperato fosse il portavoce del professor Veronesi e ci stesse annunciando uno scoop mondiale. Così ho telefonato a uno dei 250 mila, un caro amico che combatte con coraggio la sua battaglia, e gli ho dato la grande notizia. Come no?, ha risposto, adesso però ti devo lasciare perché sono a cena con Vanna Marchi.

Ho degli amici molto spiritosi. Mi auguro che tutti i malati e i loro parenti la prendano allo stesso modo. E anche tutti i medici che in ogni angolo del pianeta si impegnano per raggiungere quell’obiettivo. In Italia con qualche problema in più, dato che il governo che entro tre anni intende vincere il cancro ha ridotto i fondi per la ricerca scientifica. Vorrei sorriderne, come il mio amico. Ma stavolta non ci riesco. Ho perso i genitori e tante persone care a causa di quel male. E allora: passi per le barzellette, le favole e persino le balle. Fa tutto parte del campionario di iperboli del bravo venditore e il pubblico ormai è assuefatto allo show. Ma anche a un’alluvione bisogna mettere un argine. Bene, per me il cancro rappresenta quell’argine. Non è: un milione di posti di lavoro. Non è: meno tasse per tutti. Il cancro è una cosa seria. E lui, che lo ha avuto e lo ha vinto, dovrebbe saperlo.

lunedì 22 marzo 2010

Col resto di due

da spinoza.it

Il Pdl alla prova della piazza. Ancora un po’ di pazienza per quella dello stadio.

I militanti convocati via sms: “Ciao, sono Silvio Berlusconi, ti aspetto al Circo Massimo. Ti chiamerei ma non ho più molto credito”.

“Mi riconoscerai. Sarò quello con un Paese in mano”.

(Pare comunque si trattasse di un refuso. L’originale era “Ti aspetto al Circo, Massimo”)

Gli elettori di centrodestra radunati nel centro di Roma. Un gesto concreto per la riqualificazione della periferia.

Lo slogan: “Berlusconi è come Giulio Cesare”. Ma la testa è di Cassio.

“L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”. E nei quarti trova la vincente di accidia-gola.

Preparato un tricolore di 500 metri. Bossi si è raccomandato il doppio velo.

Berlusconi agli aquilani: “Vi voglio in piazza”. Come da un anno a questa parte.

C’è chi insinua che dei disoccupati siano stati pagati per manifestare. Ma è impossibile: non ci sono disoccupati.

Cento euro per andare in piazza con Berlusconi. Mille per chi si ferma anche la notte.

(Paga persino i manifestanti. Possibile che nessuno sia disposto a frequentarlo gratis?)

Gli organizzatori: “Siamo più di un milione”. L’unità di misura è Brunetta.

La questura stavolta non sbaglierà il conteggio. Ha già le foto di quasi tutti i partecipanti.

Grande entusiasmo tra i manifestanti: il fondo antiaderente sembra davvero robusto.

Berlusconi: “Nei prossimi tre anni sparirà la mafia”. Minzolini ha dunque una nuova missione.

Il premier sulle regionali: “Abbiamo persone magiche e trasparenti”. Devono aver candidato i Fantastici 4.

Berlusconi: “Sconfiggeremo il cancro”. Ma prima si dedicherà alla vergine.

Bersani: “Mina la democrazia”. Che infatti è sparita da un pezzo.

A Milano manifestazione contro la mafia. Il Pdl: “Inaccettabile provocazione”.

* * *

autori: fedgross, milingopapa, serena gandhi, kra, fabrizio ferri, trovatarli, tonnaso, alexfor, mamadami, cani & porci, ark, stark, eugenio iodice, irene facheris, batduccio e venividiwc.

La piazza di tutti i giorni

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 20/03/2010

Con i tre cortei che oggi attraversano le strade della Capitale, il piazzismo mediatico raggiunge la sua apoteosi. Rossi, viola, azzurri, ne abbiamo visti marciare di tutti i colori. Tutti tranne uno: il verde Padania. Già, in questa campagna elettorale solo chiacchiere (intercettate) e distintivo (dell’autorità giudiziaria), gli unici a non andare in piazza sono quelli che ci stanno tutti i giorni. I leghisti. Gli ex rivoluzionari convertiti in ultimo bastione rassicurante per quella parte di popolo che ha smesso di credere nelle istituzioni della democrazia. Da quando la lotta politica è traslocata sull’etere e nei tabulati dei sondaggi, le piazze del sabato si sono trasformate in estemporanei set televisivi, televoti in carne e ossa, manifestazioni di massa in cui l’immagine diventa contenuto e il numero prevale sulla parola. Non il numero vero, naturalmente, ma quello percepito, cioè tirato in largo e in lungo come una tagliatella, chi dice ventimila, chi duecentomila, l’importante è che in tv non appaiano spazi vuoti.

La piazza del sabato è spettacolo rutilante ma fine a se stesso, è un circo che pianta le tende con grande frastuono ma nella notte si è già dissolto nel nulla, lasciando un effimero ricordo di sé soltanto nei sondaggi. Poi c’è la piazza di tutti gli altri giorni, quella che non si rosola al sole delle telecamere, ma pulsa di vita quotidiana. La piazza dell’anziana ansiosa che non ha i soldi per pagare la luce, oppure li ha ma non sa come compilare il bollettino. La piazza dell’imprenditore furibondo che ha perso un affare perché il treno lo ha depositato all’appuntamento con un ritardo di due ore. E tante altre piazze: spaventate, egoiste, bisognose. I partitoni non le ascoltano. Non hanno più l’organizzazione, e la voglia, per farlo. La Lega sì.

Compila la bolletta dell’anziana e magari le dà una mano a trovare il denaro. Raccoglie la firma dell’imprenditore furibondo in calce a una petizione contro le ferrovie. Funge da sfogatoio, da sostegno, da guida. Fa politica, insomma. Con un ideale, discutibile ma reale, che le garantisce identità. E poi con una miriade di gesti pratici, diffusi e comprensibili da una massa confusa e sfiduciata. Ha riposto il piccone delle origini. Non serve più. Le istituzioni si sono sgretolate da sole, si combattono e si delegittimano a vicenda, in un crescendo di comportamenti irrituali e scomposti. La Lega tace. Lascia parlare le escort e i faccendieri degli altri. Ha messo la sordina ai kalashnikov e al resto dell’armamentario bellico con cui era solita terremotare il suo lessico. Non attacca più neanche il Papa e il Capo dello Stato, dei quali sembra quasi ergersi a baluardo. E’ rimasta tradizionalista e popolare, ma è diventata anche rassicurante. Berlusconi e Bersani ne hanno entrambi paura. Forse cominciano a capire che le piazze del sabato portano punti nei sondaggi, ma le piazze di tutti i giorni portano voti.

venerdì 19 marzo 2010

E' la stampa bellezza

Da un servizio fotografico su repubblica.it apprendiamo che l'attrice canadese emmanuelle chriqui è, almeno secondo il sito askmen.com (una specie di portale per l'uomo che non deve chiedere mai), la donna più bella del duemiladieci.
l'anonimo giornalista, in particolare, ipotizza che, ai fini dell'attribuzione di questo riconoscimento, siano stati determinanti "il suo sorriso semplice e la faccia da brava ragazza".



per verificare l'ipotesi, ho mostrato la foto qui sopra (che è una di quelle pubblicate sia su askmen che su repubblica) ad un campione di centodieci maschi. tutti e centodieci hanno confermato che i motivi del successo saranno stati sicuramente quelli.

Abbaglianti

Tu, che non togli i fendinebbia quando non servono.
Tu, a cavallo di due corsie.
Tu, che vai a 80 sulla corsia di sorpasso, con la destra sgombra.
Tu, che sorpassi a 70 uno che va a 69.
Tu, che in una rotatoria dai la precedenza a tutti.
Tu, che fai il pazzo per sorpassarmi e poi imbocchi la prima uscita, 50 metri dopo.
Tu, che usi gli abbaglianti per farti largo.
Tu, che usi gli abbaglianti dietro di me quando rallento per via del traffico.
Tu, che usi gli abbaglianti per sorpassare nel senso di marcia opposto al mio, mentre me ne vado tranquillo per i cazzi miei.
Tu, che usi gli abbaglianti per sorpassarmi invece della freccia.
Tu, che usi gli abbaglianti perchè la strada è buia ed hai paura di essere assalito da un licantropo.
Tu, che usi gli abbaglianti per qualsiasi motivo.

Ogni volta che sei sulla mia strada ti auguro di entrare in qualche statistica, di quelle che dico io.

di giga

Le dieci cose

Ciascuno ha le proprie fisse.
Io, negli anni, ho tirato giù un elenco delle 10 cose che odio fare, quelle che mi danno fastidio o mi fanno star male.
E' un modo per esorcizzarle, per cercare di migliorarmi sempre.
Le dieci cose che odio e che mi riprometto di non fare più sono:
...
1) Stilare elenchi
2) Procedere sempre in ordine progressivo
3) Perdere il filo del discorso e cominciare a parlare di tutt'altro, come di quella volta in cui, al ristorante, il cameriere era ubriaco e ci portò tutto quanto avevano ordinato quelli del tavolo accanto, riuscendo persino a trasf4) Interrompere mentre qualcuno racconta qualcosa
4+1) Imparare a non aver più paura del numero cin... quattro più uno
6) Plendele pel il culo i cinesi
7) Ut1l1zz@r& k@r@TT&r1 n0n l&gg1b1l1
8) Insultare la nostra Italietta
9) Mancare di rispetto a chi legittimamente crede in Dio, Gesù e tutti gli altri personaggi di fantasia
10) Inserire, ogni tre parole, un Cristo, una volgarità merdosa, un insulto a chi la pensa diversamente da me (su questo sono tranquillo: nessuno può essere tanto coglione)
11) Non rispettare il numero previsto di punti
...
Pubblicato da maxzulli

La lunga Pasqua dei politici

Ancora trentadue. I consiglieri regionali abruzzesi, come quei turisti che dopo un po’ che stanno sdraiati al sole delle Maldive sospirano sui giorni che scivolano via, hanno preso a contare quanti ne mancano alla fine delle «loro» vacanze pasquali: 32. Direte: trentadue giorni di vacanze pasquali? No, di più: le hanno cominciate 10 giorni fa. Totale: 42. E tutti i problemi aperti? Amen. E le cose indispensabili in questi tempi di crisi? Amen. E gli interventi per la ricostruzione dopo il terremoto? Amen.

Si dirà che non è una novità assoluta. Vero. Agli sgoccioli del 2001 i deputati (guai a chiamarli consiglieri: si offendono) della leggendaria Assemblea Regionale Siciliana, stremati da un anno pesantissimo sia pure con una lunga pausa per le elezioni politiche e una lunga pausa estiva e alcune sedute particolarmente stressanti come quella del 30 ottobre (9 minuti, ma che fatica...) decisero infatti che era giunto il momento di avere un po’ di relax. E così, chiusi i defaticanti lavori il 21 dicembre, avevano congiunto il Natale al Capodanno, il Capodanno alla Befana, la Befana alla Settimana bianca, la settimana bianca al Carnevale. E si erano riconvocati per il 12 febbraio successivo. Una cosa che fece gridare allo scandalo un deputato della Margherita, Sebastiano Gurrieri, che spese quasi 10 mila euro per comprare degli spazi pubblicitari sul Giornale di Sicilia e altri quotidiani locali e denunciare «la scandalosa chiusura dell’Ars da Natale a Carnevale». Per rafforzare la denuncia, spiegò che l’acquisto di quelle pagine, finanziariamente, non lo aveva svenato affatto. Rompendo fino in fondo l’omertà, dimostrò infatti che al di là delle finzioni sul reddito imponibile, un deputato regionale come lui guadagnava («lo dico con imbarazzo», mormorò) quasi 10 mila euro al mese più altri 4mila per il portaborse o l’attività politica. Prebende che da allora, sembrerà impossibile, sono addirittura cresciute. Anche all’assemblea regionale d’Abruzzo non se la cavano male. Basti dire che un consigliere semplice (rari come i leopardi dell’Amur, visto che un po’ tutti hanno qualche incarico supplementare) può arrivare a mettersi in tasca, stando alle tabelle ufficiali dell’organismo che riunisce i consigli di tutta l’Italia, fino a 10.925 euro al mese. Che salgono di un altro migliaio di euro nel caso dei capi-gruppo, ruolo che riguarda anche i cinque rappresentanti dei monogruppi Comunisti italiani, Sinistra- verdi-sd, Movimento per le Autonomie Abruzzo, Rifondazione comunista e Rialzati Abruzzo: ciascuno capogruppo di se stesso.


Quanto lavorano? Da stramazzare di fatica, risponderanno. Dice il sito Internet della stessa assemblea, per capirci, che nel 2009 l’aula si è riunita in ben 29 sedute. Di cui una «solenne» e sette «straordinarie pomeridiane». Vale a dire che in totale i giorni in cui i consiglieri sono stati chiamati a presentarsi nell’emiciclo, tra mattina e pomeriggio, sono stati 22: uno ogni due settimane abbondanti. Per l’esattezza uno ogni 16 giorni e mezzo. Due volte al mese. Mettetevi al posto loro: neanche il tempo di respirare. E così, come ha spiegato la cronaca di Lilli Mandara nell'edizione abruzzese del Messaggero, il parlamentino regionale (dominato dal Pdl con 25 seggi contro i 7 del Pd o i 6 dell'IdV) dopo essersi riunito un’ultima volta il 9 marzo tra i fischi dei dipendenti del gruppo Villa Pini d’Abruzzo (millecinquecento persone rimaste senza stipendio da un anno dopo il tracollo della struttura sanitaria che apparteneva a Vincenzo Angelini, l’imprenditore che scatenò lo scandalo sulla sanità abruzzese portando alla caduta della giunta di centrosinistra di Ottaviano Del Turco) tornerà a riunirsi il 20 aprile prossimo. Lo hanno deciso i capigruppo. I quali hanno stabilito che «ai sensi dell’articolo 1, quarto comma, della legge regionale n.32/1996, sono sospesi i termini per i pareri che le commissioni consiliari devono esprimere sui provvedimenti della giunta regionale. I lavori riprenderanno mercoledì 7 aprile 2010». Cioè il giorno dopo l’anniversario del sisma che sconvolse le terre abruzzesi. Quanto al consiglio regionale «terrà la prima seduta il 20 aprile 2010». Ma si vota, in Abruzzo? No: le regionali, che videro diventare governatore il berlusconiano Giovanni Chiodi, ci sono già state nel dicembre 2008. E allora? C’è il voto alle Provinciali dell'Aquila, le elezioni nel resto dell'Italia, la Pasqua, la Pasquetta... Insomma, un ponte tira l'altro. Totale: un ponte di 42 giorni a sei campate domenicali.

di Gian Antonio Stella da corriere.it del 19/03/2010

Notizia cuntra le boje

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 19/03/2010

Notizia cuntra le boje. Novità per chi ha il problema dei chili di troppo. Per coloro che combattono da anni la guerra contro il cicciume, per quei poveroni che per chiudere i jeans devono mettersi in due, uno che tiene i lembi e un altro con le pinze che tira su la cerniera.

Cari amici sovrappeso: sono finiti i tempi cupi. Si spalanca per voi un futuro radioso grazie all’invenzione di un chirurgo plastico californiano, tale Nikolas Chugay. Cosa fa il dottor Nikolas? Un’operazione semplicissima. Tu vai nel suo studio e lui per soli 3000 dollari ti applica un cerotto di polietilene al centro della lingua. Con soli 5 o 6 punti di sutura ti cuce una placca di resina termoplastica isolante, che ti rende quasi impossibile masticare se non provando un male cane. E così Nikolas ti trasforma il pasto in un tunnel degli orrori per cui sei poi costretto a mangiare solo pappine. Controindicazione del cerottone cucito sulla lingua: ti viene la parlata di Maurizio Costanzo.

Ma capisci? Per farti smettere di mangiare ti mettono una grattugia sulla lingua. Il tappetino coi chiodi dei fachiri. Con un terzo del mondo che ha fame, in Occidente ti devono mettere una trappola per topi in bocca altrimenti non riesci a darti una regolata. Fa’ un po’ te. Nel pacchetto sono anche previste sedute dallo psicologo. Che credo servano a dissuaderti dall’accoppare il dietologo. Alternativa al mouse per lingua, alle lame rotanti, c’è la cucitura della bocca. Guardate che è tutto vero. In America per curare l’obesità si fa anche questo. Ci si fa cucire la bocca lasciando solo una scucitura laterale, un buchino nel quale infilare una cannuccia da cui suggere solo frullati e pappine. Ma ti rendi conto? Pensa veder gente in giro con la bocca a culo di gallina! «Ciau, non pusso prlare, sonu a dieta…».

Che poi, voglio dire: se uno è votato a mangiar porcate, i sistemi per ingozzarsi lo stesso li trova. Si fa un bel frullato di fagioli e cotiche, un bello spumone di sugna e muso di cinghiale e se lo inietta col biberon, no?

Ma ti pare che per dimagrire uno deve farsi arpionare la lingua? No, perché se la strada è quella dell’impedimento fisico, perché non prevediamo per quelli che vogliono smettere di fumare una sigaretta che scoppia? Un dito di tabacco, resto petardo. Così quando te la accendi ti esplode in faccia come a Willy Coyote. E come anticoncezionale sicuro un tappo di sughero. Quello del Gancia spumante. Devi fare solo attenzione ai colpi di tosse perché poi è un attimo che ti parte come nei brindisi e finisce nell’occhio della cassiera del super.

Al maschio di casa invece, se vuoi che non cada in tentazione, puoi regalare un tanga fatto di lamette da barba. Così appena prende qualche chilo in più e si gonfia, si affetta da solo come la mortadella.

La palestra del cervello

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 19/03/2010

Con una scelta in palese controtendenza, a Versailles hanno aperto la prima palestra per il cervello. All’ufficio-iscrizioni non prevedono code. L’obiettivo è rafforzare la capacità di concentrazione degli esseri umani. Ho cercato di leggere la notizia fino in fondo, ma a metà della seconda frase è suonato il telefono, sono arrivate due mail, un collega è entrato nella mia stanza e in tv il Fulham ha fatto il quarto gol alla Juve. Restare fermi su qualsiasi oggetto per più di un nanosecondo è ormai diventato un gesto contro natura. Le interruzioni pubblicitarie durante i film erano una coltellata, adesso le aspettiamo come da ragazzi la campanella alla fine delle lezione. A teatro ho visto persone battere nervosamente i piedi dopo appena un quarto d'ora: e non perché lo spettacolo fosse brutto, ma per l’incapacità di seguire il filo del discorso (la nuova unità di misura della nostra mente è lo spot).

Ecco, dopo gli strappi, le pause, le discese ardite e le risalite, sono infine giunto al culmine della notizia: la palestra curerà il cervello attraverso i libri. Che bella scoperta. Solo la lettura muove i muscoli dell’astrazione e i meccanismi arrugginiti della riflessione. Ma per funzionare ha bisogno di non essere interrotta continuamente dagli stimoli superficiali e invadenti della realtà. Vittorio Alfieri si faceva legare a una sedia per scrivere. Noi, di questo passo, per leggere. Il cervello è un amante esclusivo. Si riaccende solo quando spegni tutto il resto.

giovedì 18 marzo 2010

Cav. che abbaia

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 18/03/2010

Nei Paesi normali, un capo del governo che urla a un’autorità dello Stato «fate schifo», «siete una barzelletta» e ordina di chiudere un programma del servizio pubblico sarebbe costretto ad andarsene nel giro di un’ora. Sempre in quei famosi Paesi, quando un’autorità dello Stato viene trattata dal capo del governo alla stregua di una cameriera, si dimette in un sussulto d’orgoglio oppure esegue l’ordine. Ma noi siamo nella terra degli arlecchini: più servili che servi. Tutti inchini e promesse, niente sostanza. Attraverso il sipario trasparente delle intercettazioni osserviamo questi funzionari mentre si sorbiscono le reprimende del Capo in silenzio (il silenzio degli Innocenzi). Cercano di ammansirlo con parole vaghe, alzano fumo, ma alla fine che fanno? Niente. Lasciano Santoro al suo posto (per fermarlo un misero mese hanno dovuto appiedare pure Vespa) e il Cav. in preda a un delirio di onni-impotenza. Poi, passata la tempesta telefonica, si sfogano con gli amici: «Aho’, quello me manda a fare in c. ogni tre ore!». E lo dicono senza dignità, ma anche senza paura, come se la loro essenza millenaria di burocrati li mettesse al riparo persino dalle ire del padrone.

Montanelli sosteneva che durante il ventennio l’unica resistenza al fascismo la fecero gli impiegati pubblici, contro l’abolizione della pausa cappuccino. Chinavano il capo, allargavano le braccia. E continuavano ad andare al bar. Fu pensando a loro che Mussolini ammise: «Governare gli italiani non è difficile, è inutile». Una grave iattura, certo, ma talvolta consente di evitarne di peggiori.

Paralimpiadi 2010

Dopo le due gallerie dedicate ai giochi olimpici di Vancouver boston.com ci presenta quella incentrata sulle paraolimpiadi che vedonon più di 500 atleti provenienti da 44 paesi diversi.


2010 Winter Paralympic

mercoledì 17 marzo 2010

La serrata del signor Tv

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 17/03/2010

A dieci giorni dal voto, la politica riempie i teatri e irrompe sul web, ritorna al passato e va nel futuro, ma diserta malinconicamente il presente: la televisione. Una situazione surreale, come se alla vigilia dei Mondiali chiudesse la Domenica Sportiva.

Chiunque osservi la scena da una prospettiva più evoluta della nostra, per esempio dallo Zimbabwe, vedrà conduttori televisivi che trasferiscono i talk show nelle piazze e politici in preda alla sindrome di invisibilità che chiamano i giornali per proporre e in qualche caso elemosinare interviste sui siti.

Sempre dallo Zimbabwe ci fanno notare il paradosso del direttorissimo del telegiornale governativo, che è appena andato a spiegare le proprie ragioni su Internet, partecipando al programma online di uno dei grandi epurati della tv, Enrico Mentana.

È un sistema rovesciato, l’effetto della scelta spaventata di una vecchia volpe che controlla lo schermo ma non riesce più a governarlo e perciò decide di spegnerlo. Berlusconi è e rimane il comunicatore di un mondo di cieli azzurri e bimbi sorridenti, il mondo dei rampanti Anni 80, il suo mondo, quello della pubblicità.

Di fronte alla durezza di una crisi epocale, che sta spostando il benessere da una parte all’altra del pianeta (e noi purtroppo ci troviamo dalla parte sbagliata) il capo del centrodestra si scopre senza un progetto e soprattutto senza un linguaggio intonato alle circostanze. Preso dal panico, ricorre allo strumento dei padroni deboli: la serrata. Certo, lo fa appoggiandosi a una legge demenziale come la par condicio, partorita dalla mente mediocre dei suoi oppositori. Ma lo fa, e con uno scopo preciso: zittire i tribuni della plebe, soprattutto Santoro. Non perché tema che lui o Travaglio provochino un travaso di voti da destra a sinistra: il premier è troppo intelligente anche solo per pensarlo. No, è allergico a Ballarò e Annozero perché sporcano i suoi cieli azzurri, tolgono energia al migliore dei mondi possibili, attizzano il discutere e il dubitare che sono nemici del fare. Meglio il silenzio degli indecenti alle chiacchiere distruttive che minano le certezze delle masse consumatrici, a cui il berluscottimismo ha fornito in questi anni l'unica ideologia comprensibile e desiderabile.

Berlusconi è convinto che i programmi che seminano dubbi diffondano angoscia, e che l’angoscia produca astensione, fuga, rifiuto. In realtà il conflitto produce risveglio, e avremmo tutti un dannato bisogno di scuotere questa Italia addormentata, insensibile ormai ai baci di qualsiasi principe azzurro, compreso lui. Il risultato paradossale della sua psicosi è il silenzio della tv, imposto dall’uomo che ha insegnato a tutti come si parla in tv. Quasi che l’elastico, che all’inizio della Seconda Repubblica lo aveva proiettato davanti agli altri di una spanna, ora lo abbia ricacciato all’indietro, riducendolo a una versione chirurgicamente evoluta di Forlani.

martedì 16 marzo 2010

Il cavaliere insistente

da spinoza.it

Berlusconi indagato. Yawn.

(Il premier: “Ditemi se sono indagato”. Deve aggiornare il curriculum)

Berlusconi sotto inchiesta a Trani. Con questa procura finisce l’album.

Alfano invia gli ispettori ma rassicura: “È solo ordinaria intimidazione”.

Alfano: “Un abuso le intercettazioni a strascico”. Ma sono l’unico modo per prendere il pesce grosso.

Cicchitto: “Non si tratta di lotta al crimine, ma di uso delle intercettazioni contro Berlusconi”. C’è differenza?

Ghedini: “La tesi è contraria a ogni possibile ipotesi contenuta nel codice”. Si tratterebbe quindi di un errore di Matrix.

(Spiegata anche la sensazione di déjà vu ogni volta che Berlusconi è indagato)

Sotto inchiesta anche Minzolini. Per sequestro di notizie.

(Indagato anche Minzolini. Il solito cliché del maggiordomo)

Minzolini: “Ho provato personalmente la gogna mediatica”. Non può permettersi ulteriori fallimenti.

“Il mio telegiornale è equilibrato” aveva detto Minzolini nel suo telegiornale.

(”Penso di essere equilibrato”. Evidentemente punta all’infermità mentale)

Oggi Santoro sarà ascoltato dai magistrati. Come da regolamento Rai, non potrà parlare di politici.

Gasparri: “Annozero fa schifo”. Poi si compiace di aver usato una metafora.

Il Pdl: “Vogliono rovesciare il governo”. E poi chi pulisce tutta quella merda?

* * *

autori: benze, pyjo, venividiwc, eccemarco, fedgross, stark, utcho, guantiera, cianciafrullo, puccio di luce, il ras, lorberto, archi il leone e dante docet.

Cinque euro

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 16/03/2010

Arriva una lettera firmata. Racconta di una mamma che, facendo pulizia nella stanza della figlia dodicenne, trova una busta con un migliaio di euro in tagli da 5. Pensa a un furto e ad altre cose orribili, tranne all’unica che, messa alle strette, di lì a poco la ragazzina le confesserà: i soldi sono il ricavato di prestazioni sessuali eseguite a scuola. La madre è sconvolta dalla scoperta e dalla reazione della figlia: di normalità. Incolpa il Grande Fratello e i politici (una volta avremmo detto «la società») per il pessimo esempio che danno.

Sorvolando sulle responsabilità di quella famiglia, che sicuramente ci saranno ma che non abbiamo strumenti per valutare, un’osservazione si impone inesorabile: la morte del futuro ha cancellato nei ragazzi l’idea di crescita. Un tempo la vita era un percorso e ogni fase consisteva in un passaggio che tendeva a uno scopo: il raggiungimento della consapevolezza di se stessi e di che cosa si voleva diventare. A un certo punto il meccanismo è saltato. La vita ha smesso di essere una scala da salire un gradino dopo l’altro ed è diventata un’arena piatta e senza confini. Ma se manca l’idea di un percorso da compiere, l’unico navigatore diventa l’utilitarismo. Voglio soldi e me li procuro nel modo più facile. Vendo sesso (o lo compro) senza pensare alle conseguenze, perché già la parola «conseguenze» presuppone una coscienza del tempo e dello spazio che non posseggo più. Purtroppo in un mondo che - a casa, in politica, in tv - non fa che togliere ringhiere da tutte le parti, è molto più facile cadere.

Shanghai si prepara all'EXPO

Gli operai e gli organizzatori dell'Expo di Shanghai sono indaffarati in vista dell'apertura prevista per il primo maggio 2010 e che dovrà essere la più grande esposizione mondiale della storia. Il tema scelto per la manifestazione è "Città migliori, vita migliore" e sarà aperto sino al 31 ottobre 2010. Sono attesi più di 800.000 visitatori al giorno, per un totale stimato di oltre 70 milioni, nelle aree espositive di circa 200 espositori da tutto il mondo. Qui, grazie a boston.com, una rassegna di immagini sugli ultimi preparativi in corso.


lunedì 15 marzo 2010

Non c'è più religione

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 13/03/2010

Il presidente del Consiglio è indagato per aver tentato di bloccare due puntate di Annozero, esercitando pressioni sull’Agenzia delle Comunicazioni, cioè sull’arbitro. Un prete pedofilo fu trasferito in Baviera, dove continuò a esercitare indisturbato il suo vizietto, negli anni in cui la diocesi di Monaco era guidata dal futuro papa Ratzinger. L’onorevole Speciale, generale della Guardia di Finanza in pensione, ha presentato una proposta di legge per aumentare la pensione dei generali della Guardia di Finanza. Un modenese incensurato di 38 anni organizzava la sezione italiana del Ku Klux Klan reclutando adepti sul web.

Un uomo si è affacciato alla finestra di un albergo di Roma con una pistola ad aria compressa e ha sparato contro una scolaresca in gita, colpendo un ragazzino di striscio alla testa. Nel pieno centro di Milano una coppia è stata sorpresa in una saletta del bancomat mentre faceva sesso, gratis. I giurati scandinavi hanno deciso all’unanimità di assegnare il premio Nobel per la pace a Luciano Moggi.

Una sola di queste notizie è falsa, per il momento. Indovinate quale. (Questo giochino amaro nasce da un’idea di Michele Serra, che l’ha lanciato la settimana scorsa. Ma ogni giorno, ahinoi, è buono per riproporlo con le infinite varianti offerte da una cronaca che sembra partorita dalla fantasia di un fumatore d’oppio).

venerdì 12 marzo 2010

Una notizia consolante

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 05/03/2010

Una notizia consolante. I matti non sono tutti qui. Da qualche settimana sta avendo grande successo in Inghilterra un giovane uomo che si chiama Gavin Pawlov che sostiene di essere la reincarnazione del diavolo. Si pensa Mefistofele redivivo. In effetti, se vedi la foto, un po' a Satana ci somiglia. Intanto c'ha la lingua biforcuta, è bilingue, poi ha i canini lunghi da Dracula, le orecchie a punta come i lupi e persino le corna. Sì, sulla fronte c'ha due bei bozzi come se avesse due tappi di CocaCola sotto pelle. Che uno normale si sarebbe fatto crescere la frangia per nasconderle, girerebbe con un colbacco calato sul naso, invece Gavin se le lucida col sidol. In più si mette delle lenti a contatto che gli fanno le pupille triangolari come i serpenti e le iridi verde fluorescente. Si è fatto pure cambiare nome, e adesso all’anagrafe si chiama Diablo Delenfer, ovvero diavolo dell'inferno. Poi, purtroppo, la sua trasformazione in Lucifero ha subito una battuta d'arresto. Un improvviso stop. Perché non ha trovato nessuno che gli trapiantasse la coda.

No, giuro che è tutto vero… Il giovane Pawlov ha dichiarato al Sun: «Sono rimasto molto deluso quando mi han detto che per ora non è possibile, ma la ricerca fa passi da gigante e son sicuro che fra qualche anno avrò anch'io una bella coda». Speriamo. Speriamo tanto Gavin. Ti auguro che possano impiantartene addirittura 9, magari, come il gatto di Dario Argento. Perché non te la fai mettere d'asino già che ci sei? Di che cosa la vuoi? Di polenta? Di rafia? Hai solo da chiedere… Di gommapiuma? Come la vorresti, Gavin, con la molla così ti appendi agli alberi come le scimmie, o la preferisci sobria, di pelle di vitella come le scarpe di Prada? Gavin? Testina? Il materiale deve essere tuo, altrimenti c'è la crisi di rigetto, e da dove te lo prelevano, il materiale? L'unica cosa lunga, se lunga ce l'hai, è il walter. Fai una roba. Fattelo spostare di dietro. Certo che col walter sul retro centrare l'asse, dopo, sarà un inferno, ti toccherà far pipì con lo specchietto retrovisore, però pazienza. Ma poi un metro di coda che pende, come te la puntano? Metti che gliela facciano di silicone. Che rollano il silicone come fare i rubatà. Dove gliela innestano, che non sta su? C'è un unico pertugio, ma se tappi quello è la fine, quello è un buco che ti fa comodo stia libero comel e uscite di emergenza, capita che per una necessità urgente ti tocchi andare in bagno in uno di quei bar con la toilette microscopica che non sai mai dove appendere cappotto e borsetta, figurati appoggiare la coda. Io mi immagino la moglie di quest'uomo, perché ’sto disgraziato ha pure una moglie e due figlie. Pensate ’sta donna. Già i nostri uomini sono faticosi, ma pensa avere un marito che si fa chiamare Diablo e vuole farsi trapiantare la coda.

Signore, perché? Cosa abbiamo fatto di male noi donne per avervi come castigo perenne? Che peccato abbiamo commesso per meritarci questa progenie di somari pelosi come compagni di vita? E' ancora per la storia della mela e del peccato originale? Mase ci mettiamo d'accordo con i coltivatori di mele del Trentino e ne mandiamo su in paradiso un camion con rimorchio, non la possiamo chiudere lì e farvi sparire tutti? Se il capo vuole che continuiamo a partorire con dolore non c'è problema. E' ancora il minore dei mali.

I bambini vengono prima

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 12/03/2010

La Corte di Cassazione ha stabilito che un clandestino non può restare in Italia solo perché suo figlio frequenta la scuola. La tutela delle frontiere deve prevalere sul diritto del minore allo studio. Che dire? Comprendiamo tutto. L’applicazione rigorosa della legge e anche le reazioni di giubilo che si leggono sui blog: l’augurio è che i giubilanti siano altrettanto implacabili quando si discute di reati contro il patrimonio o di evasione fiscale. Però la comprensione si arresta davanti alla realtà della vita che, a differenza della legge, è fatta di carne. In questo caso della carne di un bambino. Il quale uscirà devastato da un’esperienza del genere, si sentirà assaggiato e sputato come una caramella guasta, quando in fondo la sua iscrizione a scuola era la prova migliore della volontà di integrarlo nella nostra comunità.

Anche ammesso che la maggioranza dei clandestini siano così spietati da venire in Italia con un bimbo in età scolare solo per turlupinarci (ma ne avete parlato con la badante di vostra madre?), rimane il fatto incontrovertibile che quel bambino è un bambino. E che i diritti dell’infanzia, in una società che voglia distinguersi da un agglomerato di selvaggi, dovrebbero ancora significare qualcosa. E’ un pensiero buonista? No, è un pensiero umano. E mi rifiuto di credere che questi tempi spaventati ci abbiamo reso così insensibili da non cogliere la differenza. Da non capire più la semplice verità inculcata da generazioni di educatori: i bambini vengono prima.

giovedì 11 marzo 2010

Perduto amore

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 11/03/2010

A un anno e mezzo dalla morte del figlio Vito, ucciso dal crollo del soffitto del liceo Darwin di Rivoli, la signora Cinzia ha ingerito un tubetto di pillole nel tentativo di raggiungerlo. E’ stata salvata dalla lavanda gastrica, e dall’altra figlia che l’ha trovata riversa sul letto come se dormisse. Gli stoici dicevano che il dolore è un’inadeguatezza alla situazione ed effettivamente è così. Siamo inadeguati a reggere l’evento più innaturale che esista: la morte di un figlio, che è morire in due rimanendo vivi, e rimanendolo in mezzo ad altre persone che soffriranno con noi solo per un po’ - gli amici, il parentado - oppure per sempre, ma in modo diverso. Mi riferisco ai figli sopravvissuti, che si ritrovano senza un fratello e orfani di genitori che non saranno mai più quelli di prima.

Anche chi è assolutamente convinto che la vita abbia un senso ammutolisce di fronte al dolore di una madre o di un padre. E non può non interrogarsi sulla potenza selvaggia di quel legame di carne che ogni giorno, giustamente, viene messo in discussione dai conflitti generazionali. Tutti, almeno una volta, abbiamo pensato che i nostri genitori non ci amassero. Ma il gesto della signora Cinzia serve a ricordarci che il senso della vita è proprio lì, in quel legame fra chi crea e viene creato. In quell’amore assoluto che dà senza chiedere. Nel libro «Una madre lo sa» di Concita De Gregorio, un’ostetrica racconta che, appena nasce un bambino, le persone in attesa fuori dalla sala-parto le chiedono subito come sta il figlio. Solo una chiede prima come sta la mamma. Sua mamma.

mercoledì 10 marzo 2010

l'asilo della morale

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 10/03/2010

La pedofilia non riguarda solo il clero, ma anche altri ambienti - dice il portavoce vaticano padre Lombardi - ed è bene occuparsi pure di questi. Certo, padre, è sempre bene occuparsi dell’universo mondo. Per esempio della regressione all’infanzia che induce uomini attempati a comportarsi come all’asilo, annegando le proprie responsabilità in quelle del prossimo. Lo fanno anche gli altri... Perché colpite solo me e non gli altri... È un complotto ordito dagli altri...

A mandare in paranoia certe persone non è la multa rifilata loro dal vigile, ma il fatto che non l’abbia estesa alla macchina accanto. Non l’otto in condotta del figlio, ma il nove dato al suo vicino di banco che è notoriamente più teppista. Appena un politico compie qualche malefatta, i giornali della sua parte cercano subito un pretesto per dimostrare che anche quelli della parte avversa rubano, trafficano, frequentano le escort esattamente come lui. E che gioia, che goduria, nel poter affermare che gli altri fanno schifo come noi, e che il vero scandalo non è che tutto sia uno schifo, ma che ne sia venuto a galla soltanto il pezzo che ci riguarda. Gesù diceva: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma lo diceva per indurci a perdonare il prossimo, non a sollevare polveroni dentro i quali far scomparire le responsabilità individuali. Se persino il portavoce vaticano comincia a ragionare così, forse bisognerà ricordargli che chi si ritiene investito di un’autorità morale deve anzitutto meritarsela con i comportamenti. A prescindere da quel che combinano i famigerati Altri.

martedì 9 marzo 2010

Ressa

Io mi chiedo se è mai possibile una cosa del genere, nemmeno fossimo in Cile o ad Haiti e stessero distribuendo elementi di prima necessità



Il popolo della lentezza

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 09/03/2010

Lunedì sarà la Giornata della Lentezza. Ma come riportare i corpi stressati a ritmo con la natura? Ora è disponibile un manuale di facile consultazione. Gli autori hanno scelto, immagino a titolo di mero esempio, il caso abbastanza frequente in cui uno debba iscrivere la propria lista alle elezioni. L’impulso immediato sarebbe quello di trascinarsi fino all’ufficio più vicino, sbuffare in coda, litigare con un impiegato non sempre gioviale e consegnare in tempo utile l’impeccabile documentazione. Il manuale della lentezza offre un’alternativa più in sintonia con il respiro dell’universo: arrivate quando vi pare, intrattenevi in uno dei bar della zona e, dopo una piacevole colazione, consegnate il materiale, meglio però se corredato da qualche errore. Poi, ma sempre con grande calma, scrivete un decreto interpretativo che tenti con alterne fortune di sanare le irregolarità. Non è più bella, la vita? Si risparmia anche un sacco di tempo, utile per andare dalla massaggiatrice, far vincere l’appalto al cognato, eleggere un senatore coi voti della ’ndrangheta.

Purtroppo, sostengono gli autori, questo rallentamento esistenziale ha i suoi prezzi: non si riesce a fare proprio tutto. I processi, per esempio: uno vorrebbe tanto andarci, anche per non mancare di rispetto verso quei cari giudici che continuano a invitarlo. Ma come conciliare l’attività di imputato con le incombenze quotidiane? Il viaggio in Brasile, la disdetta del viaggio in Brasile, il viaggio in America: che disdetta! Questo spiega perché la giustizia da noi sia sempre all’avanguardia: in quelle aule la lentezza sono abituati a festeggiarla tutti i giorni.

lunedì 8 marzo 2010

Ponzio pelato

da spinoza.it

Approvato il decreto salvaliste. La Beghelli nega ogni responsabilità.

L’articolo 1 del decreto: “Chiamiamo noi quando siamo pronti”.

Il decreto interpreta la legge. Del più forte.

Il Consiglio dei Ministri è durato 35 minuti. Poi la democrazia ha smesso di soffrire.

Napolitano ha firmato poco più di un’ora dopo. Il tempo di far credere di averlo letto.

Poche ore prima di firmare, Napolitano aveva espresso perplessità. Ma si sa che a una certa età, la memoria…

Il Quirinale: “Il decreto salvaliste non è anticostituzionale”. È peggio.

(Avevano detto: “Faremo una leggina”. Se ne andassero affanculetto)

Il decreto è pronto per essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Cilena.

Di Pietro: “Ci vorrebbe l’esercito”. Il governo: “Valuteremo”.

“Il governo si dovrebbe fermare con l’esercito”. A festeggiare.

Prime conseguenze del decreto: capodanno slitta al 4 gennaio.

Sospiro di sollievo anche per il Pd. Almeno non dovranno perdere da soli.

L’opposizione si preannuncia strenua: già fondato su Facebook il gruppo “Questa papaia avrà più fan del decreto salvaliste”.

La cosa più assurda di tutto questo? Che qualcuno non credeva che l’avrebbero fatto.

Bersani: “È un trucco”. Fosse stato un po’ più giovane, l’avrebbe stracciato con la fantasia.

* * *

autori: milingopapa, francesco cocco, marissa, fedgross, benze, archi il leone, kra, sasaki fujika, venividiwc, watt e batduccio.

Per la precisione

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 06/03/2010

Nell’Italia dove ogni regola è tutt’al più uno stato d’animo, spuntano all’improvviso dei personaggi che rispettano a tal punto la forma da calpestare il senso comune. Come l’impiegata del Pantheon che, in un video che sta facendo il giro del mondo, scavalca la balaustra oltre la quale alcuni musicisti stanno suonando Vivaldi e interrompe il concerto perché «di domenica il Pantheon chiude alle 18». Le spiegano che resta da suonare l’ultimo movimento: quattro minuti appena. Macché, la donna è inflessibile. I concertisti ripongono gli strumenti nelle custodie, fra le urla degli spettatori.

Nel monumento di Agrippa è in corso una eroica rivolta del buon senso contro la stupidità. Viene stroncata dal grigiore dell’impiegata, che torna al microfono per ribadire l’unico pensiero che sembra abitarla: «Di domenica il Pantheon chiude alle 18». La prospettiva che possa chiudere alle 18 e 04 evidentemente l’atterrisce: cozza contro il regolamento e la voglia di chiudere baracca e tornare a casa. Non c’è umanità nelle sue parole, neanche un «mi dispiace». Solo quel mantra ottuso ripetuto all’infinito, così simile a quelli che talvolta si sentono pronunciare negli uffici pubblici.

L’elasticità, di cui siamo maestri quando ci fa comodo, trova in questi soprassalti di formalismo il suo contraltare inesorabile. La stessa impiegata, spedita a consegnare le liste elettorali di un partito, sarebbe giunta in ritardo, lamentandosi della burocrazia altrui. Perché di solito chi applica troppo rigidamente le regole è come chi le infrange: un menefreghista.

NYC e Las Vegas viste dall'alto

Le foto aeree suscistano sempre un notevole fascino in quanto ci consentono di vedere luoghi più o meno comuni da un punto di vista alternativo e, normalmente, inaccessibile ai più. In questa galleria di boston.com abbiamo la possibilità di ammirare le viste aree notturne di New York City e di Las Vegas.

 

In passato erano già state pubblicate tre gallerie sullo stesso tema:

venerdì 5 marzo 2010

Mi sa che ci dobbiamo preoccupare

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 05/03/2010

Mi sa che ci dobbiamo preoccupare. Tutto frana. Tutto crolla. Tutto tracima, si scatafratta, sderapa di sotto, e si sminchiona. Non so se avete notato anche voi… in Italia non c'è più niente che tiene. Tutto scaracolla giù. Politica, Calabria, Telecom, G8, Simona Ventura, quello che resta stabile è la sfiga. Mi è franata pure la Montalcini. Poveretta lei. Ha dato il giro in casa e si è rotta il femore. Capisci? Rita, che è sempre stata una roccia. E’ vero che non è più esattamente una squinzia, i suoi cento anni li ha. Non è più di primo pelo e neppure di secondo, come dire, non me la vedrei in tutina a fare la scossa da Amadeus, ma è il cervello più sexy d'Italia. E poi mi ha sempre dato l'idea di qualcosa di solido. Sottile ma solido. Come le statue di Giacometti, quelle di bronzo. Quei ferri da camino. Che li puoi brasare al fuoco e non si piegano. E adesso...

Sfran… franata pure lei. Persino la Ventura a l'è vulà. Al'è 'ntrapase. Caduta giù dai tacchi. E si è intrampolata pure la Telecom. Voi ci avete capito qualcosa di questo nuovo scandalo? Io nulla. Una soave mazza. Una malefica cippa di niente. Io ho solo capito che vogliono togliere le intercettazioni… Dicono che invadono la privacy. Perché? la gente che ci governa e ruba non viola la nostra privacy? Ma come, si rischia la violazione della privacy??? Posso chiedere un coro? E minchia, e rischiamola! A me cosa me ne frega di sapere che sentono le mie telefonate? Al massimo racconto a una amica che il mio cane ha la diarrea a spruzzo… Io invece le voglio, le intercettazioni, mi fanno soffrire e godere in un'unica estasi. Io voglio sapere in che modo mi fregano i soldi dalle tasche. Perché poi i soldi di tutte queste tangenti li paghiamo noi! Fosse per me oltre alle intercettazioni metterei anche un esercito di portinaie. Sai quelle pettegole che sanno tutto di tutti? Una per politico. Che lo controlla. La paghiamo noi contribuenti, ci costa meno, guarda. E bicchieri per tutti da appoggiare al muro per sentire cosa dicono dall’altra parte.

Tra l'altro, non capisco perché continuino a telefonarsi. Ma son scemi? Sai che fai una porcata, sai che si va in galera, sai che ci sono le intercettazioni: ma fai qualcos'altro. Fai i segnali di fumo, manda i piccioni viaggiatori, usa l'alfabeto farfallino: «Ti ho portafatofò i soldifì e la figafà… niente». L'unica furbizia è che si danno i nomi in codice che neanche a Topolinia… «Ti porto la banana», «Achille ha toccato la medusa», «Ti lascio la trota stasera in discoteca senza mutande». Come se uno non capisse che trota è nome in codice… che il «tro» rimane, basta sostituire il «ta» con lo «ia». Ma capisci? Siamo dissanguati neanche da gente furba, da degli scemi! Questo, è quello che ruga di più, che quelli che ci truffano non sono degli Arsenio Lupin, dei Fantomas, sono dei minchioni. E noi vogliamo togliere le intercettazioni? Fini ferma Berlu. Mettigli un ferma porta, placcalo come a rugby, spiaggialo. Fai come ti pare, hai una amica carina? Presentagliela che si distragga, ma fermalo.

Video fantastico

La fama dei videoclip degli Ok Go, rock band di Chicago, supera di gran lunga la popolarità della loro musica. Il video che accompagna il loro ultimo singolo "This Too Shall Pass", lanciato due giorni fa su YouTube, è già stato cliccato più di 2 milioni di volte. Il filmato è un impressionante effetto domino di quasi quattro minuti. Palline e palloni innescano la caduta di pianoforti, carrelli per la spesa e persino automobili in un grande open space di due piani.



Un piano sequenza straordinario che potrebbe ripetere il successo delle coreografie sui tapis roulant di un loro videoclip del 2006 - per il brano "Here It Goes Again" - che sta per toccare i 50 milioni di visualizzazioni.

Buongiorno Flaiano

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 05/03/2010

«Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore».
«La situazione politica in Italia è grave, ma non seria».
«Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura».
«Fra 30 anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione».
«L’italiano è un tentativo della natura di smitizzare se stessa. Prendete il Polo Nord: è abbastanza serio, preso in sé. Un italiano al Polo Nord vi aggiunge subito qualcosa di comico, che prima non ci aveva colpito».
«In Italia la linea più breve fra due punti è l’arabesco».
«In questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Altri paesi hanno una loro verità. Noi ne abbiamo infinite versioni».
«In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti».
«Per gli italiani l’inferno è quel posto dove si sta con le donne nude e con i diavoli ci si mette d’accordo».
«Le dittature hanno questo di buono, che sanno farsi amare».
«Oggi anche il cretino è specializzato».
«Ho poche idee, ma confuse».
«Il sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati alle nuvole».

(In ricordo di Ennio Flaiano, 1910-1972, che oggi avrebbe compiuto 100 anni ma sarà ben contento di esserseli risparmiati.)

giovedì 4 marzo 2010

Pensando di essere spiritosi

da spinoza.it di stark

Siamo in quella che chiamano Par Condicio. Perché non si può dire il suo vero nome.

In realtà in Italia non c’è la censura. È che ci piace parlare d’altro.

Regola tassativa: non mettere in mezzo i politici. Ehi, sembra il processo Mills!

Per rispetto della par condicio, il Tg1 dovrà dare anche notizie vere.

(A Tetris se si nomina un politico scatta la paletta. Per raccoglierlo)

Non si può negare che la par condicio sia dannosa. Ora Vespa avrà molto più tempo per scrivere libri.

Bruno Vespa ha definito “grave” l’azzeramento dei programmi di informazione. Come se la cosa lo riguardasse.

Questa situazione avvelena il clima: anche Mourinho è stato squalificato perchè ha mimato un politico.

In questo periodo non si possono fare i nomi di partiti né di uomini politici. A quello ci pensano già i pentiti.

Oggi non si sfottono i politici. Siamo comunque liberi di prendercela con assicuratori, palazzinari, presidenti di squadre di calcio, imprenditori…

(Il lato positivo del conflitto di interessi è che puoi chiamare il Presidente del Consiglio con tante perifrasi diverse)

In compenso si può dire liberamente “Viva Romano Prodi”. Se uno ha il coraggio.

Secondo l’Auditel la principessa Sissi è meglio di Vespa. Ed è pure morta.

Mentana: “Che differenza c’è tra un tg e un programma d’informazione?”. È semplice: l’informazione.

Belpietro non può nominare il nome di un certo politico. Si limita ad accennare un inchino.

(Non nominare il nome del premier. Me lo ricordavo diverso, il secondo comandamento)

Per Belpietro quattro programmi di informazione sono troppi. Vorrei vederlo davanti a una lavatrice.

Un lato positivo della par condicio: il Pd non è costretto a dire qualcosa.

Presente in studio Bukalov, un giornalista russo. Sono carini a preoccuparsi per noi.

“È meglio essere giornalisti in Russia o in Italia?”. Dipende dalla fine che si preferisce fare.

Belpietro: “Abbiamo imparato che per condannare qualcuno serve un processo”. Quindi mettetevi l’anima in pace.

(Prima di ogni condanna serve un processo. Al giudice)

Barbara Serra: “All’estero c’è uno che è come Vespa e Santoro messi insieme”. Dev’essere il Pil del Lussemburgo.

Pare ci sia un giornalista inglese che equivale all’unione di Vespa e Santoro. Ma solo nelle notti di luna piena.

(Vespa e Santoro in un’unica persona! E si era partiti da una semplice patata)

La Bbc è un servizio pubblico migliore della Rai. Ma non ha il bidet.

Sallusti: “Non si vota in base a un’inchiesta giudiziaria”. A volte si vota per evitarne una.

(Sallusti rappresenta una parte. Quella che una volta era di Klaus Kinski)

Tecnologia, arriva il primo televisore 3d. Finalmente potremo vedere chi c’è dietro Minzolini.

Secondo Jozsef “C’è un’anomalia italiana”. È alta un metro e sessanta.

97 coltellate, 9 anni

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 04/03/2010

Omar di Erika & Omar è uscito ieri dal carcere. La stessa sorte toccherà a Erika fra due anni. La pena tende alla rieducazione del condannato e tutti hanno diritto a una seconda chance, anche gli assassini (ma esclusi gli assassinati). Una conclusione comprensibile, se la mattanza di Novi risalisse al 1981 o almeno al 1991. Invece porta la data del 21 febbraio 2001. Appena nove anni fa. Può correre così in fretta l’ansia di chiudere col passato? Abbiamo già dimenticato? Ripassiamo, allora.

Il 21 febbraio 2001, nella villetta di Erika, Erika e Omar tendono un agguato alla madre di lei, massacrandola di coltellate. «Erika cosa fai? Erika ti perdono», grida la donna, ma è inutile, quelli continuano a colpire: «Muori! Muori!». Gianluca, 11 anni (11 anni!), sente le urla e accorre, ma quando vede la scena scappa al piano di sopra, dove lo raggiungono i primi colpi. Con le poche forze rimaste si rifugia in bagno. Omar lo prende per le braccia, Erika per i piedi e tentano di annegarlo. «Lasciatemi stare! Perché mi fate questo?». Provano a dargli da bere del topicida, ma il bimbo si ribella e con la forza della disperazione afferra uno dei coltelli. Erika gli spiega che è colpa di Omar, lo invita a fidarsi di sua sorella. Ma appena il bimbo si fida, lei lo disarma e Omar lo finisce a coltellate. In tutto ne verranno vibrate 97. Basta una decina d’anni per ripulire quel sangue? La giustizia dovrebbe essere rapida nel giudicare, non nel saldare i conti. Lo scarto fra la brutalità del gesto e la velocità del perdono è troppo forte per non sembrare inaccettabile.

Holi 2010

Il primo marzo, in India ed in altri paesi di religione Hindu, si è celebrata la festa di Holi o "Festival dei Colori" come forma di benvenuto alla primavera in arrivo. La festa di Holi celebra la vittoria di Dio sul demonio.
I devoti Hindu, lasciate da parte le loro inibizioni, si ritrovano nei templi e per le strade giocando a spruzzarsi con vernici, polveri o qualsiasi altra cosa colorata.
La gallaria di boston.com ci porta ad immergerci in questo festival.

 

mercoledì 3 marzo 2010

Adesso lo capiranno?

Adesso capiranno che fermare le macchine una volta ogni tanto non serve a nulla? Sopratutto se fra permessi, privilegi e strafottenza di macchine ne continuano a girare parecchie.

 

Ora iniziamo a cercare una politica contro l'inquinamento seria?

Bertolimpionico

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 03/03/2010

Si può ancora vivere senza Grandi Eventi? La risposta l’ha data ieri sera al Tg5 il grandeventista Bertolaso: no. Egli intende proporre l’Abruzzo terremotato come sede delle Olimpiadi invernali 2018. Dopo il G8, i Giochi della neve. E perché non anche il Nobel, la Champions, il Giubileo, l’ostensione della Sindone e magari l’Expo? Attualmente è destinata a Milano, ma è giusto che vi rimanga solo in caso di terremoti dalle parti di Cinisello Balsamo. Altrimenti meglio spostarla all’Aquila o sul Lambro inquinato, sempre che la Protezione Civile non intenda già farvi disputare le gare di canottaggio delle Olimpiadi estive.

Il Cile dovrebbe affrettarsi a chiedere i prossimi campionati del mondo di calcio e Haiti la sede permanente dell’Onu, prima che la stessa venga trasferita accanto a un inceneritore di Napoli. Nessuno mette in dubbio la bellezza delle montagne abruzzesi. A lasciare esterrefatti è l’ideologia del Grande Evento aspira-soldi come unica soluzione per risolvere i piccoli e grandi disastri della vita. Solo la fiaccola olimpica potrà togliere le macerie dal centro dell’Aquila? Parrebbe di sì. In fondo, quattro anni dopo, i torinesi rimpiangono ancora quei quindici giorni da favola in cui gli autobus arrivavano puntuali e i bar restavano aperti a mezzanotte. Si proceda quindi con il decreto Bertolimpionico. Articolo 1: l’Italia è un Grande Evento permanente. Articolo 2: Balducci e Anemone sono nominati commissari straordinari fino a esaurimento dei fondi.