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martedì 2 marzo 2010

Martina che non voleva dormire

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 02/03/2010

Martina Maturana ha dodici anni, vive sull’isola di Robinson Crusoe, al largo della costa del Cile, e non dorme. Ha appena sentito tremare il materasso sotto la schiena. Una vibrazione l’ha svegliata, ma neanche troppo. Potrebbe tranquillamente girarsi dall’altra parte e ricominciare a dormire, come stanno facendo tutti gli altri seicento abitanti dell’isola di Juan Fernandez. Martina invece scende dal letto. Vuole capire. Scuote il padre poliziotto, rintanato sotto le coperte. «Cosa è stato, papà?», «Cosa è stato cosa? Niente, torna a letto». Lei ci va, ma non riesce a prendere sonno. Allora, in punta di piedi, raggiunge la finestra, guarda in basso e vede. Vede ondeggiare le barche nella baia, al chiaro di luna. E capisce. «Lo tsunami!». Si precipita in piazza e suona il gong. Adesso sono tutti svegli e corrono all’impazzata verso la cima dell’altura che domina l’isola. Appena in tempo: nel volgere di qualche minuto un’onda gigantesca sommerge la baia, inonda la piazza, distrugge il municipio e le case circostanti. La bambina che non voleva dormire ha salvato la vita di tutti coloro che non volevano svegliarsi.

Ricordiamoci di lei, ogni volta che ci rassegniamo alle spiegazioni rassicuranti e rimuoviamo la realtà per non essere costretti ad affrontarla. Martina incarna lo spirito di ogni essere umano, com’era al momento della nascita e come dovrebbe essere sempre e invece non è quasi mai: presente a se stesso, capace di meravigliarsi. In una parola: vivo.

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