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mercoledì 17 novembre 2010

Ex destra, ex sinistra

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 17/11/2010

Gli elenchi declinati da Fini e Bersani in tv non erano elenchi ma frasi fatte. Invitati a usare il linguaggio evocativo delle «classifiche», i due hanno tracimato nel comizietto, confermandosi politici di un altro secolo. Destra e sinistra sono termini ormai pigri per definire quel che ci succede. Le ideologie da cui prendono le mosse si suicidarono entrambe nel Novecento. Quando, dopo aver conquistato il potere con l’obiettivo di cambiare l’essere umano, lo condussero nei lager e nei gulag. Da allora destra e sinistra hanno rinunciato a qualsiasi velleità di palingenesi. Non puntano più a migliorare l’individuo, stimolandolo a essere più responsabile (la destra) e più spirituale (la sinistra). E di fronte allo sconquasso del mondo - con la ricchezza che abbandona l’Europa e gli Usa per spostarsi altrove - si limitano a narrazioni consolatorie dell’esistente.

L’ex destra, che da noi è berluscoleghista (Fini rischia la fine del vecchio Pri, che piaceva a tutti ma votavano in pochi), invita gli elettori ad andare orgogliosi di ciò che la destra detestava: l’aggiramento delle regole e il disprezzo della cultura, sinonimo di snobismo improduttivo. L’ex sinistra continua a raccontarsi la favola che l’italiano medio sia vittima di Berlusconi, mentre l’italiano medio è Berlusconi, solo più povero. Così si ritorna al punto di partenza: la società non cambia se vince un leader o un altro. Cambia se cambiano gli individui. Ma è un lavoro duro: più comodo continuare a scornarsi fra destra e sinistra, illudendosi che esistano ancora.

martedì 16 novembre 2010

Nun te reggae più

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 16/11/2010

L’elettore di destra non li vuole, è naturale. Ma non li vuole neanche l’elettore moderato, quello che dice «B. mi ha stufato e sarei disposto a cambiare, però come faccio a votare quelli là?». Soprattutto non li vuole l’elettore di centrosinistra, che alle «primarie» si schiera sempre con il candidato non sponsorizzato dal Pd. Lo si è appena visto a Milano dove l’architetto Boeri era favorito, poi gli è piombato fra capo e collo il sostegno di Bersani e addio. Ma quindi chi li vuole ancora, questi capi e capetti democratici che invano Nanni Moretti licenziò in tronco a piazza Navona, ormai quasi dieci anni fa? La risposta è semplice: nessuno, tranne gli amici intimi e l’apparato di partito. I pentiti del centrodestra non si fidano di loro perché vengono per lo più dalla segreteria del Pci. E il popolo di sinistra li percepisce come piccoli Breznev che siedono da troppi lustri sul palco delle autorità. Prima che la politica, il problema riguarda la psicanalisi: è un rifiuto mentale, un fastidio fisico, il convincimento radicato che una classe dirigente di amministratori di Palazzo, senza un nuovo progetto di società né l’energia per realizzarlo, sia la meno adatta a scuotere questo Paese dal cinismo e dall’abulia.

In un clima del genere, la loro unica speranza di sopravvivenza è la dissociazione da se stessi. Fassino potrebbe fare il sindaco di Torino solo se Fassino gli togliesse pubblicamente il suo appoggio. E per ottenere l’investitura a candidato premier, Bersani dovrà mettere molto bene in chiaro che lui e D’Alema sostengono Vendola.

lunedì 15 novembre 2010

Due nuove gallerie

Oggi altre due gallerie di immagini da boston.com

La prima ci mostra la cerimonia di apertura della 16esima edizione dei giochi asiatici che si tengono in Cina e vedranno coinvolti più di 14.000 atleti di 45 paesi sino al 27 novembre.


La seconda ci porta negli Stati Uniti per il giorno della commemorazione dei veterani o "Giorno dell'armistizio" che ricorda la fine delle ostilità sul fronte orientale del 1918.

venerdì 12 novembre 2010

Vanity Fair

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 12/11/2010

Nell’ultimo numero di «Vanity Fair» c’è la foto di Biagio Antonacci completamente nudo in copertina. Pelato come un lombrico, solo con un lp a coprirgli il walter. Manco un cd. Un 33 giri di quelli grossi. Se pensi che ad alcuni basterebbe un bottone... Dice che a 47 anni si sente finalmente libero di fare qualcosa che la gente da lui non si aspetta. Ma guarda Biagio che avevi anche altre opzioni. Per esempio, potevi affittare un Tir, andare a Napoli e portarti via qualche tonnellata di spazzatura. Per dire. Oppure non so, tuffarti in una piscina di pastiglie Valda, stabilire il record di maggior numero di aghi di pino mangiati in dieci minuti. Tante, tante cose potevi fare per sentirti libero a 47 anni, non era necessario piantarti nudo e a gambe larghe sulla copertina di «Vanity Fair». Poi non so se avete notato ma quelli che si fan fotografare nudi son sempre unti... ma perché? Li devi mica friggere... Te li devi portare a letto. E poi uno così vuncio ti fa subito l’alone sulle lenzuola. Cosa ne fai? Prima di coricarti lo impani?

Comunque, l’uomo che si spoglia davanti alla donna rimane da sempre uno spettacolo della natura, è come vedere un gatto che cade nella tazza del cesso. Fa ridere e tenerezza insieme. Allora: finché c’è da levarsi camicia o t-shirt se la cavano tutti. Sembra che nuotino nella polenta, ma ne vengono a capo senza infamia. E soprattutto senza lode. Tranne i pirla che provano a levarsi la camicia senza sbottonare i polsini. Op op, tric trac, un attimo e restano ammanettati da soli. E’ quando tocca alla parte sotto che vengono a galla i problemi. E lì ci sono diverse tipologie di maschio. C’è quello che non sta mica tanto lì. Se vede che c’è del chupa in arrivo fa che calarsi braghe e mutande fino alle caviglie. Trac. Si pela da solo come una banana. Devo dirti che subito l’effetto è bello. Peccato solo che sotto le caviglie si forma un cocktail di mutande jeans scarpe e calze tutto saldato insieme dal quale lui non ne viene mai più fuori. Una specie di piedistallo. Tu resti marmorizzata a guardarlo, come l’allodola ipnotizzata dal serpente, e lui comincia a saltellare come quelli che fanno la corsa nei sacchi. Un giocatore di Subbuteo. Passa da superfigo a supercretino in un nanosecondo. Poi c’è quello che per metà è preso dalla foia, e per metà conserva un minimo di cervello. E cosa fa? Si leva una scarpa. Una sola. Sfila un pantalone, la mutanda la leva via da una parte, e così con una gamba è libero di muoversi, ma l’altra si porta dietro tutta una zavorra di scarpa pantalone e mutanda, che lui cerca di togliersi scalciando come i muli quando li ferrano. E poi c’è il posa-piano. Il precisino. Mister Calmini. Che si leva con ordine le scarpe, le mette vicine, si leva i pantaloni, li piega, toglie le mutande e tiene i calzini. E di solito lo Zar, che prima se ne stava impettito come l’imperatore quando saluta l’esercito, è già tornato alle dimensioni del kiwi. Corto pelosetto e verde di paura.

Signori? Sappiatelo. L'uomo nudo coi calzini sotto il ginocchio fa senso quasi quanto vedere un coccodrillo che mangia una zebra. Il primo stilista che mette il velcro ai vestiti da uomo lo faccio santo. Chiuso il capitolo.
Da spinoza.it

Governo a un passo dalla crisi, la mediazione in mano a Bossi. Grazie al cielo.

(Berlusconi va a Seul e Bossi resta a mediare. Che è come partire per le vacanze lasciando aperto il gas)

Bossi: “Fini mi ha ripetuto le cose dette a Perugia”. Più volte e lentamente.

Fini a Berlusconi: “Dimettiti!”. Berlusconi: “Votami contro!”. L’Italia: “Ditemi che sono una porca!”.

“Gli uomini passano, le idee restano” ha detto un tale citando qualcun altro.

Fini: “Evitare logiche mercantili”. Berlusconi: “E tu in cambio cosa mi dai?”.

“La vitalità della sinistra viene dai fallimenti del Pdl”, ha detto Fini minimizzando i fallimenti del Pdl.

Per Fini è tempo di bilanci: “Se volgiamo lo sguardo indietro, possiamo dire di essere soddisfatti”. È tanta e ancora fumante.

Fini: “Sull’immigrazione nessuno è arretrato come il Pdl a rimorchio della Lega”. Prendete ad esempio la legge Bossi-tizio.

Il partito dei finiani sarà battezzato ufficialmente a gennaio. Mi chiedo come faranno, senza padrino.

Bersani: “Temo il gioco del cerino”. Anch’io, se avessi la coda di paglia.

Montecitorio, vertice a due tra Fini e Casini. Presente anche Rutelli.

Al termine dell’incontro Casini non ha rilasciato dichiarazioni. Sarebbe stata turbativa d’asta.

Veneto, gli alluvionati riceveranno trecento milioni di euro. Uno per ogni bestemmia.

Birmania al voto dopo vent’anni. Sono elezioni anticipate.

Si avvicina la data del voto in Birmania. La comunità internazionale guarda al paese asiatico con rinnovato disinteresse.

Secondo Obama “il voto in Birmania non è né libero, né giusto”. Ora può dirsi una democrazia.

Califano chiede l’assegno di Stato. Possibilmente già arrotolato.

(Vecchi puttanieri che sfruttano le istituzioni per risolvere i loro guai personali. Dove l’ho già sentita?)

115 anni fa venivano scoperti i raggi x. Sarebbe anche ora di dargli un nome.

* * *

autori: mix, serena gandhi, smarks, gabbbbro, demerzelev, puccio di luce, edelman, milingopapa, misterdonnie, il professor morte, serena gandhi, frandiben, fed-ex e genio78.

Campionati mondiali di scherma 2010

Oggi boston.com ci riporta una serie di immagini spettacolari dei campionati del mondo di scherma 2010 che si sono tenuti, dal 4 all'11 novembre, a Parigi e che hanno visto le atlete italiane dominare ancora una volta la specialità

Chi ci farà stare buoni

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 12/11/2010

Una multinazionale finanziaria è nei guai perché gli impiegati della sede di Dublino hanno stilato la classifica delle dieci colleghe più carine. A coloro che si indignano, e pare siano tanti, non serve dire che si tratta di una pratica diffusa negli uffici più o meno da quando uomini e donne hanno cominciato a lavorare insieme. Prima però le classifiche erano pezzi di carta che giravano di mano in mano (confesso di aver partecipato anch'io, vent'anni fa, a quella sulle giornaliste di Montecitorio), alimentando le viscere di una cerchia ristretta. Mentre adesso c'è la posta elettronica e i verdetti dei giurati di Dublino sono ovunque la Rete allunghi i suoi subitanei tentacoli, trasformando un gioco forse di cattivo gusto, ma sostanzialmente innocuo, in uno scandalo.

Sarà dunque il computer a costringerci a rigare diritti, come non riesce più alla Chiesa, alla scuola, alla famiglia, a nessuna autorità morale? La tecnologia ci ha riempito la vita di «scatole nere» che fissano per sempre i nostri peccati. Una parola, un messaggio, un gesto compromettente non evaporano più nell'atmosfera complice di una stanza chiusa, ma vengono immortalati da uno schermo e da lì proiettati in ogni orecchio e occhio affamati di curiosità malevola. Non c'è scampo, non c'è redenzione: le macchine non rimuovono il dolore come noi. Lo diffondono soltanto. Rispetto al passato, è cambiata la paura del castigo: invece dell'inferno, lo sputtanamento universale. Ma anche questo è in linea coi tempi, più interessati alla reputazione di un attimo che alla vita eterna.

giovedì 11 novembre 2010

Delega al posacenere

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 11/11/2010

Quando era soltanto un leghista, Roberto Cota poteva reggere il posacenere di Bossi o sostituirsi a esso con mani d’amianto. Poteva persino sventagliare la nuca del suo signore come uno schiavo nubiano. Ma da alcuni mesi Cota è alla testa di una Regione italiana di una qualche importanza: il Piemonte.

Questo significa che, qualsiasi cosa faccia, non è più il leghista che la fa, ma il governatore del Piemonte. E Cavour non combinò tutto quell’ambaradan perché i suoi eredi finissero a reggere il posacenere del pronipote di Alberto da Giussano in una prefettura di Vicenza dove tra l’altro sarebbe pure vietato fumare.

È legittimo che Cota nutra per il suo futuro progetti ambiziosi, come reggere il posacenere al prossimo presidente della Repubblica Padana. Però, nell’attesa che più alti destini si compiano, dovrebbe almeno far finta di rappresentare la Regione che lo ha votato. Per quanto possa sembrargli strano, Cota incarna un’istituzione. Quindi via le camicie, le cravatte, i fazzolettini verdi. E i posacenere, per favore, sul tavolino.

mercoledì 10 novembre 2010

Due nuove gallerie

Altre due nuove gallerie da boston.com

La prima ci mostra un reportage dell'eruzione del vulcano Merapi in Indonesia.


La seconda ci mostra una serie di immagini relativa alle grandi migrazioni.

Babbo Natale esiste

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 10/11/2010

La pubblicità francese di una banca mostra un padre che annuncia al figlio cresciutello: «Ho una brutta notizia da darti: Babbo Natale non esiste». Si tratta, immagino, di una denuncia ironica dei «bamboccioni». L’ironia è diventata il lasciapassare di qualsiasi bischerata. Se mostri una donna con un filo interdentale al posto della gonna sei volgare. Ma se la mostri spiegando che si tratta di una rivisitazione ironica della volgarità altrui, allora qualcuno ti considererà un genio. Purtroppo o per fortuna i bambini non conoscono l’ironia, frutto del disincanto. Si nutrono di sogni e di certezze: per loro Babbo Natale, che diamine, è Babbo Natale. E lo spot negazionista li ha sconvolti, provocando crisi di pianto in tutta la Francia, con conseguenti arrabbiature dei genitori nei confronti della tv cinica e bara.

Inutile dire che hanno ragione. Babbo Natale esiste. Lui e la Befana sono gli unici baluardi di meritocrazia in questa società che non riesce più a premiare e a punire nessuno. Solamente nel mondo vero, quello echeggiato dai miti, la giustizia funziona ancora. Sei stato bravo? Regali. Cattivo? Carbone. Senza favoritismi, ripescaggi, raccomandazioni. Anziché tolte ai piccoli, certe sicurezze andrebbero restituite ai grandi. Magari la tv ci trattasse da bambini. Invece ci tratta da deficienti. Con una mano nasconde le questioni sociali e con l’altra irride gli archetipi universali. Babbo Natale galoppa con le sue renne in un angolo dei nostri cuori, ma è un vecchietto fragile: per ucciderlo, a volte, basta una battuta.

martedì 9 novembre 2010

Cosce mafiose

Da spinoza.it

Semplificazione normativa a Venezia: l’acqua alta passa alla regione.

Il Veneto finisce sott’acqua. Confermando la vocazione al sommerso.

(Ma guardiamo il lato buffo: un sacco di leghisti sui gommoni)

Il maltempo è stato così devastante che i telegiornali hanno dovuto alleggerire con un servizio sui morti sul lavoro.

Il Veneto ha risposto all’emergenza usando le procedure standard: squadre di cittadini girano per le strade gridando alle acque di tornarsene a casa loro.

Si indaga sulle responsabilità delle istituzioni: pare che abbiano montato il Mose al contrario.

Vicenza allagata. I gatti girano già in umido.

La Protezione civile presidia la città mentre il suono delle ambulanze echeggia per le vie: è il loro modo di festeggiare un altro affare concluso.

Ora il Veneto chiede aiuto. Ma nessuno lo capisce.

Esondazioni anche in Calabria: colpiti due quartieri di Gioia Tauro, eccetto i negozianti in regola coi pagamenti.

Berlusconi a Fini: “È maggiorenne e incensurata. È la mia ultima offerta”.

Il premier: “La mafia vuole colpirmi”. Com’è noto, anche a Falcone riempirono la casa di mignotte.

Secondo il premier, gli scandali sarebbero una vendetta della mafia. In pratica si tratta di ammutinamento.

“Fango e menzogne non mi fermeranno”. Sono amici di vecchia data.

Ruby si racconta: “Ricordo ancora le frustate sulla schiena di mio padre”. Non credevo che la accompagnasse alle feste.

Berlusconi lamenta: “La stampa non dà risalto a ciò che davvero fa il governo”. Tranne forse Penthouse.

Draghi: “I precari vanno stabilizzati”. Potrebbero cadere dai tetti.

Cgil, una donna alla guida. Inevitabili gli scontri.

* * *

autori: dr. tarr, nemidan, arresto del carlino, demerzelev, lorberto, il professor morte, cityman, gabbbbro, misterdonnie, edelman, archi il leone, cicciorà, giga e fed-ex.

Tutto il resto è gioia

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 09/11/2010

Signor Franco Califano, ho appena saputo che lei è un anziano povero e solo, tanto da essersi appellato alla legge Bacchelli che garantisce un sussidio statale agli artisti in disgrazia. Non mi scandalizza l’attenzione mediatica riservata al suo caso, mentre della povertà e solitudine degli anziani ignoti non importa un fico secco a nessuno. E non punterò il dito sui milioni da lei sperperati nel corso della vita in amorazzi, fuoriserie e sostanze assortite: fatti suoi. Ma le canzoni no, sono fatti anche nostri. Una in particolare: «Tutto il resto è noia». Ha idea dei disastri causati da quel manifesto della superficialità umana, che esalta le emozioni a scapito dei sentimenti e considera «noia» qualsiasi cosa non produca una scarica di adrenalina?

Eugenio Finardi provò a metterci una pezza («l’amore è fatto di gioia ma anche di noia») e un Franco più spirituale di lei, Battiato, cercò «un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente», ma ormai era troppo tardi: i materialisti avevano trovato l’inno a cui appoggiarsi per giustificare il loro sfarfallio esistenziale privo di senso, salvo ritrovarsi alla fine della giostra isolati e depressi. Perché quella che lei chiama «noia», Califano, è la vita vera. E non è affatto così noiosa. Noiosi, e un po’ patetici, sono i settantenni che continuano ad abitare il mondo come ragazzini. Da contribuente sono disposto a finanziare la sua vecchiaia, ma a una condizione: se proprio non vuol cambiare registro, cambi almeno il testo.

venerdì 5 novembre 2010

Dies Iraq

Da spinoza.it

Serie di attentati esplosivi devasta Baghdad. È il loro piano regolatore.

Un’ondata impressionante di attentati combinati getta il popolo iracheno nel terrore. Proprio adesso che se la godevano.

La capitale irachena è stata colpita da 16 esplosioni. Una in più avrebbe portato male.

Numerose autobombe sono esplose nei maggiori punti di ritrovo della città, ma come esci dal centro è un mortorio.

Colpiti soprattutto bar e locali notturni. E meno male che i musulmani non possono bere B52.

Fonti della polizia parlano di 100 vittime e 200 feriti. Così possiamo ricordarcelo facilmente.

(100 morti e 200 feriti. La solitudine dei numeri tondi)

Cordoglio unanime per le numerose vittime, che ora non potranno ringraziare gli americani per aver liberato il loro paese.

Già da mesi gli Usa avevano proclamato la fine delle ostilità in Iraq. È scandaloso come questi guerriglieri siano così disinformati.

Si pensa che il numero di morti sia destinato a crescere. In compenso diminuirà quello dei feriti.

I quartieri colpiti: Sadr city, Shùla, Shaab, Huseiniyah, Bayà, Saydiyah, Kadhimiyah, Abu Dsheer, il distretto di Amel e Yarmouk. Scommetto che se ci mettevo l’Eur non ve ne accorgevate.

Le zone colpite erano a maggioranza sciita. Erano.

Gli ospedali hanno diffuso una richiesta urgente di donazioni di sangue. Non è facile grattarlo via dalle macerie.

Uno dei razzi è caduto su un funerale. Il tempo di un aggiornamento e il corteo è ripartito.

(“Il razzo ha colpito un funerale”. Ormai è una delle frasi esempio sulle grammatiche di arabo)

Festini del Pdl, anche Brunetta coinvolto. Nelle gare di limbo è imbattibile.

Una giovane escort rivela di essersi rivolta al ministro per una questione riguardante il figlio. Che voleva un amichetto.

“Meglio guardare le belle ragazze che essere gay”, ha detto Berlusconi il 2 novembre, mentre commemorava la sua dignità.

Poi tenta di recuperare: “Che comunque è meglio che essere negri”.

La Carfagna prende le distanze dal premier dopo la battuta sugli omosessuali. Non è carino scherzare sulle malattie.

Rissa al concorso per notai. C’era una monetina per terra.

* * *

autori: mix, serena gandhi, il professor morte, puccio di luce, waxen, gabbbbro, fed-ex, demerzelev, negus, faberbros, misterdonnie, benze, lorberto, giga e figliodiprozac.

Torniamo a parlare di scudi

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 05/11/2010

E torniamo a parlare di scudi. Alf, il ministro Alfano, che abbrevio in Alf apposta per non chiamarlo col finale Ano, bene Alf, sta smarmigando ancora con ’sto Lodo Berlu. Adesso si discute sulla reiterabilità. Cioè ci si domanda se questo scudo possa valere anche se Berlu smette di fare il presidente del Consiglio. Frattini ha proposto lo scudo automatico. Che appena Berlu fa un cazzata ecco che si apre l’ombrello. Io proporrei già che ci siamo il paraballe giudiziario. Berlu lo indossa e si para dai colpi bassi dei giudici nani che gli arrivano all’altezza dei gioielli. Eventualmente anche il «guscio anti caduta» come quelli dei telecomandi. Secondo me, Alfy, se alla fine gli fate un guscio Meliconi su misura è la cosa migliore.

Ma cambiamo genere e spostiamoci nel mondo dei contraccettivi femminili. Grandi novità. Gli inventori del prodotto sono un po’ come quelli degli assorbenti. Stakanovisti. Non si fermano mai. Farebbero la gioia di Marchionne. E adesso dopo la pillola, il cerotto, l’anello, le spirali e mai più finito, è spuntata la crema. La nuova cremina anticoncezionale. Basta spalmarsela addosso e lei rilascia poco a poco un ormone progestinico che blocca l’ovulazione. Funziona esattamente come il cerotto, solo che non si stacca e non rischi di trovartelo appiccato alla fronte dopo una notte agitata. Ci saranno vari gradi di protezione? Tipo che se una va a letto col marito basta la crema pasticciera, ma se va a letto con... Ligabue per esempio, ci vuole il fattore di protezione 26? Con Russell Crowe che è maschio all’ennesima potenza devi dare la prima mano, aspettare che asciughi, dare una seconda, passare la carta seppia e alla fine fare anche le rifiniture.E alle volte filtra lo stesso. E poi dove te la spalmi? Vicino alla yolanda farà più effetto? Se la stendi lì intorno, nella zona calda diciamo, là dove la festa impazza, il walter arriva al galoppo. Secondo me però fai una boiata perché metti sulla strada giusta lo spermatozoo. Meglio darsela sotto le ascelle per depistare. Non troppo lontana dal punto utile, però, se no non fa in tempo. Tipo che se per esempio te la spalmi sulle orecchie secondo me prima che arrivi all’utero sei già incinta di due gemelli... Ne basta pochissima, dicono. Sì, ma non per me. Io mi conosco, io sono paranoica. Io se devo dipendere da una crema per non restare incinta mela spalmo un tubo per volta, mi faccio il bikini di crema, che un eventuale walter in visita scivolerebbe come le anguille di Comacchio prima di centrare il bersaglio. E poi, se sbaglio tubetto? Se credo di mettermi l’anticoncezionale e invece mi ungo con l'autoabbronzante? Mi ritrovo nera come Eto’o e oltretutto incinta.

Conoscendo i maschi vedrai che, sperimenta che ti sperimenta, faranno una crema che oltre a essere anticoncezionale avrà anche un effetto anticellulite e idratante. Così che passerà il concetto che più fai l’amore e più usi la crema, più ti va via la cellulite. Così se il tuo lui ti becca in bagno che ti spalmi la crema ti vola sulle piume pensando ecco che ci siamo. E invece tu magari ti stavi solo facendo la ceretta a caldo e lui si ustiona il walter.

Avanti il prossimo

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 05/11/2010

E così, con le elezioni di Midterm, ci siamo giocati anche Obama. Magari si rifarà fra due anni, ma intanto ha perso l’aureola del messia che gli abitanti del pianeta Terra, non solo gli americani, gli avevano ansiosamente attribuito, obbedendo come sempre a un’emozione intensa ma superficiale, destinata a evaporare alle prime difficoltà. La tipica emozione di un mondo di individualisti che si ciba d’immagini, procede per suggestioni - la pelle nera, Yes We Can - e non crede più nei partiti e nei gruppi sociali, ma soltanto nel leader salvifico. Tanti uomini soli mettono un uomo solo al comando che in realtà non comanda quasi su niente. Cosa potrà mai fare una persona, anche di qualità eccelse, dentro un sistema economico che si muove per conto proprio, secondo dinamiche che la politica riesce appena a scalfire? La sala dei bottoni non ha più bottoni o forse ne ha troppi perché dall’altra parte risponda ancora qualcuno.

I cittadini non hanno smesso di sognare il cambiamento. Ma in assenza di un sistema organico di valori lo hanno delegato a singoli ambasciatori di un’emozione collettiva, caricandoli di responsabilità insopportabili e alimentando speranze che durano lo spazio di una campagna elettorale. Anche in Italia non ti chiedono più quali idee hai, ma se stai con Casini, con Vendola, con Berlusconi. Una biografia in cui ci si possa identificare per sentirsi migliori, una faccia alla quale appendere desideri confusi per poi ritrovarsi ogni volta disillusi, traditi. Avanti il prossimo.

giovedì 4 novembre 2010

Quattro gallerie

Oggi, per rimediare ad un periodo di latitanza inserisco quattro gallerie da boston.com

La prima ci mostra la situazione di Haiti a 10 mesi dagli eventi che sconvolsero questa magnifica isola.

La seconda ci riporta il solito report fotografico mensile, per il mese di ottobre, dall'Afghanista.

La terza ci mostra le cerimonie di commemorazione dell'ex presidente argentino Nestor Kirchner.

La quarta, ed ultima, ci porta in un tour a spasso per l'Islanda.

Giovinezza ciao

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 04/11/2010

Davvero fosforica l’idea concepita dal Festival di Sanremo per i 150 anni dell’Italia unita: eseguire sul palco «Bella ciao» e «Giovinezza», rispettivamente colonna sonora della Resistenza e dei pestaggi squadristi. Erano italiani anche quelli, no? Come l’olio d’oliva e l'olio di ricino, la Costituzione e le leggi razziali. Ah, le forzature della par condicio! Perché le due canzoni non sono proprio la stessa cosa. «Bella ciao» è la torva nenia dei partigiani rossi ed evoca cosacchi a San Pietro e santori ad Annozero. Invece «Giovinezza» trasuda ottimismo spensierato: ti mette subito voglia di afferrare un manganello e scendere in strada a sgranchirti un po’. Come dite, organizzatori del Festival dell’Ipocrisia? «Giovinezza era l’inno della goliardia toscana del primo Novecento». Ma certo. E' per questo che è famosa. E’ per questo che volete trasmetterla in eurovisione. Per rendere omaggio a quel fenomeno ingiustamente sottovalutato che fu la goliardia toscana del primo Novecento. E «Faccetta nera» allora, era lo slogan di una crema abbronzante?

Peccato che tanti italiani saliti in montagna o internati in Germania dopo l'8 settembre non siano più qui a commentare questo gemellaggio ardito (in ogni senso): vi avrebbero spiegato la differenza fra «Bella ciao» e «Giovinezza» meglio di me, anche se con toni meno ilari. Provo a condensare il loro pensiero: il fascismo è stato un regime dittatoriale precipitato in catastrofe, non può essere banalizzato in questo modo. In nessun modo. Vi sembrerà incredibile, ma non tutto fa spettacolo nella vita.

mercoledì 3 novembre 2010

Garrone senza Cuore

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 03/11/2010

Sollecitato da alcuni colleghi, in questo articolo mi accingevo a cantare le lodi del presidente della Sampdoria, il petroliere Garrone, che con un gesto d’altri tempi ha chiesto la rescissione del contratto di Cassano, suo insultatore personale, rinunciando a un mare di soldi in nome dei principi: il rispetto dei ruoli, la responsabilità nei comportamenti, la buona educazione. Prima però ho commesso l’imprudenza di parlarne con diversi conoscenti, tutte persone stimatissime, e di andare a curiosare fra i blog che si occupano della vicenda. Ecco una sintesi della mia ricerca. «Ha rinunciato ai soldi in nome di un principio? Sai che sforzo, è miliardario!». «Aumenterà il prezzo della benzina, così la sua nobiltà d’animo la pagheremo noi». «In realtà risparmia sull’ingaggio». «Se Cassano gli ha chiesto scusa, perché lui non lo perdona? Il Garrone di Cuore lo avrebbe fatto». «C’è ancora qualcuno che crede a queste pagliacciate? Quei due sono d’accordo». «Ho saputo da fonte certa che Cassano sarà ceduto al Napoli». «Qualcuno sa dirmi se viene alla Juve? Lo vedrei bene nel 4-4-2». «Secondo me lo prende l’Inter». «Dopo gli scudetti vogliono rubare anche Cassano!». «Che m’importa se sputa, rutta e insulta. Basta faccia un paio di assist a partita». «Per me Garrone gli ha teso una trappola». «Ma siete proprio sicuri che lo abbia insultato?».

Tutto ciò letto e considerato, rassegno nelle vostre mani le mie dimissioni da moralista per mancanza di materia prima. Ormai «la morale» è un errore di stampa: fra la «l» e la «a» ci vuole l’apostrofo.

martedì 2 novembre 2010

L'uomo del mezzo secolo

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 02/11/2010

Se la lunga festa (finita) dell’Occidente ha avuto un simbolo, per me quel simbolo è stato Maradona, che non è neanche occidentale in senso stretto e proprio oggi compie mezzo secolo: auguri. Ebbi la ventura di dedicarmi a lui per un campionato intero: a Napoli, mattina dopo mattina e mattana dopo mattana, con l’entusiasmo spregiudicato dei suoi e miei vent’anni. Ho spiato da dietro una siepe il bagno affollatissimo della sua casa di Posillipo. Ho sbirciato foto ricattatorie che lo ritraevano in situazioni che voi umani, eccetera. L’ho inseguito mille volte per carpirgli una battuta, quasi sempre un insulto, fino a quando un inviato di lungo corso non mi trattenne per un braccio: «Lascia correre gli altri, tu conserva le energie per la macchina da scrivere».

Era Vittorio Feltri. Ogni sera, trasmesso l’articolo dove Maradona attaccava briga con qualche potente, disertava l’allenamento o finiva nei guai per una ragazza, mi domandavo: cosa potrà ancora inventarsi domani per non venire a noia? Ma era un esercizio ginnico della mia fantasia, che il giorno dopo veniva oltrepassata dalla realtà. Solo in seguito avrei capito che Maradona faceva sempre notizia perché era l’emblema inconsapevole di un’epoca, la nostra: emotiva, ossessionata dalla trasgressione, prodiga nel dilapidare talenti senza preoccuparsi del futuro. Quando infine si ritirò, tutti fummo concordi nel dire che un fenomeno mediatico come lui non ci sarebbe più stato. E invece ci sbagliavamo. Bunga bunga se ci sbagliavamo.

venerdì 29 ottobre 2010

Carezzone


Premier coinvolto in vicende torbide con una minorenne. Per motivi di privacy non sarà reso noto il nome del premier.

(E vai, Pierluigi, anche la prossima campagna elettorale è fatta!)

Si parla di una storia del premier con una minorenne marocchina. Ma io non posso credere che un uomo della sua moralità vada con le negre.

La giovane aveva detto di avere 24 anni. Praticamente pensavano di essere coetanei.

La ragazza, in questura per furto, è stata rilasciata grazie a una telefonata della Presidenza del Consiglio. Un caso che suggerisce quanto faccia comodo avere un amico che fa l’imitazione di Berlusconi.

(Immagino Berlusconi che telefona in questura. “A proposito, c’è niente per me?”)

Intanto si cercano notizie sulla giovane nordafricana. Pare sia la figlia dell’autista di Craxi ad Hammamet.

Modelle minorenni, festini con prostitute e orge lesbo a casa di Berlusconi. Ma secondo me è la solita montatura per fargli riguadagnare consensi.

La ragazza ha svelato che il dopocena erotico era chiamato “bunga bunga”. Con i più piccoli è consuetudine dare alle cose nomi più orecchiabili.

I figli del premier gli si stringono intorno. Non si sa mai si riesca a sbirciare il testamento.

Indagato Emilio Fede: il reato è pavoneggiamento della prostituzione.

Fede coinvolto in vicende di prostituzione: “L’ho saputo dai giornali”. Che era reato.

Il pentito Spatuzza riconosce un uomo dei servizi segreti. È quello che gli ha portato il caffè.

A Regina Coeli detenuto muore per denutrizione. È successo tutto in un attimo.

Capezzone colpito da un pugno. Si era incantato.

Il portavoce del Pdl è stato colpito da un pugno a Roma. Speriamo sia l’inizio di una tournée.

(Prima Belpietro, ora Capezzone: questi aggressori violenti stanno veramente rompendo i coglioni a Berlusconi)

Dopo il pugno a Capezzone è caccia all’uomo: ha saltato la fila.

Le telefonate di rivendicazione sono al momento gestite attraverso un apposito centralino.

Dell’episodio sospettato un italiano. Su due.

Capezzone è stato portato via in ambulanza. Meglio tardi che mai.

Cicchitto: “È uno squadrismo di sinistra quello che ha colpito Capezzone”. Finalmente ho deciso per chi votare.

“Il noto network dell’odio sta producendo effetti nefasti sempre più visibili”. Però non è che possiamo dare sempre la colpa a Minzolini.

Di Pietro ha condannato l’aggressione “senza se e senza ma”. Per non parlare dei congiuntivi.

Capezzone: “Chi sta vicino al premier rischia”. Specie se minorenne.

“Da mesi su Facebook si inneggia alla mia morte”. Allora è proprio vero che questi social network non servono a un cazzo.

È morto il polpo Paul. Tempi duri per gli invertebrati.

* * *

autori: mix, stark, mangiabinari, frandiben, uomomordecane, giuspe, docmax, 3civette, serena gandhi, archi il leone, emp13, misterdonnie, benze, roberto manunta, lor, batduccio, elianoimperato, pietro angelio, maudech, marioblq, capt_yossarian, massimo.virgilio, starrynight, il professor morte, gabbbbro, carlocf, richi selva, frandiben e vik20.

Bungagiorno

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 29/10/2010

Gli americani sono dei quaccheri. Lì un presidente può fare bunga bunga con Marilyn Monroe o una stagista della Casa Bianca, ma se telefonasse all’Fbi per far rilasciare una minorenne arrestata per furto, oltretutto spacciandola per nipotina di Mubarak, sarebbe costretto a dimettersi alla velocità della luce. E se dicesse di averlo fatto perché è un uomo di buon cuore? Peggiorerebbe soltanto la situazione. L’abuso di potere, la sacralità della carica, bla-bla.

Che perbenismo triste, che formalismo ipocrita. E la Francia giacobina? Neanche a parlarne. Lì un presidente può tenere nascosta una figlia tutta la vita come Mitterrand o sposare una modella col birignao più appuntito delle caviglie, ma se telefonasse alla Gendarmerie per far rilasciare una minorenne arrestata per furto, oltretutto spacciandola per nipotina di Mubarak, sarebbe costretto a ritirarsi a vita privata. I francesi non hanno una storia alle spalle che consenta loro di apprezzare certi slanci liberali. Sapranno cucinare le omelette, ma la democrazia non gli è mai riuscita bene. I tedeschi, poi: luterani, gente fanatica. Lì un cancelliere non telefonerebbe al Polizeipräsidium neanche per far rilasciare la propria, di nipotina, altro che quella di Mubarak. Ecco, forse solo in Egitto, dove la democrazia affonda nei millenni (i famosi Faraoni della Libertà), il presidente telefonerebbe alla polizia per far rilasciare una minorenne arrestata per furto. Ma non la spaccerebbe per nipotina di Mubarak, essendo lui Mubarak. Semmai per nipotina di Berlusconi: esisterà, al riguardo, un accordo bilaterale?

Mannaggia

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 29/10/2010

Mannaggia. Son settimane e settimane che non ci arriva una notizia decente. L'unica è che qualche giorno fa un meteorite di 7 metri di diametro ha sfiorato la Terra ma non l'ha colpita. Facciamo schifo anche ai meteoriti. A volte quando guardo i tg mi premo con due dita l'aorta e vado in svenimento controllato pur di non sentire. E Avetrano e Terzigno, e il Lodo Alfano. Ci sta venendo il cuore duro come un parquet dell'Ikea. Duro e pieno di nodi. Abbiamo fame di notizie leggere, un po’ badola, ma che ci distraggano dal cupismo dilagante. Ne ho trovata una ora. Eccola qua. Fresca fresca. Molto balenga. Australia. Panico a Melbourne. Quindici vigili del fuoco con due autobotti sono accorsi l'altro giorno in una proprietà ad Axedale, presso Bendigo, dopo una chiamata che denunciava un forte odore di gas. Si temeva una classica fuga, ma arrivati in loco si è svelato il mistero. Non era una fuga di gas. Era un maiale con dei grossi problemi di... come posso dire... di... aria retrostante.

Flatulenza. Una scrofa, che per motivi di privacy chiameremo Pet, non voglio dire il nome vero della scrofa per garantire l'anonimato, ebbene Pet, coi suoi «do» poco di petto, anzi volendo soprattutto di petto, ma con tanto fiato in corpo, ha mobilitato i pompieri. Che sono arrivati, han capito cos’era, ora non chiedetemi come se no mi tirate verso il baratro, han svelato il mistero e si sono poi fatti quattro risate. Ti immagini per chiamare i pompieri che cosa deve essere stato? 200 chili di scrofa? Che flapà? Un tornado. Un evento eccezionale anche per lei, povera Pet. L'avrà sentita montare dentro almeno un'ora prima. Due avvisaglie di poco conto, con una avrà stordito un tacchino e con l'altra scoperchiato la cuccia del cane, poi... alè. Fiato alle trombe Turchetti. Partito il Superjackpot. L'alloro olimpico. La magna sberla.

E l'eco sarà rimbalzata nella valle. Poi in Australia... già non c'è niente, densità abitativa praticamente nulla, un ranch due cespugli e una staccionata... avrà fatto tabula rasa. Ma io penso alla faccia della scrofa. Perché secondo me non avrà avuto, come invece avremmo avuto noi umani, un'espressione di timido disagio. Anzi. Me la immagino con l'occhio sornione. Tronfia. Lo sguardo luciferino di La Russa. Il muso orgoglioso di chi dice: «Allontanatevi che vi sparo una botta che vi cambia la visione del mondo. Non tornerete mai più quelli di prima». Una scrofa così con un ritorno di fiamma può diventare un pericolo. Ora, finché è aria, come è venuta se ne va via. Ma con un innesco? Salta la scrofa con tutti i porcellini. Vedrai se gli americani non la sfruttano. Le faranno fare dei corsi new age di Pet Terapy e poi ci faranno un film di quelli catastrofici. «The big bang of the big pig» ovviamente in sensunraund... Con Brad Pitt nella parte del pompiere che prima della catastrofe riesce a infilare il tappo. E la Carlà Bruni nella parte dell’ausiliaria che prima che Brad riesca a mettere il tappo, cade nel compimento del proprio dovere colpita di striscio da un colpo di avvertimento. Un sorrisino ve l’ho strappato? Un pluch, na frisa, un cicinin? Bene. Possiamo risintonizzarci sul Lodo Alfano.

giovedì 28 ottobre 2010

MapCrounch

Un modo alternativo per visitare il mondo utilizzando le funzionalità di Google Street View: MapCrunch, random street view - teleport to a random place in the world

Virtuosi fuori luogo

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 28/10/2010

Ogni volta che vedete i roghi di Terzigno, prima di arrabbiarvi pensate a Vincenzo Cenname. Dopo vi arrabbierete molto di più. Cenname è un ingegnere ambientale, eletto sindaco di un Comune di duemila anime della provincia di Caserta, Camigliano. Alle spalle non ha né la destra né la sinistra, ma una laurea. Sulle spalle una testa. E dentro la testa un sogno: trasformare il suo borgo in una Svizzera col sole. Mette le luci a basso impatto energetico al cimitero e i pannolini lavabili all'asilo nido. Si inventa una moneta, l'eco-euro, spendibile solo in paese, con cui ricompensa i bambini che portano a scuola il vetro da riciclare. Giorno dopo giorno, senza alcun aumento dei costi, cattive abitudini inveterate si trasformano in comportamenti virtuosi, mentre la raccolta differenziata raggiunge percentuali scandinave.

E i luoghi comuni sul Sud immutabile e inemendabile? Rottamati dal sogno di un sindaco casertano che ha meno di quarant'anni. Ci si aspetterebbe la fila di notabili alla sua porta: la prego, ingegner Cenname, venga a insegnarci come si fa. Arriva invece una legge assurda che solo in Campania toglie ai Comuni la raccolta dei rifiuti per affidarla a un carrozzone provinciale. Il sindaco si ribella, sostenuto dall'intera popolazione, ma il prefetto segnala il suo caso al ministro Maroni. In dieci giorni il consiglio comunale viene sciolto e Cenname rottamato neanche fosse un mafioso. Da allora sono passati tre mesi, ma non lo sconforto per l'ottusità di uno Stato che per far rispettare una brutta legge ha sporcato quel po' di pulito che c'era.

mercoledì 27 ottobre 2010

Dell'ottusità

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 27/10/2010

Cosa direste a quel ragazzo di Belluno, salito in corsa sull'ultimo treno della sera, che pur dovendo scendere alla prima stazione non si nasconde italicamente in bagno, ma cerca il controllore per mettersi in regola e si vede comminare una multa di 116 volte superiore al costo del biglietto? Io gli direi: consolati, a un nostro lettore è andata peggio. In viaggio da Torino a Foggia, viene derubato di tutto nel sonno. Va dal capotreno, ottenendo ampie rassicurazioni. Ma ad Ancona il personale cambia e un nuovo controllore gli chiede il biglietto. «Il suo collega non le ha detto che ho subìto un furto?». No, non gliel'ha detto, e c'è una multa salata da pagare. Ma il lettore non ha più il portafogli e così il funzionario si limita a consegnargli il verbale, invitandolo a scendere alla stazione successiva. Ormai immerso in un incubo kafkiano, il nostro scende e si precipita al commissariato. «Documenti, prego». Non li ha, i documenti, come può averli, se ha appena spiegato a lorsignori che sul treno i ladri gli hanno portato via tutto? Il commissario scuote la testa. «Lei per me potrebbe essere anche un terrorista». E lo denuncia a piede libero.

La questione è la stessa da millenni: i casi della vita sono più variegati delle caselle di un regolamento. Ma ogni sistema di controllo si giustifica solo con la propria rigidità. Non potendo consentire ai suoi esecutori di usare il filtro flessibile del buonsenso, li mette di fronte a un'alternativa atroce: rispettare le norme così come sono oppure eluderle. Comportarsi da ottusi o da disonesti, mai da esseri umani.

martedì 26 ottobre 2010

Scene dalla Thailandia

L'ultimo reportage dalla Thailandia di boston.com riportava degli scontri e delle proteste delle "Magliette Rosse" a Bangkok.
Da allora molte parti della città danneggiate sono state riparate ma le "Magliette Rosse" continuano la loro protesta sia nelle strade che nella rete. La Thailandia è stata anche investita da gravi alluvioni, scossa da attacchi terroristici ed ha celebrato il 78esimo compleanno della Regina Sirikit.
Qui collezionate una serie di recenti fotografie della Thailandia oggi.

lunedì 25 ottobre 2010

Antiguai

da spinoza.it

Il nuovo lodo Alfano sarà retroattivo. Ora sì che è costituzionale.

“E adesso lasciateci lavorare”, ha dichiarato Goebbels.

I finiani dicono sì alla retroattività del lodo Alfano. “A quell’epoca eravamo ancora amici”.

“Futuro e Libertà ha tenuto una posizione coerente con ciò che aveva sempre detto”. Cioè “Obbediamo”.

Il lodo bloccherà i processi del presidente del Consiglio e al capo dello stato. Riesce sempre a farla franca, questo Napolitano!

Berlusconi afferma di non aver mai chiesto il lodo Alfano. Era in una sua vecchia lista di nozze.

Bersani ha parlato di barricate, degustando alcune grappe.

Il segretario del Pd promette battaglia: “Ci opporremo con tutte le forze che avevamo”.

Fini: “Mai più leggi ad personam. Comincio lunedì”.

Terzigno, la polizia carica i manifestanti: chiedevano di vivere in un posto pulito. Ma non intendevano l’ospedale.

Bertolaso: “Quando c’era dentro la Protezione Civile, la discarica funzionava”. Non fa una grinza.

“Il termovalorizzatore di Acerra non è ancora a regime”. A differenza dell’Italia.

Milena Gabanelli apre Report con un’inchiesta su Berlusconi. Quest’anno non le andava di lavorare.

Il programma svela un investimento immobiliare del premier sull’isola di Antigua: l’isola di Antigua.

Berlusconi ha comprato una villa ad Antigua. Ci manderà i suoi soldi in vacanza.

Ghedini: “Sbagliato mandare in onda quella trasmissione senza contraddittorio”. Giusto, ci voleva almeno un senzatetto.

Mastella: “Ho pensato al suicidio”. Ma non ha ricevuto offerte concrete.

Intervistato in tv, Mastella ha confessato di aver pensato di uccidersi. Ma non riuscì a mettere il collo in due cappi.

Giovanardi torna sul caso Cucchi. Come nella migliore tradizione giallistica.

“Parliamo di una vita segnata da situazioni patologiche”, si è confidato Giovanardi.

In Messico bruciate 134 tonnellate di marijuana. I posti sottovento sono andati a ruba.

Il commento delle autorità: “Ehi, chi ha mangiato il Belize?”.

Distratto dalla Lewinsky, Bill Clinton perse la chiave di sicurezza per l’attacco nucleare. Per fortuna poi venne fuori.

Muore la mamma di Nanni Moretti. In aperta polemica con la dirigenza Pd.

Trovato l’interruttore antidepressione. Ma tanto è tutto inutile.

* * *

autori: cityman, orio, space_sciatto, misterdonnie, mithril, haroldsmith, stark, roberto manunta, demerzelev, fdecollibus, venividiwc, sisivabbe, dr. privits, faberbros, frandiben, serena gandhi, benze, fedgross, giga e van deer gaz.

venerdì 22 ottobre 2010

Notizia finferla

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 22/10/2010

Notizia finferla, notizia farlocca, notizia fru fru. Una signora del New Mexico, tale Joleen Baugman di anni 39, ha avuto un incidente stradale. Per fortuna non si è fatta niente di grave tranne una lesione a un nervo del bacino, nervo che controlla il desiderio. Il risultato è che da allora Joleen ha frisson dalla mattina alla sera e le partono i bollenti spiriti anche facendo cose che non c’entrano niente col ciupa, tipo viaggiare in pullman o fare la spesa. E lei sta andando giù di testa. Manco il marito basta più per sfogarsi, marito che vorrei sottolineare ha 20 anni, quindi significa che la Joleen una certa predisposizione alla pratica ce l’aveva già prima dell’incidente. Aveva quell’indirizzo lì diciamo, era propensa, portata.

Comunque la povera Joleen in pratica ha un orgasmo ogni sei minuti. Se pensiamo che c’è gente che ne ha uno ogni sei anni tu capisci che… Invece lei ogni sei minuti alè. Ollala iuuu… Parte la bossanova, il maracaibo, le fischia il vaporetto in grembo e le ovaie fan la quadriglia. Poi il brutto è che le può capitare in qualsiasi momento. Magari un vigile la ferma per farle una multa? E sarà la divisa, sarà la biro che ha quella bella formina allungata, via che partono le variazioni Goldberg. Io comunque ’sto nervo del bacino non l’ho mai sentito, secondo me è una bufala, non esiste. Ma se ci fosse davvero sarebbero sempre tutti lì a suonare l’aria sulla quarta corda di Bach, invece di fare gli speleologi e cercare il punto G… tutti a cercare il nervo. Come quando ti rientra dentro l’elastico della tuta e con le dita cerchi di tirarlo fuori… No, spiace perché poi a lei tutto e ad altri niente. Altri proprio non sanno cosa sia il piacere. L’antica orgasmeria del borgo. Il momento di intenso godimento. Lo tsunami dei bassifondi… Adesso vi spiego cos’è. È una sensazione intanto corta. Se pensi alla fatica che hai fatto per arrivare fino lì, non so se ne valga la pena. Il gusto del caffè ti resta per più tempo in bocca, per dire. Come quando fai tre ore di coda allo skilift e la discesa dura dieci secondi. Pare che la durata media del culmine del piacere sia di tre secondi. Tipo starnuto. Etciù! Fine.

Guarda, dura come due colpi di tosse asinina. A parte il maiale. Il porco c’ha un orgasmo che dura mezz’ora. D’altronde si chiama così mica per niente… L’orgasmo del maiale dura come una puntata di «Beautiful». Vorrei capire come hanno fatto a saperlo tra l’altro… magari il porco ha fatto finta. Gli è durato tre secondi come a tutti e poi visto che lo guardavano ha continuato a grugnire per mezz’ora per far vedere com’era bravo. Comunque, tornando al Bengodi. E’ una sensazione forte, intensa, biunivoca, un po’ come quando di notte batti forte il testone sul comodino e non perdi conoscenza. O come quando ti infili il pettine in un occhio o fai la ceretta, strappi e gridi: Ahhhhh! A volte succede anche che per un incastro magico tu e il tuo partner gioite all’unisono e lì è un po’come quando chiudi la coda del cane nella portiera, che senti quello che sente lui e gridate insieme. Bau BAUUUUU… Però a volte l’orgasmo non si compie e in quel caso è un po’come quando stappi la lattina della Coca-Cola e ti rimane il gancio in mano. O come quando prendi l’alka seltzer e non ti viene il rutto. O giri l’angolo e vedi il 38 sbarrato che va via. O al banco del pesce quella davanti a te prende l’ultima sogliola.

L'agente del Fisco

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 22/10/2010

Oggi il Buongiorno lo scrive un’agente del Fisco veneta, che non vuole sia riportato il suo nome.

«Lavoro dove si racimolano soldi per un’Italia che langue. Giorni fa arriva da me una persona di colore che in un italiano stentato mi spiega che non sapeva (ma la legge non ammette il non sapere) di dover presentare la dichiarazione dei redditi per aver lavorato da due datori di lavoro diversi nello stesso anno, il 2005. Ora, nel 2010, questa persona è disoccupata, non può pagare, manifesta tutta la sua rabbia di fronte alle nostre leggi e vede in me la rappresentante di uno Stato ingiusto che non riesce a beccare i grandi evasori e allora se la prende con quelli come lui… Questa persona è disperata, una disperazione violenta e minacciosa, tanto che sono costretta, per paura, a far valere la mia posizione di pubblico ufficiale. Di fronte alla mia reazione si spaventa, muove le labbra ma non parla, vedo in lui la fatica di trattenersi, vedo in quegli occhi tutto quel che può avere subito sul lavoro e nella vita. Vedo tutta l’ingiustizia di un mondo sbagliato. Quanto disagio ho provato, quanto desiderio di poter fare qualcosa, quanta voglia di una vita diversa, magari dura per tutti ma anche giusta per tutti… Penso che un lavoro come il mio ti faccia sentire male ma anche bene, che ti faccia sentire più vicino alla realtà vera e non a quella che qualcuno vuole propinarci. Un lavoro così può aiutarti a non essere uno stupido ingranaggio di una stupida macchina. E penso che un lavoro così ti aiuti a mantenere intatto un cervello che sa pensare e un cuore che sa dare».

giovedì 21 ottobre 2010

Un posto in banca

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 21/10/2010

L’Unicredit si è impegnata con i sindacati a privilegiare le assunzioni dei figli dei dipendenti, purché la prole sia laureata e in grado di spiccicare un po’ d’inglese. Si tratta di un progresso formidabile: in tante altre aziende, e non solo bancarie, i figli prendono il posto dei padri anche se sono dei perfetti caproni (con tutto che si può essere perfetti caproni con una laurea e un paio di «how are you»). Il lavoro come diritto ereditario è uno dei cardini del nuovo medioevo e, oltre alla Casta dei politici, oggetto di esecrazione collettiva, ci sono cento, mille caste con l’iniziale minuscola, ma anch’esse con un mucchio di figli da sistemare. La mobilità sociale è uno splendido argomento di conversazione, come la meritocrazia. Ma appena ci si siede a trattare con il datore di lavoro, l’orizzonte etico si riduce precipitosamente al solito familismo amorale: mio figlio prima di tutti, anche di chi è più bravo di lui (dopotutto, chi sarà mai più bravo di mio figlio?).

Uno studente che non ha genitori in banca si starà probabilmente chiedendo il senso delle sue fatiche e se non gli convenga piuttosto intentare una causa di paternità a qualche dirigente dell’Unicredit. E chi il genitore in banca ce l’ha - e però magari desidera diventare carpentiere, flautista o costruttore di macchinine per i plastici di «Porta a Porta» - finirà per tarpare le ali alla sua vocazione perché il privilegio esercita un’attrazione fatale a cui soltanto i puri di cuore e di intelletto (altrimenti chiamati «matti») riescono a sottrarsi.

Piccoli mondi

Il Nikon International Small World Photomicrography Competition ha recentemente annunciato la lista dei vincitori per l'anno 2010.
La galleria di boston.com ci mostra una selezione dei migliori scatti. Per vedere tutte le immagini premiate selezionate il link precedente.

mercoledì 20 ottobre 2010

Demosilviocrazia

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 20/10/2010

Basta con questa rugosa democrazia importata dall’estero. Gli iscritti al Pdl ne avranno presto a disposizione una variante «made in Italy»: più snella, dal «design» esclusivo, e disponibile in un elegante e pratico formato. La nuova delibera del Popolo della Libertà stabilisce infatti che i congressi locali del partito potranno eleggere chi come e quando vogliono. Ogni nomina dovrà però passare al vaglio del punto 6 - altrimenti noto come «Abbiamo scherzato» - il quale recita: «Il Presidente può a suo insindacabile giudizio, e senza l’obbligo di motivare la decisione, non dare seguito alle indicazioni delle Assemblee». A nessuno sfuggirà l’originalità del modello, che garantisce a tutti di giocare alla democrazia fino all’ingresso del sovrano. Toccherà poi a lui alzare o abbassare il pollice, confermando o sovvertendo il verdetto della giuria.

È una formula divertente e spettacolare, che coniuga pluralismo e dittatura, turbolenza e obbedienza, libertà e marajà. Ho subito deciso di introdurla fra le mura domestiche, comunicando a mia moglie che, ai sensi del punto 6, d’ora in avanti mi riserverò di «non dare seguito alle sue indicazioni» circa il ritiro dei vestiti in tintoria «a mio insindacabile giudizio» e soprattutto - ah, che meraviglia - «senza l’obbligo di motivare la decisione». Mi ha definito un tiranno assolutista, quando invece è evidente che sono solo un leader moderno e carismatico. Purtroppo le era rimasto un lodo retroattivo e con quello mi ha sbattuto fuori di casa. Chissà se ad Antigua qualcuno mi rimedia un posticino.

martedì 19 ottobre 2010

Sabrina chi?

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 19/10/2010

Dottore mi ascolti, la prego, in questi giorni ho serie difficoltà a relazionarmi col prossimo. Non riesco a farmi coinvolgere dallo psicodramma collettivo. La ragazzina uccisa dallo zio e dalla cugina, credo, non so. Ecco il problema: non so. Ci ho provato, ma non ci riesco. Sui giornali salto a piè pari gli articoli (mi bastano e avanzano le foto) e appena in tv se ne parla (cioè sempre) cambio canale. Eppure i miei colleghi fanno soltanto il loro mestiere, servire il lettore. Su dieci lettere che arrivano in redazione, otto trattano di Sarah. Fra le dieci notizie più cliccate sul web, nove riguardano Sarah. Fra i dieci programmi più visti in tv, undici parlano di Sarah. E della cugina. E dello zio. E della zia. E del cognato (ci sarà di sicuro un cognato, c’è sempre un cognato).

Non ho scuse, l’insensibile sono io. Mi sento uno di quegli snob che si lasciano attrarre dalla «moviola del male» (copyright di Carlo Freccero) solo se i protagonisti hanno il sangue blu. Apro un sito e in agguato c’è un sondaggio che mi chiede: Sabrina è complice o testimone? E che ne so? Non so neanche chi sia, questa Sabrina, con cui tutti sembrate avere così grande dimestichezza. Perché l’orrido e il torbido non mi attraggono più? Perché preferirei indagare la psiche di una ragazza che scrive poesie o fa volontariato in un ospizio? Non per imitarla, si figuri. E’ che la trovo più sorprendente, più originale. Il segreto che mi interessa scoprire abita dentro di lei, non dentro Sabrina. O lo zio. O la zia. Con tutto il rispetto. Ho qualche speranza di guarire, dottore?

lunedì 18 ottobre 2010

XIX Giochi del Commonwealth

Malgrado le previsioni nefaste per organizzazione ed infrastrutture i XIX Giochi del Commonwealth si sono conclusi con un successo per il comitato organizzatore e la citta di Nuova Delhi. Questa galleria di boston.com ci mostra le immagini più belle di questa edizione che ha visto, tra i 71 paesi partecipanti, l'Australia come dominatrice del medagliere.

venerdì 15 ottobre 2010

Di nuovo

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 15/10/2010

Di nuovo. Turna ura. Avete letto? In un circo in Ucrania un domatore mentre faceva il suo solito numero dei ciap è stato aggredito dai leoni che a momenti se lo pappano… L’han salvato per la pelle delle ginocchia e adesso son lì a ricucirlo come un patchwork. Ma la cosa bella sono stati come al solito i commenti… «Mamma mia poverino… che rischio… a momenti…». Ma come che rischio? A momenti cosa? Se ti vai a mettere nella gabbia dei leoni non è che puoi pretendere… Lo sai… Non è che ti infili in una gabbia di galline che al massimo ti scagazzano sul mocassino. No. Ti metti una bella tuta di lamé paiettata, inforchi la frusta e se sei un vero barbis provi pure a infilare la testa nella bocca di un re della foresta. Succede la stessa cosa anche coi toreri. Non so se avete notato… anche con loro poi la gente dice poverini quando il toro gli misura la febbre con uno di corni… Anche nei documentari della National Geographic quelli che mettono la testa dentro la bocca dei coccodrilli, si stupiscono se poi per uscire gli tocca fare tutto il coccodrillo in lunghezza e uscirgli dal derrière... Mai leoni vengono a romperti le palle a te? No. Stan lì con le loro carcasse di zebra e non ti considerano minimamente. I leoni poi li vedi che son già delle bestie con le balle girate di default. Non ridono mai… le scimmie ogni tanto almeno fan vedere i denti e fan quelle risatacce isteriche… ua... ua... ua… Ma i leoni ti guardano sempre dall’alto in basso come se stessero masticando una cacca. I leoni sono un po’ come Sgarbi. Che anche se è tranquillo sai che prima o poi gli partirà l’embolo. Ecco. Tra l’altro c’è una differenza tra Sgarbi e i leoni. I leoni 9 volte su 10 stanno tranquilli, Sgarbi si incazza di sicuro.

Che poi cosa fanno fare a ’ste povere bestie? Salire sulle sedie. Capirai… Tutto il casino, gabbie, grate, fallo passare di qui, fallo passare di là, rullo di tamburi, tutti nel circo ad aspettare e a sfracassarsi le cime di rapa nell’attesa che succeda qualcosa, per poi? Per farlo salire su un puff? Un seggiolone? Tut lì. Ma perché? Ma chissenefrega. Che tra l’altro si vede che al leone non gli va di salire da nessuna parte perché il domatore ce lo deve far saltar su con la frusta. Ma lascia stare i leoni e facci salire i politici, che di stare sulle poltrone son contenti. Ne prendi tre o quattro, Rutelli, Stracquadanio, Miccichè e Cicchitto e via. Prima ringhiano un po’, poi il domatore a calci nel sedere li fa salire, e loro poi stanno fino alla fine senza rompere l’anima.

La cosa più inquietante però, almeno per me, è che di questa cosa dei leoni esiste naturalmente il filmato su Internet, ed esiste perché un americano, presente tra il pubblico, ha filmato tutto con la sua videocamera. Ma pensa che elemento… Ma ti pare che mentre due leoni stan staccando parti del corpo a morsi e unghiate a un povero disgraziato tu filmi? Una persona normale urla, sviene, la telecamera gli cade, non so, se è un altruista cerca di buttarsi in pista per aiutare: quello no, aziona lo zoom e controlla l’inquadratura. E’ orribile. La vita ormai serve soprattutto per metterla su YouTube.

Tante scuse

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 15/10/2010

Il ragazzo romano che con un cazzotto ha mandato in coma un’infermiera romena sotto l’occhio delle telecamere sarà sicuramente un bravo figliolo, solo un po’ nervoso e suscettibile: capita, di questi tempi.

E la lettera che ha indirizzato alla vittima - senza più darle dell’attaccabrighe, ma chiedendole «umilmente scusa» e chiamandola per cognome e nome, come nei certificati penali - sarà sicuramente farina del suo sacco e non dell’avvocato che cerca di evitargli il carcere. La cultura in cui siamo cresciuti è costellata di pecorelle smarrite, figlioli prodighi, simpatici manigoldi che fatta la marachella si nascondono dietro le gonne della mamma singhiozzando i loro «chiedo scusa, non lo farò più». Siamo un popolo d’impuniti, per il quale il lieto fine giustifica i mezzi.

Eppure certi ravvedimenti provvidenziali si lasciano dietro una strana scia. Per dire: secondo i carabinieri, il ragazzo aveva già dato prova in passato delle sue arti pugilistiche, colpendo un passante che si era arrabbiato con lui, dopo che il nostro, a cavallo di uno scooter, gli aveva quasi arrotato il cagnolino. Chissà se, sbollita la tensione, il boxeur si era premurato di mandare una lettera di scuse anche al passante. E al cagnolino. Di sicuro, la prossima volta che mi troverò coinvolto in una disfida isterica, resisterò alla tentazione di reagire, ricordandomi che la persona che mi sta davanti freme dalla voglia di venirmi a trovare in ospedale con un mazzo di scuse.

giovedì 14 ottobre 2010

Recuperati i minatori cileni

Dopo oltre due mesi di lavori ininterroti i 33 minatori cileni, intrappolati a 700 metri di profondità dal 5 agosto scorso, sono stati finalmente recuperati sani e salvi.
Questa galleria di boston.com ci documenta i momenti più felici di questa lunga impresa che ha premiato il coraggio, la forza e la costanza mostrata da tutti i protagonisti.

Ivan il Sensibile

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 14/10/2010

La telecamera di una stazione della metropolitana ha appena mostrato una scena stupefacente. Un uomo di mezza età dall’aspetto dimesso, riconducibile alla nota setta dei ragionieri, è stato sorpreso nell’atto di aiutare una signora a scendere dal treno. Le immagini non lasciano adito a dubbi: il ragioniere tende la mano e la donna, dopo un momento di comprensibile stupore, vi si appoggia con fiducia. I due si sono poi allontanati in direzioni opposte nell’indifferenza generale, ma non si dispera di poterli rintracciare: le indagini sono in corso, con un massiccio impiego di cockerini scampati alle ruote dei tassisti e di tassisti scampati ai padroni dei cockerini.

Tornando alla mano tesa del ragioniere, i contenitori televisivi del pomeriggio si interrogano sull’opportunità di mostrare un filmato di così forte impatto emotivo. Il pubblico potrebbe essere indotto a credere che l’umanità non abbia smarrito il seme della gentilezza e anche prestarsi a pericolose emulazioni. Tanto più che, con una concomitanza perlomeno sospetta, l’emittente locale Telebarbabietola ha diffuso lo spezzone agghiacciante di un giovane precario appassionato di calcio, Ivan il Sensibile, fermato all’ingresso dello stadio di Genova mentre tentava di introdurvi una cassa gigantesca, immediatamente sequestrata dalla polizia. Era piena di coriandoli: rossi, verdi, gialli, arancioni, addirittura blu. Ancora non è chiaro cosa intendesse fare Ivan con quelle briciole di carta fuori stagione: per precauzione, gli artificieri le hanno rovesciate su un asilo nido nei paraggi.

mercoledì 13 ottobre 2010

Il minatore nascosto

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 13/10/2010

Sono il trentaquattresimo minatore intrappolato da mesi in fondo al deserto cileno dell’Atacama. Di me nessuno sa nulla: mi sono nascosto bene. Oggi i miei trentatré compagni usciranno da qui. Poveretti. Sottovalutano quel che li aspetta. A me non fanno paura le televisioni giapponesi che hanno pagato a peso d’oro il diritto di perlustrare fino all'ultima ruga le nostre reazioni. E neppure i reporter che sventaglieranno i microfoni sotto il naso dei reduci, chiedendo loro «qual è il suo primo desiderio, adesso?». Che tu ti levi dalle scatole, zecca appiccicosa.

Non mi scandalizza neanche la bramosia dei parenti, che ci hanno già venduti in esclusiva a qualche talk show, nel quale andare a raccogliere gli applausi e i sospiri di un pubblico che si risveglia dal coma emotivo solo quando gli sbattono in faccia un caso estremo. No, io mi nascondo dal dopo. Quando tutte le interviste saranno esaurite e le curiosità esaudite. Quando l’ultima figlia avrà rotto l’iPod gentilmente offertole da Steve Jobs, l’ultimo cognato sarà tornato dalla partita gentilmente offertagli dal Real Madrid e l’ultima moglie si sarà stufata di accompagnarci nelle crociere gentilmente offerteci da mezzo mondo. Quando tutto ma proprio tutto verrà archiviato e sarà chiaro che a nessuno interessavamo come persone, ma solo come fenomeni da baraccone: «Ci dica, cosa si prova a stare là sotto?». Una sensazione sincera di pace, se vuoi proprio saperlo. Per questo io non mi muovo. E aspetto. Che gli altri trentatré, finito il giro di giostra, ritornino giù.

martedì 12 ottobre 2010

Lasciarci le penne

da spinoza.it

Afghanistan, uccisi quattro militari italiani. Sospetti sullo zio Sam.

Gravissima tragedia colpisce le nostre forze armate: La Russa non si dimette.

Il reggimento era arrivato in Afghanistan solo due mesi fa. Il tour operator aveva omesso di accennare alla guerra.

(C’è da dire che laggiù sono parecchio intolleranti. Li avranno beccati a baciarsi)

“Non ci lasceremo intimidire” non ha detto ancora nessuno, ma aspettate.

Il colonnello Fregona: “Attentato infame”. Si aspettava un cavalleresco “in guardia!”.

I carabinieri del Ros sono stati incaricati di stendere una relazione sulla dinamica dell’agguato. Serve per l’assicurazione.

Alfano ha espresso “grande cordoglio per questi quattro ragazzi”. Ci avrebbero tenuto tanto a vedere la riforma della giustizia.

“Vorrei tornare indietro ma non posso”, aveva detto ai familiari il caporalmaggiore Pedone.

I talebani rivendicano l’attacco al convoglio di alpini. Ma il governo sospetta ancora di Emergency.

“Non cederemo, controlliamo il 75% del territorio nazionale” ha dichiarato il portavoce Bonaiuti.

La Russa: “Chiedere il ritiro ora è sciacallaggio”. Va bene, dicci tu quando ti senti più comodo.

“Lasceremo il paese solo quando saremo in grado di consegnarlo nelle mani delle forze armate afghane”. A me sembra lo sia già.

Le quattro salme arrivano a Ciampino. Dolore e rabbia dei familiari in attesa a Malpensa.

“Si goda lo spettacolo” ha detto un familiare delle vittime al produttore.

Davanti alle bare, uno dei parenti ha invitato La Russa a godersi lo spettacolo. Ma è difficile, all’ennesima replica.

All’assemblea Pd osservato un minuto di silenzio. Poi è arrivata la notizia dell’attentato.

“Il sacrificio va bene, ma servono i risultati” ha dichiarato Bersani, in un’inaspettata presa di distanza da De Coubertin.

“Il governo avvii una riflessione sulla strategia”. Si andrà al voto in mimetica.

Fassino dichiara che “la presenza italiana in Afghanistan è ancora essenziale”, riuscendo come sempre a incarnare il sentimento della base.

È polemica sulle armi in dotazione ai militari italiani. Non sempre basta il solo fascino.

Bombe sugli aerei: per la Nato si può. Dipende da chi le porta.

(D’accordo, gli Usa hanno gli aerei con le bombe e i loro soldati muoiono lo stesso. Però si tolgono belle soddisfazioni)

Secondo Frattini questo attentato “è il prezzo da pagare per la sicurezza nazionale”. Resta solo da capire per cosa paghiamo Frattini.

Saranno gli psicologi a informare il superstite Cornacchia della morte dei suoi compagni. La Sciarelli ha da fare.

Avrà luogo in mattinata la cerimonia funebre. Che si concluderà con l’ennesima beffa: “Andate in pace”.

Stretta di mano tra Berlusconi e Fini all’arrivo delle salme. Quei ragazzi non sono morti invano.

* * *

autori: lord james, çeo, cityman, gabbbbro, tacone, cianciafrullo, uomomordecane, dullboy, venividiwc, anziani, stark, orio, negus, burberoatratti, capt_yossarian, misterdonnie, milingopapa, puccio di luce e archi il leone.

Arma letale

tramite lastampa.it - Buongiorno di Gramellini del 12/10/2010

Ci vuole il porto d’armi per i tassisti, urla la Lega, dopo che a Milano un membro della categoria è stato pestato a sangue da un gruppo di bulli (coperti dalla scandalosa omertà del quartiere) per aver preso sotto le ruote il cockerino senza guinzaglio di una loro conoscente. Ma immaginiamo che quel tassista fosse stato armato e avesse ucciso nella colluttazione uno dei bulli o la proprietaria del cockerino. Adesso qualcuno direbbe che i proprietari di cani hanno diritto di girare armati per difendersi dall’arroganza dei pirati della strada. Ma immaginiamo che la proprietaria del cockerino fosse stata armata e un passante avesse pestato la cacca del suo cane, arrabbiandosi come un bufalo, e la signora in preda alla concitazione del litigio avesse fatto fuoco. Adesso qualcuno direbbe che i passanti hanno diritto di girare armati. Ma immaginiamo che il passante fosse stato armato e avesse pestato la cacca di un alano: nel vedersi circondato dalla proprietaria del cane, dai bulli e dal tassista, avrebbe temuto che gli scatenassero contro il temibile molossoide. Preso dal panico, il passante avrebbe sparato, sbagliando completamente la mira e colpendo l’inquilino del prospiciente caseggiato, sportosi alla finestra per curiosare. Adesso qualcuno direbbe che tutti gli inquilini di tutte le case affacciate su qualche strada hanno diritto di girare armati. Ma immaginiamo che l’unico a essere armato fosse stato il cockerino. Armato di guinzaglio, intendo, come usa nei Paesi civili.

Forse ci saremmo risparmiati questa carneficina.

venerdì 8 ottobre 2010

Orco zio

da spinoza.it

Lodo Alfano, da Futuro e Libertà “sì senza enfasi”. La stessa linea difensiva di Priebke.

“Diciamo sì, ma senza enfasi”. Dopo l’approvazione si limiteranno a stappare un Tavernello.

Al via la campagna a domicilio dei Team della libertà. Esordiranno con: “Ha dei pregiudizi contro i capi di stato inquisiti?”.

I missionari della libertà del Pdl illustreranno i risultati del governo a ogni famiglia. Rubando loro pure il tempo.

61mila militanti della maggioranza gireranno in tutta Italia, di casa in casa. Tipico di chi è sicuro di avere ancora il consenso.

“Passeremo alla storia come il governo che ha sconfitto la mafia”, ha detto Berlusconi confermando l’abitudine a concludere con una bestemmia le sue storielle.

Sul suo sito internet, l’Inps impedisce ai precari di conoscere l’entità della loro pensione “per evitare un sommovimento sociale”. Così invece sì che staranno tranquilli.

Ai precari che vogliono capire quanto spetterà loro di pensione, l’Inps non fa vedere niente. Io questa la chiamo sincerità.

Ratzinger a Palermo: vigili e netturbini della città a pieno servizio. Questo conta come miracolo?

Prima della visita del Papa, rimosso uno striscione con la frase: “La mia casa sarà casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri”. Sicuramente di qualche esaltato.

Ritrovato il corpo di Sarah Scazzi. Era in una pozza di vincoli di sangue.

Lo zio di Sarah confessa l’omicidio della nipote. Scarcerato Facebook.

Dopo un lungo interrogatorio l’uomo ha confessato, rovinando un’intera stagione di Chi l’ha visto?.

Pare che la ragazza sia stata violentata dopo la sua morte. Milioni di telespettatori possono confermarlo.

Lo zio ha detto di averla uccisa e poi violentata. Per l’emozione si era dimenticato a casa la scaletta.

La madre ha appreso la notizia mentre era ospite a Chi l’ha visto?. Ma per fortuna lo zio è stato ritrovato.

Su internet migliaia di persone inneggiano a “una lenta tortura” per l’assassino. Questo dovrebbe placare il dio del tuono.

Sorpresa dall’annuncio in diretta, Federica Sciarelli ha gestito perfettamente la situazione, attenendosi alle tre Leggi della Robotica.

La Sciarelli si scusa per lo sfruttamento del dolore della madre. Quello per contratto tocca a Vespa.

(La prossima puntata di Chi l’ha visto? sarà sulla sensibilità della Sciarelli)

Qui, Quo e Qua: “Ora viviamo nella paura”.

* * *

autori: rosco dann, krakenblitz, mangiabinari, misterdonnie, gabbbbro, stark, capt_yossarian, roberto manunta, mestmuttèe, masss, lorberto, 3civette, serena gandhi, faber, cianciafrullo, lorberto, il professor morte, mancuerda, van deer gaz e andreastimatussi.

Una novità nel campo degli assorbenti femminili

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 08/10/2010

Una novità nel campo degli assorbenti femminili. Voi sapete che gli inventori di questo prodotto sono gente instancabile, ne studiano sempre una nuova, con le ali, con l'elica, con le pinne, lavorano anche a Ferragosto tant'è che il Ministro Brunetta dovrebbe farli tutti cavalieri del lavoro. Quest'estate i baldi giovani hanno lanciato un nuovo assorbente che ha una prerogativa: tiene fresco. L'assorbente fresco per evitare quella brutta sensazione di calore… dice lo spot. Per non farti sentire caldo alla jolanda in quei giorni. Che è sempre stato un problema enorme per noi donne. Chi, in luglio, non si è mai lamentata con le amiche: Oggi ho un caldo alla… Me la sento rovente… un ciocco da camino… una boule dell'acqua calda… una caldarrosta… Chi a luglio non si è mai data una bella sventagliata sotto la gonna? Conosco donne che in estate la tengono in cantina. Per dire. Ma adesso, con l'arrivo dell’autunno, creativi? Come dobbiamo fare? Lo giriamo dall'altra parte come il materasso con tutte le sue ali? Fatene uno col lato estivo e quello invernale, imbottito di piume d'oca. Oppure che ne so… in goretex come le tute da montagna… Vi do un’idea. Superatevi. Fate dei nuovi assorbenti a pellet. Li carichi come i caminetti e ti durano tutto il giorno.

Altro prodotto visto in pubblicità che mi ha fatto trasalire è un nuovo deodorante per scongiurare l'ascella ruvida. Sapevamo, noi donne, di avere questo terribile problema? L'ascella che anche depilata gratticchia un pochino, come la guancia dell' uomo sbarbato che quando ti bacia resti lievemente scartavetrata come un mobile da restaurare?… Non so voi, ma io non mi ero mai posta il problema. Visto che delle ascelle non è che si faccia poi questo grand euso… Non è che le adoperiamo molto, intendo. Le sventoliamo come le galline solo quando siamo agitate… la donna che ha una vita sessuale basic ce la fa anche con l'ascella ruvida. Grazie, creativi dell'inutile, ora buttiamo il deodorante vecchio che al massimo ci impediva di puzzare, e ci compriamo quello che ci fa le ascelle lisce come la pelle delle anguille.

Ancora una cosa volevo dire. Un dubbio che mi attanaglia da tutta l'estate… vogliamo parlare delle bibite nelle bottigliette di plastica da mezzo litro? Allora. Allorissima. Sono tutte normali tranne una. Acqua, aranciata, chinotto, sprite… hanno tutte un'apertura abbastanza stretta, se vuoi bere alla bottiglia puoi farlo senza fare contemporaneamente la doccia. Ecco. Com'è che quelle del the hanno un'apertura col diametro di una mongolfiera? Che ci passa dentro una pallina da golf? Se provi a bere alla bottiglia, o ti metti il bavaglino di plastica come quello dei raggi X oppure ti innaffi. Ti sbrodoli tutto il the addosso. Se non sei la Rana dalla Bocca Larga, quell'apertura lì tutta non la prendi. A me entrano le labbra complete e un quarto di naso. Neanche una escort ce la farebbe. Che hanno la mascella come i serpenti, a 180 gradi per ogni evenienza. Allora ditemi perché. Il the ha bisogno di più spazio per uscire? E' meno liquido degli altri liquidi e intasa la bottiglia? E' spesso come la maionese per caso? Ha la consistenza del fango? A me non sembra. Vogliamo restringere queste bottiglie o la doccia è prevista, perché si sa che il the mantiene l'abbronzatura, così a Natale saremo ancora belle bronzé come l'ultima delle Mohicane? Basta dirlo.