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venerdì 23 aprile 2010

Le donne proprio tanto furbe non sono

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 23/04/2010

Due notizie che testimoniano che le donne proprio tanto furbe non sono. La prima. Paris Hilton sta spopolando alla grande con un nuovo spot di una nota marca di birra brasiliana dove davvero supera se stessa. La scena è tipo «La finestra sul cortile». Un tizio dirimpetto vede la Parisona che in desabillè, in cumbineuse, in sottoveste insomma, va verso il frigo, lo apre, prende una lattina di birra, e cosa fa? La stappa e se la beve? Magari. Sarebbe troppo furbo. Se la struscia addosso per mezz’ora, rotolandosela su tutto il corpo. Dovrebbe essere una roba sexissima e supererotica, invece niente. Non fa sangue da una rapa. Perché la Paris non ha nessuna espressione. Zero. Sembra che abbia appena finito di fumare ammoniaca da un narghilè. No, perché non è che si struscia e gode, si struscia e si sente fresca, macché. Si struscia, e intanto pensa la tabellina del due. Siccome sta in una casa di vetro, tutto intorno la guardano, si entusiasmano, comprano la birra pure loro, un tripudio. E lei si rotola la sua lattina addosso con la faccia da betè. In Brasile un comitato femminile ha chiesto di ritirarla perché offende la donna. Secondo me, offende anche molto le lattine di birra, che mai nella loro storia si sono trovate in uno spot così demente.

Altra notizia. Sta arrivando anche qui in Italia la pillola dei 5 giorni dopo. Una pillola che come dice la parola stessa si può prendere cinque giorni dopo il fatto. Praticamente un’evoluzione della famosa pillola del giorno dopo che ha già suscitato tante polemiche, perché dovrebbe essere un rimedio in casi estremi, e invece molte ragazzine la usano come contraccettivo tout court. Ora. Ragazze. Ci dobbiamo mettere cinque giorni, a capire chesi è rotto il preservativo? Non sarà troppo? Anche a non essere tanto sveglie, anche a non avere tanta esperienza, cinque giorni per correre ai ripari mi sembrano esagerati. Se ci abituiamo a fare tutto così a rilento, finirà che inventeranno poi la Tachipirina della settimana dopo, per quelli che ci mettono sette giorni a capire che hanno 39 di febbre, o un nuovo tipo di ingessatura per chi non capisce di essersi rotto un piede e cammina per cinque giorni dicendo «minchia se mi fa male ’sta caviglia». In un mondo in cui tutto corre a velocità siderale, dobbiamo aspettare 5 giorni per renderci conto del patatrak? Il primo giorno si riflette un po’: «Mah, sì, è vero che Arturo ha trafficato molto in quella zona, però da lì a dire che…». Il secondo giorno si ripensa: «Però, in effetti… sembrava proprio che Arturo trafficasse parecchio in quei paraggi, è vero che non era mai deciso, dentro fuori dentro fuori, ma sai…». Poi il terzo giorno si levano i primi dubbi: «Quando fai quelle cose lì dicono che senti le campane, io ho sentito solo il citofono per cui non può essere…». Quarto giorno paranoia: «No, non posso essere incinta. Un mese fa ho avuto il ciclo. Quindi è tutto a posto…». Quinto giorno: «Meglio prendere la pillola, a scanso di equivoci. Oltretutto ho mal di testa, e una pillola comunque fa sempre bene. Anzi ne prendo due. Peccato non facciano la pillola da 7 giorni dopo, così facevo in tempo a andare dall'astrologa, lei lo sa di sicuro». Certo. Seci date un'altra possibilità per essere stordite figuriamoci se ce la facciamo scappare.

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