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lunedì 25 gennaio 2010

Il Bene superiore

tramite Come diventare il mio cane di chinaski7
 
Stasera, pur essendo juventino, tiferò Roma, e lo farò per due motivi: primo, per il bene della Juventus; secondo, perché in una stagione ormai priva di senso, invece di tifare ciecamente e inutilmente (anzi, dannosamente) per la Juve sempre e comunque, tifo per i singoli eventi capaci di produrre delle situazioni significative per le mie serate e per il mio futuro.
Mi spiego.
Ranieri dice che gli piacerebbe battere la Juve non per sentimenti di rivalsa ma perché non l’ha mai battuta (fatta eccezione per tutte le volte che l’ha battuta quando l’allenava, intende), ma io so che non è così, cioè, tutti sanno che non è così e lo sanno perché è ovvio che non sia così, a meno che Ranieri abbia al suo interno non organi pulsanti pregni di sangue e catrame come tutti ma tante piccole palline di polistirolo e uno di quei grossi bottoni di plastica che, quando li premi, vengono fuori le frasi preregistrate per i bambini.
Il sogno di Ranieri è che la sua squadra sia la “rompiscatole” del campionato. Alla Juve lo ha detto un milione di volte in due anni, quando qualcuno gli chiedeva qualcosa lui diceva “vogliamo essere i rompiscatole del campionato”, “i rompiscatole del campionato”, “rompiscatole”, “rompiscatole”, “rompis…” e il problema è che tutti pensavano fosse soltanto pretattica psicologica o scaramanzia e invece lui diceva sul serio: “Ranieri, puntate allo scudetto?”, “No. Lo scudetto sono altri che devono vincerlo o perderlo, noi vogliamo essere i rompiscatole del campionato”. Detto, fatto.
Uno potrebbe chiedersi: ma perché un allenatore dovrebbe puntare non a vincere campionati e coppe ma soltanto a fare dispetti e a rompere le fottute scatole qua e là agli avversari? Semplice: perché Ranieri è uno che tiene tutto dentro, che si reprime, uno che dice, sorridendo, “io non voglio vincere” e però in realtà vuole vincere ma poi effettivamente non vince e allora tutti gli dicono “contento che non hai vinto?” e lui, sorridendo, “ma certo, mica volevo”, e questo genera una frustrazione e un sentimento di rivalsa piuttosto normali che però lui dissimula, dissimula e dissimula alla morte e poi dissimula ancora un po’, finché non arriva la partita in cui può prendersi la sua piccola grande rivincita rompiscatole e scaricare finalmente tutta questa tensione negativa accumulata e riequilibrarsi interiormente invece di saltare in aria.
Da questo punto di vista, Juve-Roma è la partita perfetta per lui, visto che tanto non vincerà il campionato ma arriverà senza problemi in zona Champions; sul vincere la partita singola con l’unico scopo di rompere le balle a qualcuno, Ranieri è un mago.


E allora, il (secondo) motivo per cui stasera tifo Roma è che, per come sono andate le cose (Ranieri esonerato a due partite dal termine e sostituito da Ferrara che fa peggio di Ranieri per molto più tempo ma non viene chissà perché esonerato e mentre non viene esonerato si trasforma a poco a poco in Ranieri fregandogli modulo e tutto) e considerato che, per colpa dei miei genitori e della società in generale, la mia etica sportiva si è formata seguendo Holly e Benji e migliaia di altri cartoni animati giapponesi e milioni di film hollywoodiani dove la vendetta del buono-represso era all’ordine del giorno e veniva presentata al mio morbido e giovane cervello come un valore assoluto, la vittoria di Ranieri a Torino contro la Juve di Ferrara sotto gli occhi della dirigenza che sta sbagliando tutte le scelte (non oso immaginare le scelte della vita di tutti i giorni: “Che cosa desiderano lor signori? Consiglio le pennette di caviale all’aragosta come primo e champagne in umido con contorno di mazzette di milioni di euro per secondo”, “Mh… no. Per me un bradipo in salamoia con mozzarella di calcestruzzo, grazie”, "E lei, signor Blanc?", "Io prendo uno stuzzicadenti in un occhio") e dei tifosi che l’hanno contestato e fatto cacciare è, a mio modesto parere, l’evento più divertente, significativo e oggettivamente bello che possa capitare stasera nel mio televisore (esclusi eventi molto meno probabili come: un ufo che atterra al centro dello stadio; Ferrara che mi telefona per dirmi “Preparati. Prendi la macchina, l’autostrada e tutto e vieni qui a Torino, abbiamo bisogno di te, tra dieci minuti entri in campo”; un gol di Diego).
Il secondo (cioè, il primo) motivo per cui stasera tifo Roma è che, se uno davvero vuole bene alla Juventus (in quanto fonte irrazionale di gioia e dolore eccetera) e vuole il Bene della Juventus, ecco, allora deve sperare che perda, che perda come se non ci fosse un domani, che perda con la Roma, con l’Inter, con la Lazio, con se stessa in allenamento, nel riscaldamento, che si faccia gol da sola e perda sulla lavagnetta degli schemi di gioco, che perda con tutte, che non si qualifichi per la Champions né altro, che non retroceda di un soffio (e so che lo prenderebbero come un buon risultato), e tutto questo non per arrivare all’esonero di Ferrara, no, l’esonero di Ferrara non cambierebbe necessariamente le cose (e poi ormai si è capito che non possono esonerare Ferrara perché Ferrara è una propaggine della dirigenza) ma per arrivare all’esonero della dirigenza stessa, il Bene della Juventus è che questa dirigenza si esoneri da sola, che si prenda il telefono e si componga il suo numero e si telefoni e si dica:
“Ciao”.
“Ciao”.
“Come sto?”.
“Insomma”.
“Senti…”
“Dimmi”.
“Forse già sai quello che sto per dirti”.
“Certo: devi esonerarmi”.
“Che intuito”.
“Sono cose che si sentono”.
“Sai, è per il bene della Juve. Però, visti i sentimenti che ci legano, ti do l’opportunità di uscire con stile: sarai tu a dare le dimissioni”.
“Gentile da parte mia”.
“Figurati”.
“Ok: do le dimissioni”.
“Respinte”.
“Bene, torniamo al lavoro! Che ne pensi di Quaresma?”.

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