Cerca nel blog

venerdì 4 giugno 2010

Placati gli spetazzi del vulcano

tramite lastampa.it - Il pensiero debole di Luciana Littizzatto del 04/06/2010

Placati gli spetazzi del vulcano adesso ci tocca trovare il modo per tappare la falla in fondo al mare e arginare la marea nera. Obama non ci dorme la notte. Anche lui adesso è nero con riflessi blu petrolio. Certo che anche questi della Bp... che fanno i buchi a 4000 metri sotto il mare e non pensano prima a come tapparli se capita un incidente... Ma dove ce l’hanno il cervello? Oltre che ad aprirli dovevano pensare anche a come chiuderli... santo cielo... ma guarda il Creatore. I buchi ce li ha fatti che si possano aprire e chiudere alla bisogna. Non se n’è fregato dicendo: io li faccio e poi speriamo non succeda niente... Non è che si è dimenticato e i buchi ce li lascia sempre aperti, mi spiego? O i buchi di quelli della Bp son diversi? Adesso, dopo mille tentativi falliti, provano con un tappo. Un bel tappo di cemento. Se chiedevano a noi lo consigliavamo da subito. Da noi è tradizione, il cemento. E’ da anni che l’ndrangheta e la camorra risolve così le questioni. E’ che ogni tanto mi pare che i neuroni di chi ha in mano il potere facciano cilecca...

A proposito. C’è una proposta bellissima del governo italiano per regolamentare le attività commerciali degli extracomunitari. Dovranno superare un esame di italiano. Giusto. Imparare i congiuntivi e la consecutio temporum. Perfetto. Peccato che ci siano fior fiore di deputati e onorevoli che non ne infilano uno a pagarli. Il principe Emanuele Filiberto li sbaglia persino leggendoli dal gobbo. Comunque ’sta legge c’è già... a Prato che è giallo così di cinesi, lo fanno da anni l’esame d’italiano, e francamente ormai lo parlano meglio di noi. Poi scusa. Se uno apre una panetteria, sarà mica pirla a mettersi a fare quel lavoro lì senza sapere una parola di italiano? Chiude dopo una settimana... Scusa se entri, chiedi due biove e il cingalese non capisce e ti fa un massaggio alla cervicale, il giorno dopo non ci vai più, o no? Tra l’altro non è che in panetteria devi intavolare discorsi da accademia della crusca... Al limite lo chiedi, il pane di crusca. Buongiorno, buonasera, facciamo un chilo? Grazie arrivederci... Tutto lì.

Non è che ci voglia Beccaria... Ma non basta. Si propone di levare anche le insegne straniere... Tipo Kebap, Sushi bar, ristorante cinese Ciao Ciciu... Perché? Perché stonano. Ci si deve adeguare alle tradizioni del luogo. Ma cosa vuol dire? Allora dobbiamo ranzare via la metà delle insegne. Comprese Harley Davidson, Suzuki, e Mercedes. Anche la Bresso a ’sto punto deve cambiarsi il nome. Troppo straniero. Se proprio vuole tenersi il nome di un’auto al limite Panda. Panda Bresso. Dicono che una soluzione potrebbe essere quella di tradurre le insegne straniere. Pensa un po’ te. E come lo chiami, a Torino, il ristorante giapponese di sushi? «Ris e pes»? Riso e pesce? «Capunet ‘d tun»? Il kebab come lo traduci, «Beberu arustì»? Pecora arrostita? «Muntun Brusatà»? Montone bruciacchiato? La cosa strana è che se la prendono soprattutto con le scritte cinesi e marocchine, nessuno che si lamenti degli hamburger o degli hot dog. Gli americani non sono stranieri? Prova, invece che hamburger a scrivere «Carne tritata con salse porche in pane molle», e vedi, quanti te lo comprano...

Nessun commento:

Posta un commento